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Milan, Furlani allo scoperto su Pioli, mercato e il futuro di Leao, Maignan, Theo e gli altri big

Dal futuro del tecnico rossonero al probabile addio di Giroud, con un occhio a Leao, Maignan e Theo Hernandez: giovedì il ritorno con la Roma, poi il derby.

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Dall’amaro pareggio di Reggio Emilia al ritorno dei quarti di finale di Europa League con la Roma, passando per il futuro di Stefano Pioli e la collaborazione con Zlatan Ibrahimovic, in vista del prossimo mercato estivo. Per Giorgio Furlani, protagonista a DAZN durante la trasmissione “Supertele”, resta difficile dimenticare l’eliminazione dalla Champions League, ma ad oggi quel che conta è il presente, in una settimana che potrebbe dire tanto sulle mosse del Milan 2024-25.

Furlani a DAZN: “Presto per fare un bilancio tecnico”

Giorgio Furlani, amministratore delegato dell’AC Milan, è stato ospite di DAZN e del programma “Supertele”, condotto da Pierluigi Pardo al termine del Monday Night di Serie A. Tanti i temi toccati dal dirigente rossonero, tra passato, presente e futuro. Per molti tifosi, è già tempo di bilanci, ma il club di Gerry Cardinale appare concentrato sul consolidamento del secondo posto e, soprattutto, sulle possibilità di rimonta in Europa League contro la Roma di Daniele De Rossi.

“È un po’ presto per fare un bilancio tecnico, – ha precisato a DAZN l’ad Furlani – vediamo quest’ultimo mese. Finora stiamo facendo bene – ha aggiunto -. Siamo 12 punti avanti rispetto all’anno scorso. È un peccato essere usciti dalla Champions, siamo dispiaciuti, anche se era un girone molto difficile. Partiamo sempre con l’idea di vincere. In parte, ogni stagione in cui non vinci è una stagione in cui avresti voluto farlo”.

Il futuro di Pioli, Furlani: “Persona squisita, vediamo come andrà a finire la stagione”

Il futuro di Stefano Pioli rimane uno dei temi più dibattuti nell’ambiente Milan, con gran parte dei tifosi rossoneri che vorrebbero l’apertura di un nuovo ciclo, dopo aver vinto e ricostruito delle fondamenta solide. Al momento, però, la posizione del tecnico ex Fiorentina è ancora sub iudice, come confermato da Giorgio Furlani: “È da inizio stagione che la critica al mister si accende dopo ogni partita non vinta. Quest’anno ha fatto bene e siamo focalizzati sul finale. È una persona squisita, con la quale si lavora molto bene e posso dire che siamo fortunati. Non si può giudicare un tecnico su una partita, ma si valuta su una stagione intera. Vedremo come andrà a finire questa, ma siamo fiduciosi”.

Calciomercato Milan, Furlani: “Ibra grande campione”

Siamo ad aprile, quasi ai titoli di coda della stagione 2023-24, e un club come il Milan non può non guardare al futuro. Lo sta facendo Zlatan Ibrahimovic, pronto ad essere affiancato da un suo uomo di fiducia, con un occhio alla prima squadra e grande attenzione alla possibilità di avviare il progetto U23, seguendo i modelli lanciati da Juventus e Atalanta in Lega Pro.

Sul fronte mercato, si prospetta un’estate di consolidamento, per una società che perderà verosimilmente Olivier Giroud e sarà costretta a puntellare alcuni reparti, tenendo in considerazione qualità e carta d’identità: “La filosofia è sempre migliorare la squadra – parola di Furlani -. L’anno scorso abbiamo fatto parecchi cambiamenti, era necessario. Quest’anno sarà un lavoro più mirato perché le basi ci sono. I profili ideali? Non è giusto dire che puntiamo solo ai giovani o a una tipologia nello specifico. Ciò che facciamo è guardare vari criteri. Quando analizziamo potenziali acquisti partiamo dallo scouting, è un fattore importantissimo. Ci sono i dati, di cui si parla tanto e che ci aiutano nella scelta, ma poi si guarda la storia medica e la personalità del giocatore oltre al tema finanziario”.

Ibrahimovic resta una figura di riferimento per Cardinale e per lo stesso Furlani, soprattutto alla vigilia di appuntamenti importanti: Leadership e decisioni finali sono di Redbird e Gerry Cardinale – ha detto l’ad – e sotto di lui c’è un gruppo di lavoro. Zlatan è stato un grande campione in campo e ora contribuisce su vari fronti, insieme a me, Moncada, D’Ottavio e alle altre aree di lavoro. Ognuno dà il suo contributo. Il ritorno con la Roma? Possiamo giocare meglio, abbiamo dei grandi campioni e i nostri faranno vedere di che pasta sono fatti. Pensiero al derby di lunedì? Evito. È sempre una partita importante per noi e lo giocheremo a mille”.

Furlani sui big: “Non abbiamo bisogno di cessioni per rientrare dalle perdite”

Da Giroud a Leao, passando per Maignan e Theo Hernandez. Ci sono big che saluteranno e altri che rappresenteranno le basi per presente e futuro. Furlani non si nasconde e non si pone limiti sul mercato: “Noi non abbiamo bisogno di fare cessioni per rientrare da perdite, – ha sottolineato a DAZN – siamo una società in attivo e abbiamo possibilità di investire. Se Maignan, Leao e Theo sono al sicuro? Sono giocatori del Milan, hanno contratti lunghi e sono contenti di stare con noi. Giroud al passo d’addio? Olivier ha fatto la storia qui, vediamo cosa deciderà per il futuro. L’estate scorsa non siamo stati timidi sul mercato, non lo saremo nemmeno quest’anno se servirà. In ogni caso, non bisogna fare colpi tanto per farli. L’idea è sempre costruire una squadra competitiva e vincere”.

Sull’attuale fatturato del Milan, ha poi aggiunto: “Al momento siamo intorno ai 400 milioni. Quanto può crescere? È una domanda complicata, dipende dall’attività che facciamo noi e quindi dal lavoro che svolgiamo con i nostri partner. E poi dalle competizioni UEFA, da quanto andiamo avanti e dal lavoro che facciamo con la Serie A insieme alle altre società”.

Il nuovo stadio, invece, sembra essere più di un’idea: “È una parte importantissima. Oggi abbiamo San Siro e ci focalizziamo su questo per renderlo un’esperienza migliore per i nostri tifosi. Un domani chi lo sa. Io avevo l’abbonamento a San Siro e ci andavo con mio padre, è un posto speciale. Lo stadio è però anche un motore per creare risorse che vengono reinvestite nel calcio e oggi San Siro è un prodotto datato”.

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