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Inter, Marotta lancia l’allarme calendari: “La Serie A va riformata” poi la frecciata ai procuratori

Il presidente e amministratore delegato nerazzurro ha parlato del Mondiale per Club e del numero di partite sempre più elevato: "Ecco la mia soluzione"

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Obiettivi? Non poniamo limiti. Siamo l’Inter, un club storico che ha vinto tanti trofei in tutte le competizioni” – così Marotta a “Radio Anch’io Sport”, su Rai Radio 1. E a proposito di manifestazioni da giocare, il prossimo anno si andrà ad aggiungere anche il Mondiale per Club, che ha già suscitato tante polemiche in Europa. Dalle parole di Ancelotti, poi chiarite con un comunicato, fino alle pressioni dei campionati come la Premier e la Liga. I problemi principali sono due: economico e fisico.

Il presidente e ad dei nerazzurri ha spiegato la sua posizione: “È una vetrina importante a livello mondiale che accettiamo con orgoglio, ma è anche vero che esiste un ulteriore sovraffollamento del calendario. Dalla prossima stagione, con il nuovo format della Champions, ci saranno più partite, anche 17 per vincere la coppa”

Troppe partite? La soluzione di Marotta

L’idea di Marotta per cercare di dare un po’ di respiro ai giocatori è abbastanza chiara, ma è appoggiata solo da Juve, Inter, Milan e Roma al momento: “Il calendario si comprime sempre di più, andrebbe rivisto ed è per questo che secondo me la Serie A andrebbe ridotta a 18 squadre. I carichi di lavoro attuali non sono più sostenibili e dobbiamo tutelare i nostri ragazzi perché il rischio di infortuni è veramente notevole. Basta pensare che, ad oggi, Barella ha giocato oltre 50 partite: con un’offerta eccessiva, penso che il calcio possa perdere di attrattività”.

La gestione Oaktree e l’accusa ai procuratori

In casa Inter è iniziata la gestione Oaktree e Marotta ne ha parlato: “Oggi ci sono 10 proprietà straniere in Serie A. Non c’è più il mecenatismo e meno male arrivano capitali stranieri perché altrimenti perderemmo competitività. È chiaro che investitori come Oaktree manifestano la volontà di mantenere continuità e stabilità di gestione con grande trasparenza, ma anche rigidità economico-finanziaria. Mi sembra giusto: no alle spese folli, sì alla valorizzazione dei giovani. Questo dev’essere il nostro motto.

Poi il neo presidente dell’Inter ha tirato in ballo anche le commissioni per gli agenti: “Nella scorsa stagione abbiamo speso un miliardo di commissioni, sono soldi che finiscono fuori dal sistema. Capisco e rispetto la professione, ma spesso si assiste a situazioni non eccessivamente chiare e vanno quindi regolamentate, per quanto questi professionisti facciano ormai parte del movimento”.

Il problema stadi e il futuro

Il problema degli stadi in Italia è notevole e sentito” ha detto Marotta, toccando un altro temo molto delicato. Poi ha proseguito: “Abbiamo grandi difficoltà per una lentezza burocratica, che porta a far sì che ci sia una fuga di potenziali investitori. Il problema è generale: gli impianti hanno un’età media di oltre 70 anni. Facciamo fatica a valorizzare l’asset come nel resto d’Europa. L’auspicio è che si trovi una collocazione definitiva. È un problema e un’esigenza. Abbiamo individuato la zona di Rozzano e abbiamo esteso il diritto di esclusiva e c’è poi la proposta del Comune di Milano sulla riqualificazione di San Siro. Adesso è un po’ prematuro».

Il futuro di Inzaghi e il rinnovo di Lautaro

Marotta ha poi parlato anche del futuro dell’Inter: “Inzaghi rispetto agli allenatori emergenti che ci sono in circolazione è molto più giovane, ha tempo per fare esperienza. Ha fatto un salto in avanti notevole. È un bravissimo allenatore, moderno, con qualità umana che va di pari passo con la competenza. Oggi allo sport si richiedono questi valori, Inzaghi li coniuga. Ha tanta pressione addosso perché è responsabile tecnico di un club mondiale, come tale si esigono certi risultati, ma sono molto contento e ottimista sul suo futuro. La speranza è che resti con noi tanti anni. Lautaro? Virtualmente ha già firmato, siccome è impegnato con la sua nazionale dovremo aspettare qualche giorno per la firma, ma consideriamo già effettuato il suo rinnovo”.

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