Non è lui il principale imputato, secondo i tifosi del Milan. Anzi: ora come ora, cambiare ancora allenatore avrebbe pochissimo senso. Semmai, è qualcun altro che dovrebbe togliere il disturbo, almeno secondo gli ultras della curva che hanno scandito incessantemente cori contro la proprietà durante il match contro la Lazio. Eppure, anche il destino di Sergio Conceicao è sembrato in bilico dopo l’ennesimo rovescio dei rossoneri. Sconfitti in casa dalla Lazio (1-2) e ormai distanti anni luce da un piazzamento Champions.
- Milan-Lazio, dirigenza rossonera negli spogliatoi
- Milan, le parole di Conceicao dopo l'ennesimo ko
- Conceicao e il futuro: "Conta il Milan, non me"
Milan-Lazio, dirigenza rossonera negli spogliatoi
Al termine del match coi biancocelesti, visto anche il ritardo sospetto nel presentarsi ai microfoni delle varie tv, qualcuno ha ipotizzato scenari simili a quelli che hanno portato al siluramento di Paulo Fonseca, giunto curiosamente dopo una scialba prestazione del Milan contro l’altra formazione della Capitale: la Roma. E invece no: la dirigenza rossonera, Ibra e Furlani in testa, s’è recata davvero negli spogliatoi, ma per rincuorare la squadra dopo una sconfitta bruciante. Giunta all’ultimo istante e in dieci contro undici, dopo che Chukwueze era riuscito a raddrizzare il punteggio.
Milan, le parole di Conceicao dopo l’ennesimo ko
Quindi Conceicao. Confermato in panchina, nonostante molti tifosi sognino l’approdo di un grande ex come Tassotti per provare almeno a salvare faccia e dignità. “Non è facile giocare con questo ambiente”, le prime considerazioni del portoghese. “Sono tanti gli episodi che possono succedere. L’ambiente non era certamente facile per i giocatori, non è che non volevano vincere, ci hanno provato anche in inferiorità numerica, anche io coi cambi. Avevamo due giorni di riposo in meno della Lazio, perdere così non è facile, quando ti fischiano a ogni azione. Ma dobbiamo mettere fuori l’orgoglio, lavorare al massimo sotto tutti i punti di vista”.
Conceicao e il futuro: “Conta il Milan, non me”
Per il portoghese è chiaro da dove si possa ripartire: “Capire anzitutto cosa abbiamo fatto bene, trovare compattezza, evitare di prendere gol e provare a essere più freschi negli ultimi trenta metri. Prima del rigore potevamo fare il 2-1 noi, ad esempio. Se c’è maggiore propensione a correre in avanti piuttosto che in difesa? Sì, è così. Ma io sono coi miei giocatori, vogliamo dimostrare che abbiamo orgoglio, tutti insieme. Se loro sono con me? Sì“. Quindi sul futuro: “La cosa importante è il Milan, non Conceicao. Sono abituato da piccolo a vincere e a raggiungere obiettivi, non a perdere. Posso solo garantire di voler lavorare ancora di più”.