Il licenziamento di Paolo Maldini e Ricky Massara dal Milan si è realizzato nel giro di poche ore, ma le ragioni della rottura tra i due – in particolare l’ex capitano – e Gerry Cardinale erano emerse da tempo: dall’insoddisfazione per la resa degli ultimi acquisti allo scontro tra Maldini e Pioli, fino ad alcune dichiarazioni del dirigente, mal digerite dalla proprietà.
- Milan, il mercato deludente tra le ragioni dell’addio di Maldini
- Milan: lo scontro tra Maldini e Pioli dopo lo Spezia
- Milan, le critiche di Maldini alla strategia di Cardinale
- Milan, Maldini voleva un portavoce
Milan, il mercato deludente tra le ragioni dell’addio di Maldini
Il Corriere dello Sport elenca oggi le ragioni che hanno portato alla rottura tra Gerry Cardinale, proprietario del Milan, e Paolo Maldini, licenziato ieri insieme al d.s. Ricky Massara. Tra questi, ci sarebbe il 5° posto ottenuto sul campo in campionato (non considerando la penalizzazione della Juventus) e il fallimento dell’ultimo mercato estivo, in cui il Milan ha investito 50 milioni di euro, 35 dei quali per il flop De Ketelaere: solo l’acquisto di Thiaw, 8 milioni, è stato giudicato positivamente da Cardinale.
Milan: lo scontro tra Maldini e Pioli dopo lo Spezia
Ma tra i motivi della rottura tra la proprietà del Milan e Maldini rientrerebbe anche l’atmosfera tesa creatasi nel finale di stagione tra il dirigente e Stefano Pioli. Dopo il 2-0 subito in casa dello Spezia, quando la qualificazione Champions sembrava sempre più lontana, Maldini ebbe uno scontro molto duro con l’allenatore, che sarebbe potuto sboccare nell’esonero di quest’ultimo. Maldini aveva già in mente il sostituto del tecnico campione d’Italia l’anno precedente: Andrea Pirlo. A bloccare il dirigente sarebbe stato Cardinale: “Pioli non si tocca”, il suo ordine da New York.
Milan, le critiche di Maldini alla strategia di Cardinale
Cardinale, inoltre, non ha gradito le parole pronunciate da Maldini dopo l’eliminazione in semifinale di Champions League ad opera dell’Inter, quando il dirigente spiegò che la scelta di non prendere Dybala e puntare sui giovani come De Ketelaere fosse stata dettata dalla filosofia imposta dalla proprietà: “per competere sui due fronti ci vogliono investimenti come sanno i nostri azionisti”. Parole che sono state interpretate come una critica aperta a Maldini, a cui poi non sarebbe andato giù il budget fissato dai vertici del Milan per il prossimo mercato: 35 milioni di euro più i ricavi delle cessioni.
Milan, Maldini voleva un portavoce
Infine, secondo il Corriere dello Sport Cardinale avrebbe respinto in maniera netta la richiesta avanzata a un certo punto della stagione da Maldini di ottenere un portavoce personale per rispondere a chi lo accusava di aver condotto un mercato deludente: “se proprio insiste, se lo paghi lui!”, la replica del proprietario del Milan.