Niente da fare per Matteo Arnaldi. La corsa del sanremese al Miami Open si ferma agli ottavi di finale, i primi raggiunti dal giovane azzurro di Davis in un Masters 1000. Ai quarti vola Tomas Machac, che in questo torneo aveva già eliminato Rublev e Murray. Peccato per Arnaldi, perché questa contro il ceco – numero 60 del ranking ATP – poteva essere una buona occasione per fare ulteriore strada. Magari per sfidare Jannik Sinner in un derby affascinante nei quarti.
- Miami Open: Arnaldi in difficoltà contro Machac
- Tennis, troppi errori per Matteo: addio sfida a Jannik
- Arnaldi, un'ora e venti per salutare il torneo
Miami Open: Arnaldi in difficoltà contro Machac
Ventidue le posizioni di differenza in classifica tra l’italiano e il ceco. Arnaldi che, in ogni caso, al termine del torneo in Florida entrerà tra i primi 35 o 36 al mondo e che però, sin dai primi scambi, non è sembrato nella sua giornata migliore. Il vento ha disturbato più lui che Machac ed è stato Arnaldi a rendersi protagonista di tanti, troppi errori. Il tutto dopo un avvio promettente, col primo gioco vinto a zero e col secondo, il primo sul servizio del ceco, portato ai vantaggi. Al quinto game arriva il break del ceco, che poi chiude i conti strappando ancora il servizio all’italiano nel nono gioco. Sei a tre per lui nel primo set.
Tennis, troppi errori per Matteo: addio sfida a Jannik
Nel secondo la storia si ripete, con Machac che può giocare in scioltezza e Arnaldi costretto a forzare i colpi, sempre disturbato oltremisura dal vento che spira sul campo. La condotta sparagnina del ceco trova i suoi dividendi nel sesto game, in cui arriva il break decisivo. Fatali le scelte sbagliate di Arnaldi in prossimità della rete, con alcuni errori determinanti. A Machac, a questo punto, basta capitalizzare al massimo le prime palle di servizio per portare a casa anche il secondo parziale sul punteggio di 6-3, lo stesso del primo, e per prepararsi alla prossima sfida, in programma già nella giornata di mercoledì.
Arnaldi, un’ora e venti per salutare il torneo
I rimpianti sono tutti per una partita in cui, forse, Matteo non è mai riuscito a entrare. Disturbato dal vento, dal gioco attendista di Machac, forse anche dall’ansia di essere il favorito. Arnaldi tra i due era quello che aveva più da perdere: e infatti ha perso. La sua avventura è finita in appena un’ora e venti minuti di gioco, a dispetto delle grandi aspettative che le vittorie nei turni precedenti avevano eliminato, contro un avversario apparso tutt’altro che irresistibile, ma più freddo e scaltro nel giocare tatticamente una partita che si è decisa soprattutto sui nervi.
“Non è stata una buona giornata, già da un paio di giorni non mi sentivo benissimo, qualche sintomo influenzale”, ha spiegato Arnaldi. “Ma non cerco scuse, semplicemente lui è stato bravo a non farmi fare il mio gioco. Naturalmente la prestazione di oggi non mi rende felice, ma alla fine cerco di prendere il buono delle partite che ho vinto, dell’atteggiamento che ho avuto. Un passo dopo l’altro mi sento comunque cresciuto e ora finalmente farò tornei che ho già visto, sarò a Montecarlo, poi Barcellona Madrid, Roma e il Roland Garros. Per ora il programma è questo”.