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Liga, le lacrime di Vinicius per il razzismo non commuovono Parejo: “Pensi a giocare, a me dicono ubriacone”

Le lacrime di Vinicius provocate dal razzismo che sta subendo nel corso dei match della Liga in Spagna, non toccano il giocatore del Villarreal, Dani Parejo: “Pensi a giocare”

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Il tema razzismo continua a essere molto forte nel mondo del calcio. Dalla Spagna all’Italia e ritorno: negli ultimi giorni si è parlato moltissimo del caso Acerbi e della mancata squalifica del giocatore dell’Inter per l’insulto che avrebbe lanciato a Juan Jesus. In Spagna a fare scalpore sono state le lacrime di Vinicius, calciatore del Real Madrid, che in conferenza è scoppiato a piangere a causa del razzismo che vive quando scende in campo.

Vinicius, le lacrime per il razzismo

A 23 anni Vinicius ha dimostrato sia in campo che fuori una maturità che va al di là della sua età. Ma nei fatti si parla pur sempre di un ragazzo che da anni combatte contro le offese razziste che riceve negli stadi spagnoli. E nel corso di una conferenza stampa dal ritiro della nazionale brasiliano, l’attaccante del Real Madrid si è lasciato andare ad uno sfogo: “E’ una cosa triste, succede ogni partita, ogni giorno. E ogni mia denuncia mi rende molto triste. Lotto affinché in futuro non succeda più a nessuno. Ma ho sempre meno voglia di giocare. Nessuno mi sostiene e la mancanza di azioni è la cosa che più mi addolora”.

Parejo: “Io vengo chiamato ubriaco”

Le parole e le lacrime di Vinicius sembrano non toccare Dani Parejo. Il giocatore del Villarreal prova a dare un consiglio al collega: “E’ un giocatore straordinario, spettacolare e bello da vedere ma credo che i giocatore debbano pensare a giocare. Ci saranno sempre scontri, in ogni partita, bisogna lavorarci. Quando giochi per il Real Madrid c’è sempre un’atmosfera speciale, non è come le altre partite. E i tifosi sugli spalti se la prendono con i giocatori di quella squadra perché è la più forte. La gente cerca sempre di pungere. Io vengo chiamato ubriaco o qualcosa del genere ma non affronto la gente, non faccio gesti. Non penso sia necessario. Il calciatore deve essere al di sopra di queste situazioni altrimenti rischia di commettere un errore”.

Da Vinicius a Juan Jesus

Le parole di Parejo, sicuramente in buona fede, finiscono nel calderone delle frasi fatte che però a poco servono contro il razzismo. E il parallelismo tra le situazioni che vive Vinicius quando scende in campo e alcune critiche ricevute da Juan Jesus sono molto forti. Così come Parejo, in tanti hanno cercato di derubricare il caso Acerbi come una “questione di campo” senza però riuscire a mettersi dalla parte di chi questi insulti li riceve. E forse anche Parejo dovrebbe conoscere la differenza tra l’essere chiamato “ubriaco” e l’essere insultato per il colore della pelle.

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