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Miami, per Djokovic il titolo numero 100 resta stregato: vince Mensik, il 19enne che vuol riscrivere la storia

Dopo 6 ore di attesa (causa pioggia), in finale a Miami Djokovic non regge l'urto del ceco, che firma 14 ace e si prende una vittoria inaspettata

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Fate largo a Jakub Mensik: dopo Jack Draper a Indian Wells, il Sunshine Double regala un’altra sorpresa eccellente, nel senso che in assenza di Jannik Sinner c’è chi ha saputo sfruttare per davvero l’occasione e portarsi a casa un Masters 1000 che vale tantissimo. E che rimbalza nuovamente in faccia a Novak Djokovic, che ancora una volta deve rinunciare all’idea di conquistare il titolo numero 100 della sua carriera ATP. Con Mensik che lo fredda letteralmente, due volte, sempre al tiebreak: doppio 7-6 e primo titolo del circuito 1000 in bacheca. Con la sensazione che non sarà di certo l’ultimo.

Djokovic solido, ma non abbastanza: Mensik più cinico e continuo

Quando Thomas Berdich vinse a Parigi-Bercy l’ultimo titolo di un Masters 1000 finito a casa di un giocatore della Repubblica Ceca, Mensik aveva appena un paio di mesi di vita. Diciannove anni e 5 mesi più tardi però l’incantesimo si è rotto, e nessuno avrebbe potuto prefigurare un copione più thrilling: la pioggia caduta copiosa a Miami nel corso della giornata ha richiesto ben 6 ore di attesa prima di vedere i due finalisti scendere in campo, ma questo non ha tolto furore a nessuno dei due protagonisti.

Con Djokovic che ha giocato col piglio ritrovato delle ultime settimane, alzando notevolmente le percentuali al servizio (non proprio ai livelli delle due precedenti uscite, comunque attorno all’80%) e concedendo appena tre palle break al rivale (solo una a segno, nel secondo gioco del match).

Mensik a sua volta di opportunità per farsi soffiare la battuta ne ha offerta una soltanto, sfruttata però dal serbo nel settimo gioco, quando dopo un avvio difficile risale la corrente. Al tiebreak però si è mostrato notevolmente superiore: in quello del primo set è scappato via sul 5-0, approfittando anche di tre errori pesanti di Djokovic, chiudendo sul 7-4.

Il pianto di gioia e quella “minaccia” alla telecamera

Nel secondo set il serbo deve annullare due palle break in un quinto gioco delicatissimo, dove con una gran prima e dopo uno scambio feroce riesce a salire sul 3-2, urlando di rabbia mista a gioia con Murray, presente al suo angolo.

Mensik al servizio non concede nulla e l’epilogo al tiebreak è un’altra volta una necessità: stavolta sbaglia anche il ceco, che non sfrutta i primi due minibreak concessi dal serbo. Che alla lunga dimostra di soffrire gli scambi prolungati, col 19enne di Prostejov che ne approfitta puntualmente.

Sul 6-3 il finale del match pare davvero segnato: la prima palla per il torneo finisce in rete, non la seconda, con Jakub che crolla a terra piangendo per l’emozione e Nole che lo va ad abbracciare, dicendogli parole che probabilmente non dimenticherà mai per il resto dei suoi giorni. Anche se la dedica sulla telecamera vale più di mille parole: “First of many”, il primo torneo vinto di tanti. Più che un augurio per sé, una “minaccia” per gli altri.

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