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Milan, Fonseca ha fallito il colpo di Stato: cosa succede ora

Dall'esclusione di Theo ai giovani Jimenez e Liberali che non sono riusciti a dare la scossa contro il Genoa: fondamentale la trasferta di Verona

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Il Milan di Paulo Fonseca continua a vivere una stagione tutt’altro che positiva, nonostante l’ottimo rendimento registrato in Champions League dopo un inizio shock. Il pareggio a reti bianche con il Genoa di Vieira, però, ha fatto riemergere i fantasmi del recente passato, scatenando l’ira dei tifosi rossoneri nel giorno del 125° anniversario della nascita del club. Fallito il “colpo di stato” del manager portoghese, arrivato ad escludere anche Theo Hernandez dall’undici titolare, per lanciare il 19enne Jimenez e il classe 2007 Liberali dal primo minuto.

Fonseca, dalla contestazione alla disastrosa classifica

Rivoluzione fallita, fischi a San Siro e festa rovinata. Si può riassumere così la serata del Milan di Paulo Fonseca, fermato sullo 0-0 dal Genoa di Patrick Vieira, in occasione del posticipo domenicale della 16a giornata di Serie A. Le mosse “provocatorie” del tecnico lusitano non hanno sortito alcun effetto, nonostante un buon numero di palle gol sciupate dalla formazione di casa, sfortunata anche nel finale con Morata.

“Contestazione normale”, ha detto Fonseca nel post partita, comprendendo lo stato d’animo della Curva Sud e del popolo rossonero, affranto dopo l’ennesima scialba prestazione. Un passo avanti e due indietro, tra campionato e Champions League. Del resto, a pochi giorni dalle preoccupanti dichiarazioni rilasciate al termine di Milan-Stella Rossa, quella dell’ex allenatore della Roma è una figura fragile, così come la sua posizione.

“Io capisco perfettamente la reazione dei tifosi – ha aggiunto Fonseca, ora all’ottavo posto con 23 punti all’attivo. Era un giorno speciale, ma dobbiamo essere giusti con la squadra: i giocatori hanno fatto tutto per vincere – ha sottolineato, difendendo scelte e spogliatoio. È mancato solo il gol. Atteggiamento, spirito di squadra, ci sono stati. Siamo mancati di qualità, nelle ultime decisioni, gli assist, i tiri, ma tutto il resto no… Voglio essere giusto con la squadra, i ragazzi hanno fatto tutto per vincere. Non siamo nel posto che vogliamo, ma stiamo lavorando in una forma onesta”.

Nonostante le esclusioni eccellenti, come quella di Theo Hernandez, e l’inserimento di giovanissimi quali Jimenez e Liberali, Fonseca è ancora convinto di poter contare sulla fiducia del gruppo squadra: “Dal primo giorno ho i giocatori con me, ogni giorno mi dimostrano che stanno con me e che credono nelle mie idee”.

Milan, tifosi furiosi: Fonseca sotto accusa, ma non solo

Sui social, intanto, insorgono i tifosi rossoneri, mettendo nel mirino Fonseca, ma non solo. Bufera anche su Zlatan Ibrahimovic e sulla proprietà, con Gerry Cardinale dato da molti per disperso. “Milan non all’altezza del suo glorioso passato”, si legge sul web, con chiaro riferimento alle tante leggende intervenute ieri a San Siro per il 125° compleanno del Diavolo.

E c’è chi, guardando al presente, rimpiange Stefano Pioli, allontanato alla fine della passata stagione: “Perdonali Stefano. Eri l’oro in panchina, ma avevano deciso che il problema eri tu”, scrive un utente su X. Per tanti, la crisi progettuale è cominciata con l’addio di Paolo Maldini, ma qualcuno non ha gradito altre tappe del rapporto tra il Milan e l’iconico capitano: “Ma quelli che oggi difendono/rimpiangono Maldini sono gli stessi che lo hanno fischiato all’ultima a San Siro? Il post di ieri a fine partita dimostra che fuori dal campo è una persona deludente”.

I più attenti non dimenticano l’inizio del ciclo RedBird e alcuni aspetti finanziari non trascurabili: “La cosa più angosciante sulla situazione Milan e per i suoi tifosi, è che dal mondo dell’alta finanza non si muove nulla su una sua possibile vendita, anche rispetto alla restituzione del vendor loan, un prestito di 560 milioni di euro concesso dal fondo Elliott (venditore) a RedBird (acquirente) al momento del passaggio di proprietà. In questo caso, il beneficio principale per l’acquirente è la riduzione e/o l’azzeramento dell’esposizione finanziaria verso il sistema bancario. E ciò resta uno dei nodi più significativi dell’inchiesta che ha investito i neo proprietari del Milan.

Come cambia (ancora) la formazione di Fonseca

Sul campo, pesano le assenze di giocatori come Pulisic, Loftus-Cheek e Musah. In un mare magnum di negatività in cui si sta esaltando il solo Tijjani Reijnders, il Milan deve trovare la forza di rialzarsi e non sbagliare il prossimo colpo. A Verona, la formazione titolare cambierà, ancora una volta.

Pur avendo fallito due clamorose chances nella serata di ieri, difficile tener fuori Alvaro Morata, a cui dovrebbe essere garantita una maglia dal 1′. Non è escluso che Fonseca riproponga il doppio centravanti, con Abraham accanto allo spagnolo, Leao a sinistra e Chukwueze a destra. Un 4-4-2 a trazione anteriore, ma necessario per dare una scossa. Resta aperto il ballottaggio Theo Hernandez-Jimenez, mentre non si tocca Fofana a protezione della difesa.

Questa la probabile formazione del Milan di Fonseca in vista del prossimo impegno con il Verona:

MILAN (4-4-2): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Thiaw, Theo Hernandez; Chukwueze, Fofana, Reijnders, Leao; Morata, Abraham.

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