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Milan, Pioli allo scoperto sul Napoli e sciopero del tifo, poi dice: sono nella storia di questo club

Il tecnico sotto pressione per le voci legate al suo futuro, col Genoa potrebbe arrivare la certezza di secondo posto e qualificazione a Supercoppa

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sule interviste ai grandi protagonisti

L’annunciata protesta dei tifosi del Meazza, che domani faranno sciopero nella gara col Genoa, le voci che – come prima e più di prima – si intensificano sulla sua successione per la panchina del Milan col toto-nomi che impazza e le facce dei vari Conte, Lopetegui, Fonseca, Thiago Motta e company che popolano le prime pagine dei giornali, l’umore basso degli stessi vertici milanisti. Ce ne sarebbero di motivi per portare Pioli alla depressione ma l’allenatore del Diavolo alza la testa e si mantiene quasi impassibile. Il suo scopo è confermare il secondo posto, con annessa qualificazione sia alla prossima Champions che alla Supercoppa (basta la vittoria domani col Grifone), e poi, nel caso, salutare con dignità.

Pioli fa catenaccio sul suo futuro

A 22 giorni dalla fine della stagione in questa situazione potrebbe sembrare difficile stimolare la squadra: “Non deve essere complicato il mio compito, fuori si parla di tutto fuorché di queste 4 partite che ci mancano ma per noi non è così, abbiamo un gruppo serio che ha a cuore le sorti della società, le motivazioni ci sono, non possiamo cambiare il nostro passato, ma possiamo far bene nel nostro futuro, poi del resto se ne parla a fine campionato”. Le ultime voci di radio-mercato lo danno vicino al Napoli: “Nessun pensiero sul Napoli, penso solo alla partita, se mi piace la pizza? Preferisco i cappellini in brodo ma mangio di tutto. A fine stagione parlerò col club e vedremo. Fin quando sarò sotto contratto col Milan non parlerò con nessuna altra società”.

“Ieri c’era Moncada qui, il rapporto con i dirigenti è sempre stato buono e lo sarà anche quando ci incontreremo per parlare del futuro a fine stagione. Altre società importanti apprezzano il mio lavoro? Avete aspettato tanto, aspettate ancora un po’ per parlare del mio futuro, il lavoro non è finito, io non posso controllare le voci e ciò che mettete in giro. Se prenderò o meno un anno sabbatico qualora dovesse salutare il Milan? Non mi crederete ma io non sto pensando al mio futuro, ho ancora un anno di contratto col Milan e decideremo tutto a fine stagione. Se sono o no l’uomo giusto per il Milan? Spero di esserlo per domani. Alla squadra ho detto questo: meritiamo di finire meglio la stagione. Nella storia del Milan ci sto e non solo per aver vinto lo scudetto ma per aver allenato questa squadra per 5 stagioni, in queste cinque stagioni ci saranno numeri positivi e negativi”.

Per Pioli tutti devono dimostrare di essere da Milan

Tra chi si gioca molto in questo finale di stagione c’è Chuckwueze: “Sarà un mese importante per tutti, lui sta bene e domani giocherà, avrà modo di far vedere le sue qualità. Tutti devono dimostrare di essere da Milan ma i miei giocatori lo sanno”. Si passa al Genoa, è vivo ancora il ricordo della vittoria dell’andata: “Eravamo primi in classifica e venivamo dalla Champions, fu una vittoria un po’ fortunata, devo fare i complimenti a Gilardino che aveva buoni giocatori ma che ha dato tanto a questa squadra. Quel che è successo dopo lo sappiamo, abbiamo trovato una rivale più forte, è cambiato tanto da allora, c’è stata anche l’eliminazione dall’Europa League che è stata tanto dolorosa, dovevamo fare meglio, è un grande rimpianto, ma dobbiamo guardare avanti”.

I leader come Leao, Theo e Maignan forse hanno inciso meno quest’anno: “Noi abbiamo sempre ragionato di squadra, non abbiamo nè mai vinto nè mai perso per merito o colpa di un singolo ma tutti possono crescere e dare ancora qualcosa”.

Pioli non condanna lo sciopero del tifo

De Rossi ha detto che c’è stato accanimento eccessivo nei confronti di Pioli dopo il ko nelle coppe e che in realtà le due gare col Milan sono state equilibrate: “Quando alleni un grande club non ci sono vie di mezzo, sono stato elogiato tantissimo e sono stato criticato, ma è normale che sia così. A De Rossi auguro di mantenere questa lucidità e questa correttezza nelle valutazioni e nei giudizi, lo sto seguendo con attenzione e l’ho sempre apprezzato tanto. Consigli a lui come a Gilardino non mi sento di darne, posso dire che io ho sempre cercato di essere me stesso con i giocatori e con tutti coloro con cui ti rapporti nel lavoro”.

Domani San Siro farà lo sciopero del tifo, il tecnico rossonero accetta la scelta del popolo rossonero: “I nostri tifosi sono stati un valore aggiunto in questi 5 anni e non lo dimentico, hanno preso questa posizione e dobbiamo rispettarli, cercando di dare il massimo. A livello personale sono tornato tante volte a casa da San Siro col cuore pieno di gioia quando ero “on fire”, poi l’aria è un po’ cambiata, sono meno felice ma bisogna guardare avanti. Ho goduto delle soddisfazioni che i tifosi mi hanno dato e ho sofferto tanto”.

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