Blue Skye attacca, Elliot risponde. Non sembra esserci pace nei piani dirigenziali del Milan, che continuano ad avere conti in sospeso legati alla cessione del club proprio dal fondo Elliot a RedBird lo scorso 31 agosto. Un closing su cui sta l’ex membro di minoranza del consiglio di amministrazione vuole vederci chiaro e si dice pronto a dare battaglia in ogni sede. Oggi, però, arriva anche la risposta di Elliot, che attacca avviando contro-ricorsi in Lussemburgo proprio contro Blue Skye.
La prima mossa di Blue Skye
Oltre ai problemi del campo, che dal rientro dopo la sosta mondiale hanno portato all’eliminazione in Coppa Italia e costretto ad abdicare nella corsa allo Scudetto, il Milan vive le sue battaglie anche fuori dal terreno di gioco.
A metà settembre scorso, infatti, Blue Skye Financial Partners, ex socio di minoranza nella gestione del Milan guidato dall’ex membro del CdA rossonero, Gianluca D’Avanzo e da Salvatore Cerchione, aveva depositato presso il Tribunale di Milano un ricorso d’urgenza per provare a bloccare la vendita del club dal fondo Elliott alla società di Gerry Cardinale, Redbird.
Le motivazioni dietro quella decisione trovano ragion d’essere nella contestazione di condotta fraudolenta di cui Blue Skye e la sua controllante, Luxembourg Investment Company, si sentivano vittime, visto il – a loro dire – mancato coinvolgimento su una vendita che li vedeva direttamente interessati.
Il blitz della Guardia di Finanza
Come detto, la richiesta d’urgenza per annullare la cessione del Milan a RedBird scoppiò come una bolla di sapone, con Blue Skye costretta a fare dietrofront e a rinunciare al ricorso cautelare d’urgenza, impossibile da portare avanti visto che la vendita era già stata chiusa. Una mossa che costrinse l’ex socio di minoranza anche a pagare 20mila euro per sostenere spese legali.
Dopo la chiusura di quel procedimento, Blue Skye non si è di certo arresa, tanto che resta aperto a tutt’oggi un procedimento tra le due parti riguardante un pegno legato alla medesima vicenda. Così, a fine gennaio, Blue Skye è tornata all’attacco per cercare di fare chiarezza sulla vendita del Milan, lamentando un danno superiore ai 100 milioni di euro e parlando di scarsa trasparenza nei passaggi che portarono al closing con Redbird.
Proprio a seguito delle mosse di Blue Skye, lo scorso 26 gennaio è entrata in azione la Guardia di Finanza, protagonista di un blitz nella sede del Milan per procedere con alcune acquisizioni condotte nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che punta a far luce sulla vendita del club rossonero ad agosto 2022. Sotto la lente degli inquirenti ci sono le motivazioni che avrebbero portato Gordon e Paul Singer a preferire la società di Gerry Cardinale rispetto al fondo arabo Investcop.
Elliot tranquillo e all’attacco
Come riportato da Calcio&Finanza, però, alla battaglia ha scelto di prendere parte attiva anche il fondo Elliott, che avrebbe a sua volta “avviato azioni riconvenzionali (dei controricorsi) in Lussemburgo contro la stessa Blue Skye e contro Giovanni Caslini, in relazione alle rispettive violazioni dei doveri contrattuali e fiduciari”.
Come ricorda C&F, Caslini era “al centro di una delle cause presentate da Blue Skye per la sua rimozione dal board di Rossoneri Sport Investment, veicolo che controllava il Milan e il cui 100% era controllato a sua volta da Project Redblack (della quale il 4,27% era nelle mani di Blue Skye)”. La vicenda resta intricata e da seguire con attenzione. Non sono da escludere a priori possibili ripercussioni sul Milan, anche se già lo scorso giugno, Elliot si dimostrava tranquillo, sminuendo le mosse di Blue Skye a:“una serie di contenziosi frivoli e vessatori […] nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui Blue Skye non ha diritto”.