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Max Allegri ha ritrovato la sua Juventus, ma l'attacco non gira

A Roma quarta partita senza subire gol nelle ultime sette per la Juventus, ma gli attaccanti non incidono e non segnano: i numeri che preoccupano il tecnico bianconero.

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Grazie a due rigori trasformati da Leonardo Bonucci la Juventus ha sbancato il campo della Lazio agganciando in classifica la squadra allenata da Maurizio Sarri e rilanciando la propria candidatura per un ruolo da protagonista in campionato.

La prima sconfitta subita in campionato dal Milan ha anche permesso ai bianconeri di rosicchiare altri tre punti ai rossoneri, il cui vantaggio in classifica sulla squadra di Max Allegri è “solo” di 11 punti. Ancora tanti, ma negli ultimi 180 minuti il Milan ha perso ben cinque lunghezze rispetto alla Juventus.

Solida, impenetrabile e cinica: Max Allegri ritrova la “sua” Juventus

È ancora molto presto per parlare di una Juve tornata in corsa anche per lo scudetto, non per sottolineare che Allegri sembra aver ripreso in mano la squadra attraverso i propri principi di gioco.

All’Olimpico è infatti arrivato il secondo successo di fila, ancora senza subire gol come contro la Fiorentina.

La miglior striscia stagionale dei bianconeri è di quattro vittorie consecutive, ottenute tra la quinta e l’ottava giornata, ma solo in due di queste gare, quelle contro Torino e Roma, la Juventus era riuscita a tenere la porta inviolata, mentre contro Spezia e Sampdoria, pur senza colpe specifiche, Wojciech Szczesny aveva dovuto raccogliere nella propria porta due palloni in ciascun match, per la furia di Max Allegri, che ha sempre fatto della solidità difensiva il punto di forza del proprio lunghissimo ciclo vincente sulla panchina della Juventus.

Ora, con quattro clean sheets nelle ultime sette gare di campionato, i conti iniziano a tornare per il tecnico livornese, considerando anche la buona prova difensiva offerta contro l’Inter, che aveva visto la Juventus subire il gol da Edin Dzeko solo al termine di un’azione piuttosto caotica.

“Bomber” Bonucci nella storia della Juventus (e della Serie A)

Del resto basta scorrere le statistiche della partita contro la Lazio per far capire come la Juventus stia ricambiando pelle dopo i due anni con Maurizio Sarri e Andrea Pirlo, tecnici dalla mentalità molto differente rispetto a quella di Allegri. Contro i biancocelesti la Juventus ha tirato in porta solo cinque volte, compresi i due calci di rigore, chiudendo con appena il 42% di possesso palla, ma concedendo un solo tiro in porta agli avversari, la cui scelta di scendere in campo con Pedro falso attaccante al posto dell’infortunato Immobile ha finito per agevolare la sempre più solida retroguardia juventina.

E se a rendere possibile la ritrovata impermeabilità è anche un centrocampo finalmente equilibrato, complice l’inserimento di McKennie al fianco di Locatelli con Rabiot all’ala sinistra, il simbolo della risalita della Juventus non può che essere “bomber” Leonardo Bonucci.

A Roma il vice capitano della Nazionale ha realizzato la prima doppietta della carriera in Serie A e si è confermato rigorista implacabile risultando il primo difensore capace di realizzare una doppietta su calcio di rigore in una partita di Serie A da Maurizio Domizzi con il Napoli nell’ottobre 2007.

Juventus, i numeri da incubo dell’attacco

L’altra faccia della medaglia parla però di un attacco che continua a non trovare la rete. Se infatti Bonucci, oltre a essere il difensore che ha segnato più gol in Serie A dall’inizio dello scorso decennio (27) è anche il capocannoniere stagionale della Juventus in campionato a quota tre insieme a Paulo Dybala il segnale che qualcosa là davanti non giri come dovrebbe è evidente.

Il dato è schiacciante: nelle ultime sette partite di campionato la Juventus ha segnato un solo gol su azione con gli attaccanti, quello di Kean contro la Roma, peraltro frutto di un rimpallo dopo un colpo di testa di Bentancur.

Vero che a Roma mancava proprio Dybala, ma Federico Chiesa ha confermato di trovarsi a disagio da punta pura, Alvaro Morata ha lottato, ma senza graffiare, e lo stesso Kean, subentrato ha fallito nel finale il gol del 3-0. Per tornare grandi a una difesa solida deve corrispondere anche un attacco prolifico e capace di finalizzare le occasioni prodotte.

E quanto successo poco dopo Lazio-Juventus in Fiorentina-Milan con l’ennesimo show di Dusan Vlahovic deve aver convinto ulteriormente la dirigenza bianconera circa il prossimo investimento da effettuare… 
 

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