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Leao come Sinner: no ai social, la verità su Ibra, Cardinale e il suo futuro

L'attaccante portoghese al Corriere della sera si confessa sul suo futuro al Milan, il razzismo, la maglia numero 10, le ambizioni e i suoi hobby

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

Cerca di motivare i giovani che lo vedono come un esempio, ama la moda e la musica e il sorriso è una delle qualità che non manca mai a Rafael Leao, oltre le grandi doti calcistiche. In un’intervista al Corsera, il talento portoghese si racconta nel lato più intimo e personale: il suo rapporto con Pioli, la sua vita privata e i suoi sogni al Milan con Ibra e Cardinale al suo fianco. Il primo libro dell’attaccante portoghese ‘Smile’ ha un solo ideale: raccontare sé stesso, sebbene abbia solo 24 anni. E su cosa farà una volta che dirà addio al calcio Rafael Leao ha le idee già chiare.

Il libro di Rafael Leao: ‘Smile’

Rafa Leao parla del suo primo libro dal titolo «Smile»: “Racconto me stesso. Ho solo 24 anni, so bene che c’è ancora tanto da scrivere, soprattutto come calciatore. Vorrei spiegare ai miei fan chi sono davvero. E perché sorrido.” Aggiunge l’attaccante rossonero: “C’è gente che non ha l’acqua per bere. Quando puoi camminare, hai da mangiare, magari hai qualcuno che ti vuole bene, la vita è “smile”. Io ho tutto, ho anche di più, Dio mi ha dato un dono e io gli sono grato. Il mio lavoro è giocare a pallone, ho coronato il mio sogno di bambino. Come potrei non sorridere?”.

Infine, il portoghese rivela una complessità emotiva. Ammette di avere timori nell’ “aprire il proprio cuore completamente”, temendo di essere ferito. Esprime il desiderio di costruire una famiglia e trasmettere un amore che lui stesso non ha mai conosciuto, ma l’ombra della separazione dei suoi genitori e le esperienze della sua infanzia lo rendono cauto.

Leao, le ambizioni in Europa del Milan e il rapporto con Cardinale

Rafael Leão rimane concentrato sul futuro europeo del Milan. Con determinazione, afferma che l’obiettivo è arrivare in finale ed alzare il trofeo dell’Europa League. La sua ambizione di costruire una famiglia e di trasmettere un amore autentico testimonia la sua voglia di superare le difficoltà del passato e sul suo desiderio di crescita e realizzazione in rossonero: “Il mio futuro è al Milan. Sono qui e ho ancora un contratto di quattro anni. Il Milan mi ha aiutato quando ero in una situazione difficilissima, mi è stato vicino. Io non dimentico, sono leale. Sono arrivato da ragazzino, qui sono cresciuto come uomo e come calciatore. Voglio vincere ancora, la mia testa è qui”.

L’attaccante rossonero racconta anche il suo rapporto con il presidente Gerry Cardinale: “Non ci vediamo spesso, ma mi vuole bene, mi aiuta. Mi ha anche dato il suo numero di telefono, ma non l’ho mai chiamato, non vorrei disturbarlo. Anche l’a.d. Giorgio Furlani mi è molto vicino: mi parla anche in portoghese. Gran persona”.

Su Ibra ha poi aggiunto: “Non sono un genio come dice Ibra. Però lui ha fatto alzare tanto il mio livello. Mi parla di tutto, non solo del calcio. Avevo bisogno di lui: mi ha aiutato non solo come calciatore, ma anche come uomo. È molto importante per me. Lo era quando giocava, lo è anche adesso”.

La maglia numero 10 e il suo significato per Rafael Leao

Il giovane talento non considera la maglia numero 10 come un peso, bensì come una fonte di forza. Per lui, il numero 10 rappresenta il calcio stesso, portando con sé una “carica motivazionale aggiuntiva” per affrontare le sfide sul campo.

Il tatuaggio di Leao sul polpaccio: “I have a dream”

I simboli di Rafael Leao sono due uomini che hanno fatto la storia nella lotta all’apartheid: “Sul polpaccio ha il tatuaggio di Martin Luther King, con la scritta «I have a dream». Ne ho uno anche di Nelson Mandela. Per noi neri, sono due grandi uomini che hanno combattuto fino alla fine per far capire che siamo tutti uguali, indipendentemente dal colore della pelle. Ho voluto che il loro messaggio fosse su di me per sempre. Ho tanti sogni, uno di questi è un mondo senza razzisti“.

L’attaccante, proprio come Sinner, ammette di essere lontano dai social, sebbene abbia 6 milioni di followers: “I social sono pericolosi, non è un mondo positivo. Troppo odio, troppe cattiverie. Le cose che so non le ho imparate lì. Li uso perché devo averli per il mio lavoro, però non mi piacciono. Si sorride poco sui social”.

Rafael Leao e il suo rapporto con la musica

Meglio come calciatore che come cantante, lo ammette il talento portoghese: “La musica per ora è solo un hobby. È la mia migliore amica. Appartengo alla generazione Z, quella dei nativi digitali. Mi sono appassionato al rap sentendolo sul telefono. Impazzivo per Eminem da bambino. Ma la musica era già in casa: mio zio era un dj, suonava alle feste private e in discoteca. Trap, drill. Poi ho iniziato a scrivere canzoni, sono al secondo album. Dopo Beginning, My life in each verse. Ho conosciuto Kanye West prima di Genoa-Milan. Ora c’è il calcio. In futuro, vedremo. Anche la musica è un modo per parlare di me. E per dare un messaggio: voglio spingere i ragazzi a credere nei sogni, a non mollare mai”.

Infine, il portoghese ha raccontato il suo piano futuro di vita una volta che lascerà il calcio: “Di sicuro quando smetterò di giocare non resterò nel calcio. Sono in questo ambiente già da dieci anni, ho vissuto tante esperienze. Voglio togliermi quel tipo di stress e dedicarmi alla mia famiglia e alle mie altre passioni: moda e shopping”.

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