In occasione dei suoi 40 anni, il MIlan ha organizzato un’intervista a Zlatan Ibrahimovic. Il campione rossonero ha esordito scherzando sul suo compleanno: “Non è una cosa che ho scelto, nel mese di ottobre sono nati tanti campioni e io mi sento uno di loro. Oggi Ibrahimovic è più completo, più calmo e ogni tanto come il vecchio Ibrahimovic. Sono più tranquillo, rilassato e con più esperienza. Mi comporto in modo diverso avendo un ruolo diverso in campo e fuori dal campo. Ora non faccio più le cose a duemila all’ora, adesso faccio con calma. Sulle persone che mi dicono di essere vecchio? Questo mi stimola. Ogni volta che mi dicono che sono vecchio mi fanno fare le cose per dimostrare che non sono vecchio”.
Ibrahimovic ha analizzato il momento del Milan: “I ragazzi stanno bene, hanno grande voglia, sono tutti disponibili e hanno voglia di fare di più. In campo si comportano diversamente, c’è più fiducia. Mi dispiace di non riuscire a giocare, ma quando ci sono faccio paura. Futuro? Prima devo giocare, poi pensiamo al secondo step. Ora voglio giocare il più possibile, non voglio lamentarmi un giorno di voler giocare ancora. Non mi sento di dire che sono arrivato a questo step, io mi sento ancora il più forte di tutti, posso portare risultati e soddisfare i tifosi. Lo step 2 dipenderà dalla disponibilità dal club. Ora il progetto è differente, ma io sono qua da un e mezzo e abbiamo creato una cosa importante e differente rispetto a come era abituato il Milan. Maldini? Con Paolo ho un grande rapporto. Ora fa il dirigente e sta crescendo molto, ha fatto un grande lavoro. Parla con tutti e ogni giorno è agli allenamenti. Questo approccio è molto importante. Quando arrivano giocatori da tutto il mondo c’è la pressione di fare bene e portare risultati serve una figura come la sua”.
Ibrahimovic ha spiegato il segreto della sua longevità: “Penso che ogni giocatore cambia dopo l’età che ha. Non posso giocare come 5 anni fa, ho un altro fisico, un altro pensiero e un’altra esperienza. Riesco a giocare ancora perché mi è stato dato un gioco in cui posso aiutare la squadra nel miglior modo, non esagero nelle energie che mi possano mettere fuori condizione. Poi mi alleno, mi piace allenarmi tanto, devo essere equilibrato. Quando vedo la squadra voglio essere trattato come loro: se faccio meno, loro fanno meno. Io vado al massimo, ma ogni tanto questa cosa mi va contro. Ma è la mia mentalità. Puoi avere tanto talento, ma se non hai testa…”.
Nonostante una carriera stellare, Ibrahimovic non si accontenta: “Ho voglia di fare di più. Non sono soddisfatto. Quando sarò soddisfatto dirò addio al calcio. Il calciatore deve avere fame. Se non sei soddisfatto non ti svegli con la voglia di fare di più. Le mie aspettative sono alte, sia dai miei figli sia dai figli al Milan. Voglio camminare sul fuoco per sentirmi vivo. Ogni tiro, ogni passaggio e ogni energia che passo ai miei compagni, voglio che continui il più possibile, senza limiti”.
Ibrahimovic chiude l’intervista parlando del passato: “Penso che tutto quello che è successo, e che sta succedendo, deve succedere. Se dovessi tornare indietro non cambierei nulla e così mi sento perfetto. Tutte le scelte che facciamo sono una parte della vita, giusta o sbagliata che sia. Dico sempre che ho giocato con migliori giocatori al mondo, ma quello che mi ha fatto diventare più forte è stato Vieira. Quando è arrivato nella mia squadra mi metteva pressione, mi chiedeva sempre di più. Si allenava al massimo e da lì ho ascoltato e prendevo i consigli da lui. Ho giocato con Ronaldinho, Messi, Xavi, Iniesta, Nedved, Pirlo, Gattuso…potrei stare ore qua a dire tutti i campioni con cui ho giocato. Il ritorno al Milan nel 2010? Non mi aspettavo niente di extra, era tutto normale. Tornare in Italia dopo il Barcellona è stato bello. Al Milan era un altro modo di fare le cose e questo cresceva dentro di me, mi facevano sentire a casa. Arrivi a Milanello e non hai fretta di andare a casa perché sei già a casa. Ti danno tutto per farti stare bene”.