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Foschi e il suo Lecco in serie B: la creatura più bella e l'impresa più grande del "bollito"

Il tecnico laziale assaporerà la Serie B dopo 400 panchine nelle serie minori: "Nel calcio si parla troppo, è la vittoria di un gruppo andato a mille nei playoff".

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Qual è il prezzo dei sogni? Quanto tempo si è disposti ad attenderli? Quale peso specifico hanno e in che modo sanno stravolgere il resto di una vita o di una carriera? Tra coloro cui lo si potrebbe chiedere c’è da qualche giorno anche lui, Luciano Foschi che con il suo Lecco ha compiuto un’impresa incredibile, inattesa, non pronosticata. La doppia vittoria – andata e ritorno – contro il Foggia di Delio Rossi è stato il coronamento di una stagione da incorniciare.

Si dirà che ci sono sogni di Serie A, sogni di Serie B e sogni di Serie C: provate a dirlo a lui. Vi risponderebbe che i sogni sono sogni sempre. Da qualunque prospettiva li si guardi. A qualunque latitudine. E allora, eccola spiegata la favola di una squadra che da outsider sbanca e conquista la promozione in serie B. Eccola spiegata la favola di un allenatore che ha contribuito a spazzare via 50 anni di attesa per regalare il suo sogno ai quasi 50mila lecchesi che avranno finalmente il loro personalissimo derby contro i dirimpettai comaschi.

L’intervista di Foschi alla Gazzetta dello Sport

Anche per questo, l’intervista rilasciata dal tecnico di Albano Laziale a La Gazzetta dello Sport, fatta di riflessioni e analisi che lasciano spazio a emozioni e sentimenti, merita una ripresa. Una carriera, quella di Foschi, tratteggiata da gavetta e valori, gioie e dolori, fatica e conquista:

E’ il coronamento di tanti sacrifici, una felicità ancora più grande perché raggiunta con una squadra partita con altri propositi e che non calcava i campi della serie B da 50 anni. Penso di essermela meritata, alla mia età non ho molte occasioni per riprovarci.

Il Lecco in serie B con Foschi in panchina

Classe 1967, 56 anni da compiere il prossimo 3 luglio, Foschi è pronto a proseguire il cammino con i lombardi e mettersi alla prova anche se, avverte, la Cadetteria richiede più di un innesto in rosa:

Ho firmato in bianco, la cifra l’ha messa il presidente: se le cose fossero andate bene, ne avremmo parlato. Per fare la Serie B alla squadra mancano 7-8 elementi, è il problema minore: la società e il Comune devono impegnarsi a studiare un piano che permetta ai nostri tifosi di vedere la squadra al Rigamonti-Ceppi e alla città di avere la vetrina che merita.

“Mi davano del bollito. E adesso?”

Quanto l’amore per il calcio sia viscerale, lo ammette lo stesso Foschi che confessa di essere uno di quelli che studia, analizza, vede e rivede:

Amo il calcio alla follia, registro e vedo le partite perché mi piace, è passione; studio i colleghi, mi sono arricchito quando sono andato a vedere il lavoro di Parma e Reggiana.

Non manca qualche sassolino nelle scarpe che il tecnico laziale si toglie in fretta, anche con una certa soddisfazione:

Nel calcio spesso si parla e si dicono cose non vere, ma alla fine la verità viene fuori: adesso il bollito va in Serie B, è una sorta di rivincita verso chi dà aria alla bocca senza conoscere le persone. Nel calcio si fanno troppe chiacchiere e si creano problemi che non esistono, è uno sport di squadra, il giocatore ti fa vincere la partita, il gruppo il campionato.

A Lecco l’impresa più bella

C’è spazio anche per il ricordo più bello, quello che sportivamente resterà impresso per sempre e che rappresenta una sorta di chiave di volta per interpretare la carriera del tecnico che trova l’apice proprio con l’impresa compiuta dal suo Lecco:

A Olbia ho vinto lo Scudetto Dilettanti senza conoscere bene il mestiere, a Novara ho scritto una pagina di storia vincendo i playoff di Serie C2 perché non si vinceva da una vita. Il Lecco ha avuto forza mentale, spensieratezza e convinzione, ci davano per perdenti e questo ha stimolato i ragazzi: siamo cresciuti nei playoff, dove avevamo la condizione migliore, sia sul piano tattico sia sul piano tecnico.

Così nasce un gruppo vincente

Sebbene neppure a inizio playoff i lombardi godessero dei favori del pronostico, Foschi era ottimista prima e svela la ricetta di tale attitudine, che passa per salute mentale e forma fisica:

Il primo turno contro l’Ancona, dopo tanti giorni fermi, è stato il più difficile; contro il Pordenone abbiamo capito che avremmo potuto battere chiunque; il Cesena era la più forte, ma al ritorno ne avevamo di più. All’inizio pensavo di arrivare nelle prime 10, ma mi sono accorto che tutti i ragazzi si sentivano importanti e si allenavano divertendosi: arrivavano prima per stare assieme, nasce così un gruppo vincente.

Ed è proprio così che si realizza un sogno.

Foschi e il suo Lecco in serie B: la creatura più bella e l'impresa più grande del "bollito" Fonte: Getty Images

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