Grandi dirigenti si nasce o ci si diventa? Dipende dai casi, anche se non necessariamente la bravura in questo ruolo si collega al talento manifestato sul campo da gioco. Chi lavora per diventare fuoriclasse pure dietro la scrivania è Zlatan Ibrahimovic. La possibilità gliel’ha data il suo Milan, da uomo di fiducia della proprietà. I risultati fin qui non sono stati però entusiasmanti e ora a causa sua c’è stato anche un ribaltone in dirigenza con l’addio del direttore sportivo Antonio D’Ottavio.
- D'Ottavio messo alla porta da Zlatan
- Chi è D'Ottavio, artefice del Milan Futuro
- Le scintille con Ibra e le loro radici
D’Ottavio messo alla porta da Zlatan
Antonio D’Ottavio non è più il direttore sportivo del Milan. L’ufficialità in realtà non c’è ancora ma è questione di minuti o al massimo di ore, dal momento che la decisione è stata già presa. Il dirigente paga il pessimo rapporto con Zlatan Ibrahimovic: due visioni completamente opposte su qualsiasi argomento dalla Prima Squadra al Milan Futuro passando per il settore giovanile. La scintilla sarebbe avvenuta alla vigilia della sfida poi persa dal Diavolo contro l’Atalanta.
Chi è D’Ottavio, artefice del Milan Futuro
D’Ottavio non era peraltro una figura emergente dovuta al nuovo corso. Il diesse era in carica fin dal 2017, ricoprendo più ruoli all’interno della società e partendo come capo degli osservatori della prima squadra e del settore giovanile. E’ sempre stato considerato molto vicino a Geoffrey Moncada, del quale è stato a lungo il braccio destro. Con D’Ottavio è partito il progetto Milan Futuro fino all’arrivo di Jovan Kirovski che assumerà il suo ruolo anche ora.
Le scintille con Ibra e le loro radici
Con Zlatan Ibrahimovic, D’Ottavio non si è mai preso. Una dei primi scricchiolii è stato la scelta dell’allenatore da piazzare nell’Under 23. Per lo svedese il nome ideale è sempre stato quello di Daniele Bonera mentre il diesse caldeggiava la pista Ignazio Abate. Poi il responsabile del settore giovanile, per cui Ibra voleva un candidato esterno proveniente dall’Ajax mentre D’Ottavio prediligeva una risorsa interna. Insomma, davvero pochi elementi in comune per questi due personaggi e un destino già segnato in partenza.