Semplicemente fuori portata, per chiunque: Conegliano ha rimesso il pilota automatico e non ce n’è per nessuno, neppure per una Numia Milano che ha chiamato raccolta 12.000 spettatori al Forum di Assago, sperando di provare a dare una spallata alle pluricampionesse d’Italia, che invece si sono portate avanti col lavoro e ormai vedono lo striscione del traguardo a un tiro di schioppo. Perché basterà vincere una delle prossime tre gare per completare l’opera e alzare il 18esimo trofeo nazionale consecutivo, comprendendo anche Supercoppa e Coppa Italia. In pratica un dominio incontrastato che dura dal febbraio del 2019.
- Milano si accende solo a inizio set, poi è dominio gialloblù
- Altra illusione, poi nel finale è Gabi show: Egonu senza armi
- Santarelli insaziabile: "Bene così, ma quei 9 muri subiti..."
Milano si accende solo a inizio set, poi è dominio gialloblù
Gara 2 era la prova del nove per il Vero Volley, ma s’è tramutata in un altro buco nell’acqua. Stavolta ancora più fragoroso, perché rispetto al primo atto della serie non c’è stato modo neppure di portare a casa un set. Milano s’è illusa troppo presto di poter menare le danze, ma dopo aver approcciato meglio all’incontro s’è vista sverniciata da una delle versioni più ciniche, sfrontate e compatte di casa Prosecco Doc Imoco.
Il 3-0 finale non ha ammesso repliche: 25-22, 25-20, 25-18 i parziali di una partita che non è mai stata realmente in discussione, se si eccettuano appunto gli scambi iniziali quando un paio di muri della Numia firmati Sylla e Danesi avevano provato a spedire le padrone di casa avanti nel punteggio, con un mani out di Egonu che sul 9-6 ha costretto Daniele Santarelli a fermare l’incontro.
Da quel momento in poi però la musica è cambiata: parità ritrovata a quota 13, muro di Chirichella per spedire avanti le venete, che a quel punto hanno gestito il piccolo break di vantaggio finendo poi per chiudere grazie a un paio di attacchi di Zhu e a un errore in una rigiocata di Sylla per il 25-22 finale.
Altra illusione, poi nel finale è Gabi show: Egonu senza armi
Milano ha provato a scuotersi una volta di più in apertura di secondo set, sfruttando un avvio un po’ troppo soft delle rivali: sul 7-2 e dopo due muri di Egonu e Kurtagic la sensazione è che la questione possa essere riaperta all’istante, ma è ancora una volta una brutta illusione per le padrone di casa, perché un paio di ace di Gabi (scatenata e migliore marcatrice di giornata assieme a Egonu con 19 punti) rimettono in scia le gialloblù, che sempre con le giocate della brasiliana (impressionante una pipe dopo una rigiocata d’autore di Wolosz) ha saputo mettere la freccia sul 16-15, salvo poi allungare con un mini parziale di 4-0 firmato da Haak e dagli errori dell’attacco di Milano (che chiuderà col 25% di efficienza: troppo poco per sperare in un finale differente).
Un muro di Fahr mette il sigillo su un set che nel finale è stato dominato dalle Pantere, e che di fatto offre alle ragazze di Santarelli l’opportunità di ripartire ancora con più slancio nel terzo parziale, dove la partenza lanciata (6-2) mette alle corde la Numia e le impedisce di rimettersi in scia. Gabi e Zhu non sbagliano niente e non c’è praticamente modo di riaprire la contesa: il 25-18 finale scivola via senza troppi sussulti, con Isabelle Haak che sale a quota 17 punti (due meno di Gabi) e Zhu che a sua volta finisce in doppia cifra.
Tolta Egonu, Milano non riesce proprio a incidere in alcun modo: Daalderop (che si infortuna a una caviglia) e Sylla sbagliano tanto, Kurtagic e Danesi fanno quello che possono a muro, ma la verità è che contro questa versione della Prosecco Doc Imoco c’è poco da fare.
Santarelli insaziabile: “Bene così, ma quei 9 muri subiti…”
Gara 3 in programma martedì alle 20,30 al Palaverde di Villorba potrebbe assegnare il sesto scudetto consecutivo a una Conegliano sembrata fuori portata. “Sono soddisfatto, anche se mi dispiaccio per i 9 muri subiti e l’approccio non certo all’altezza nel primo e nel secondo set”, spiega Daniele Santarelli. “Sapevamo che dovevamo fare meglio rispetto a gara 1 e nel complesso ci siamo riuscite, soprattutto variando i colpi in modo intelligente in alcuni frangenti del match. Gara 2 contro Novara ci ha insegnato a non prendere sottogamba certi impegni: siamo nelle condizioni ideali per poter chiudere i conti, ma contro Milano si deve sempre migliorare, tanto in attacco quanto in difesa”.
Stesso pensiero condiviso da Stefano Lavarini, ma con motivazioni e umori opposti. “Non possiamo che migliorare ancora e salire di livello per stare al passo con Conegliano. Sinceramente non abbiamo giocato male: siamo stati superiori a muro, forse però abbiamo commesso troppi errori nei momenti chiave. Questo è il rammarico: c’è mancata la cattiveria e la lucidità per restare incollati alle nostre avversarie nel finale dei set, e questo c’è costato quel gap che alla fine racconta di un 3-0 troppo punitivo. Nel terzo set mi è piaciuto l’atteggiamento in battuta, dove s’è vista più aggressività, ma serve fare di più per poter pensare di riaprire i giochi”.