“Se vinciamo il derby, la strada si metterà in discesa”: queste erano state le parole di Massimo Moratti alla vigilia della stracittadina di Milano. L’Inter ha superato brillantemente l’ostacolo Milan, e ora ha messo tra sé e i cugini 4 punti, ed è a +11 dalla Juventus che però ha due gare da recuperare e si prefigura come l’avversario più pericoloso da qui alla fine della stagione.
La mini-fuga dà però molto fiducia alla truppa di Antonio Conte, che può contare in primo luogo su un Lukaku straripante, mai visto in queste condizioni di forma in carriera. Il bomber belga è sempre più leader, e non contribuisce solo con i gol (17, è l’attuale capocannoniere della Serie A) e gli assist (5), ma trascinando la squadra con il suo atteggiamento in campo. Lo stesso Handanovic dopo la partita ha dichiarato che ora “c’è gente che parla in campo, cosa che prima non si faceva”.
Oltre alla riconferma di Lukaku come trascinatore, il derby certifica la crescita di altri due giocatori ritrovati come Ivan Perisic e Christian Eriksen. Il centrocampista danese si sta integrando nei meccanismi del gioco di Conte, che si è detto “orgoglioso” per la sua crescita. L’ex Tottenham si è messo con umiltà al servizio della squadra, e i suoi colpi di classe potrebbero rivelarsi decisivi più avanti nel corso della stagione.
L’altro aspetto che fa pendere verso l’Inter l’ago dello scudetto è il calendario: da qui alla fine della stagione restano solo altri quattro scontri diretti con le big, e due su tre (Juve e Roma) saranno nelle ultime tre giornate, fa notare la Gazzetta dello Sport. La squadra di Conte quindi da qui a metà maggio, senza neanche gli impegni di Champions League e Coppa Italia, dovrà affrontare dodici partite di campionato, di cui 10 abbordabili sulla carta. I veri pericoli saranno solo l’Atalanta l’8 marzo a San Siro, e la sfida del 18 aprile contro il Napoli allo stadio Maradona.
Il Biscione dovrà raccogliere più punti possibili per rendere ininfluenti gli scontri diretti di fine stagione con Juventus e Roma.