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Juventus, il figlio di Spalletti nello staff di Thiago Motta: chi è Federico, il "perdente" che si sfogò dopo scudetto Napoli

Il secondogenito del Ct della Nazionale è pronto a fare il suo ingresso in casa bianconera: chi è, le sue esperienze e i dettagli sui fratelli

Pubblicato:

Ylenia Cucciniello

Ylenia Cucciniello

Football Specialist

Giovanissima e appassionatissima di tutto lo sport: scrive di calcio giocato ma non rinuncia allo sguardo sull'extra campo, dove spesso si trovano risposte che il rettangolo verde non riesce a restituire

Spalletti sta per fare il suo ingresso nel mondo della Juventus. No, non si tratta del celebre allenatore Luciano, ma del suo secondogenito, che si unirà allo staff di osservatori guidato da Cristiano Giuntoli. Federico ha già maturato un’interessante esperienza nel calcio italiano, avendo collaborato con l’Udinese nella scorsa stagione e avendo ricoperto il ruolo di osservatore per la FIGC. Ora, si prepara a una nuova sfida, pronto a mettere le sue competenze al servizio dello staff di Thiago Motta.

Federico Spalletti, il secondogenito del CT degli azzurri

Non solo calcio: cresce la curiosità intorno alla vita privata di Luciano Spalletti, CT della Nazionale Italiana. Sposato con Tamara Angeli, la coppia ha tre figli: Samuele, Federico e Matilde. Nelle ultime ore, il nome di Federico, il secondogenito, sta circolando molto sul web, ma per ragioni legate al mondo del calcio.

Federico, classe 1995, entrerà infatti a far parte dello staff di Thiago Motta. Con una laurea in filosofia conseguita negli Stati Uniti e la padronanza di cinque lingue, Federico vanta già un’esperienza all’Udinese e ha superato con successo il concorso di osservatore al Centro Federale di Coverciano. Un profilo promettente che sta catturando l’attenzione degli addetti ai lavori.

Luciano Spalletti, ecco chi sono i tre figli

Non c’è solo Federico nella famiglia Spalletti. Luciano Spalletti, oltre al secondogenito che sta per entrare nello staff di Thiago Motta, ha altri due figli: Samuele, il maggiore, e Matilde, la più piccola di casa. Samuele, nato nel 1992, ha conseguito una laurea in Giurisprudenza e attualmente esercita la professione di avvocato. Matilda, invece, ha appena 13 anni e frequenta ancora la scuola.

In un’intervista a Fanpage.it, l’ex allenatore del Napoli ha descritto in modo affettuoso e poetico i suoi tre figli, ricordando il primo incontro con la moglie Tamara: “È lì che ho incontrato il mio sensibile bestione Samuele, il mio autoritario chitarrista Federico e la mia principessa Matilde”.

La lettera di Federico dopo la vittoria dello Scudetto

Il legame tra Luciano Spalletti e suo figlio Federico è emerso con forza attraverso una lettera toccante che il secondogenito ha scritto al padre dopo la vittoria dello Scudetto con il Napoli. Le parole, piene di orgoglio e profonda emozione, sono state condivise su Instagram e hanno rivelato un lato intimo del rapporto tra padre e figlio, uniti dalla stessa passione per il calcio.

Federico, con sincerità, ha raccontato di aver vissuto l’esperienza dello Scudetto con sentimenti contrastanti: “Lo scudetto l’ho vissuto con fastidio, fatica, ansia, sentimenti che a volte sono sfociati in odio, obbligato a parlarne e sentirne parlare, ormai convinto che mio padre non lo avrebbe mai vinto. Una carriera non vittoriosa, ma pur sempre gloriosa. Avevo fatto il callo alla superficiale retorica del perdente, perché se è vero che nel calcio vincere è l’unica cosa che conta, arrivare ad un obiettivo, personale o prefissato dalla società, non può che essere una vittoria, la quale quindi acquisisce un valore relativo”.

La lettera prosegue con un tributo affettuoso alla figura paterna: “Sentendo le storie di mia nonna che raccontava da dove veniva mio padre e vedere dove era arrivato, ero serenamente convinto che fosse un vincente, nel senso stereotipato del termine. Finalmente, siete tutti obbligati a ritenerlo tale, non c’è argomento che tenga e questa è la cosa di cui sono più fiero, che il mondo riesca a vedere lo Spalletti lavoratore con i miei stessi occhi, anche se per ragioni differenti, anche se non vuole: se era poesia non vincere in Italia per i motivi sopracitati, immaginate finalmente farlo in una piazza ricca-povera proprio come te”.

Federico chiude la lettera con un messaggio che trasuda affetto e ammirazione: “Non sono felice, sono sereno: babbo, sono orgoglioso di te e quando si parla di lavoro ti ho sempre difeso a spada tratta, garantiscimi la possibilità di sentirmi parte di tutto ciò. Firmato, un perdente”.

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