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Moviola Italia-Corea del Sud 2-1 Mondiali U20: Falcon Perez, un 6 risicato. Ma non è quella sciagura di Byron Moreno

La voglia di scrollarsi di dosso il ricordo disastroso della gara persa dalla Nazionale maggiore nel Mondiale del 2002 era enorme. La paura? Trovarsi di nuovo davanti un fischietto a senso unico, ma stavolta è stato diverso

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

L’Italia Under 20 batte in semifinale Mondiale la Corea del Sud 2-1: Cesare Casadei e Simone Pafundi regalano ai compagni il pass per l’ultimo atto. Gli Azzurrini di Carmine Nunziata conquistano la finale della competizione: 11 giugno, ore 23 italiane, contro l’Uruguay.

Abbiamo fatto la transumanza. Dal 2002 al 2023. Dalla Coppa del Mondo al Mondiale Under 20. Da Byron Moreno a Yael Falcón Pérez. Dal rosso a Totti alla perla di Pafundi. Da quella sconfitta a questa vittoria. Ci scrolliamo di dosso l’amarezza di 21 anni fa perché la mini Italia è stata speciale: per cuore, per grinta, per carattere, per gioco.

E pure perché Pérez non è Moreno: la prestazione del direttore di gara non è impeccabile, alcuni errori sono marchiani ma mai pretestuosi. Dove non arriva lui, poi, ci pensa il Var.

La moviola di Italia-Corea del Sud

Per Italia-Corea del Sud mettiamo in conto un pezzo di moviola“. I giornalisti, nelle redazioni (anche quelle virtuali, anche quelle in cui comunichi con le call), non parlano troppo spesso all’unisono: idee in movimento danno il là a flussi di pensiero che non di rado si muovono in direzione ostinata e contraria. Non stavolta.

Da almeno tre giorni lo ripetevamo a una voce sola. Prima ancora di mettere in conto lo spunto del trequartista. O il gol del bomber. O il gesto tecnico di chi non ti aspetti. La cicatrice di 21 anni fa ce la portiamo addosso ancora tutti. Per Italia-Corea del Sud serve un pezzo di moviola. Poi, ognuno a modo suo, avrà pure fatto gli scongiuri.

La verità? Abbiamo cercato subito su wikipedia

Avessi detto fino a stanotte Corea del Sud ad alta voce, due su tre avrebbero risposto Byron Moreno. Poi, gli stessi due su tre, avrebbero farcito quel nome e cognome con una crema di epiteti che decenza e decoro suggeriscono di lasciare lì, nei luoghi dell’immaginazione.

Quando escono le designazioni arbitrali, di prassi le guardo: specie se una partita mi interessa più delle altre. Stavolta, poi: Mondiali Under 20, semifinale, Italia-Corea del Sud. Arbitra Yael Falcón Pérez: lui o chiunque altro, sarebbe successa la medesima cosa. Tempo zero: vai di wikipedia, vai di transfermarkt.

Perché, diciamoci la verità.

Come 21 anni fa, identico. Se si tratta di questioni calcistiche e sei l’Italia, come fai ad aver paura della Corea del Sud? Per quelli come me, che Byron è stato sempre e solo un cognome – è stato sempre e solo il poeta del coraggio e dell’anticonformismo – solo poi, Byron, ha cominciato a essere un nome da giorni di cattivi pensieri, per dirla come l’avrebbe detta Gianni Mura.

Però poi, rispetto al 2002 qualcosa è cambiato.

Per questo la testa, da quello spartiacque in poi, macina lo stesso identico pensiero, in loop. Se sei l’Italia e giochi contro la Corea del Sud, chi è l’arbitro?

Chi è Yael Falcón Pérez

Argentino, classe 1988, 35 anni compiuti lo scorso 4 maggio: professore di educazione fisica, arbitra dal 2019 e nel 2022 è entrato nel circuito della Fifa. Sedici gare dirette nel paese natio nella stagione in corso: tre di Coppa Libertadores, undici di Superliga, una di Copa Sudamericana.

Un match all’attivo anche nel Mondiale Under 20 in corso: fase a gironi, scorso 24 maggio, Senegal-Israele 1-1. Cosa saltava all’occhio analizzando le statistiche? Il cartellino facile: 81 gialli per una media di più di cinque ammonizioni (5,06 per la precisione) a gara.

Rivivi la diretta live di Italia-Corea del Sud

La prova di Falcón Pérez ai raggi X

Di seguito, le occasioni dubbie e meritevoli di analisi assunte dall’arbitro nel corso di Italia-Corea del Sud.

Falcón Pérez guarda il campo (da patate)

Prima di cominciare, a formazioni schierate in campo per salutare. Lo abbiamo notato noi e anche lui, Falcón Pérez: il campo dell’Estadio Unico Diego Armando Maradona di La Plata, a dispetto del nome a cui non fa onore, è in pessime condizioni. Rettangoli d’erba sulle fasce si accavallano a blocchi di terra, sembra un campo di patate. Cornice pessima.

Prima parte di gara senza intoppi

Falcón Pérez lascia giocare: è il primo segnale chiaro. Contatti lievi ignorati. Prima parte di gara impeccabile: l’arbitro è vicino all’azione, segue il gioco e i capovolgimenti di fronte. Impostazione dialogica con i calciatori ma anche autorevolezza.

Valuta alla perfezione una entrata di Guarino che sventa al 12′ un’azione pericolosa eradicando la palla dai piedi di Lee in maniera pulita.

Fonte:

Il pressing con cui Ambrosino ruba palla agli avversari e innesca il vantaggio di Casadei

Gol di Casadei, non c’è fallo

Al 14′ il vantaggio di Casadei nasce da una serie di contrasti sulla parte sinistra della tre quarti coreana: Turicchia sfrutta a meraviglia gli spazi lasciati scoperti dagli avversari e riceve palla da Ambrosino, in pressing sul portatore coreano, Cho, cui toglie la sfera.

Intervento regolare, poi assist di Turicchia a Casadei che conclude a rete con un piatto angolatissimo dal limite dell’area. Anche in questo caso, l’interpretazione di Falcón Pérez è corretta.

Il Var corregge Falcón Pérez: rigore per la Corea del Sud

Al 18′ il primo episodio degno di nota: contatto in area italiana tra Zanotti e Joon-Ho Bae che finisce a terra. Falcón Pérez lascia proseguire l’azione e non fischia il rigore ma interviene la referente Var, Tatiana Guzmán, a correggere la decisione dell’arbitro. Come abbia fatto a non vederlo? Era posizionato bene.

Il tocco di Zanotti, un pestone all’avversario, è netto. Penalty giusto, Lee Seung-Won calcia a sinistra, Desplanches indovina l’angolo ma non ci arriva.

Gomito alto di Esposito, nessuna sanzione

Minuto 36, sortita offensiva degli Azzurrini che all’altezza dei 30 metri avanzano con quattro giocatori. La gamba tesa di Ambrosino viene sanzionata con un fallo dall’arbitro ma, qualche secondo dopo, a gioco già fermo, il gomito alto di Esposito colpisce in volto Seok Hyun.

Il colpo c’è, l’italiano – a braccio largo – colpisce in pieno l’avversario. Arriva solo un richiamo verbale, ci stava il giallo.

7′ di recupero e i gialli ad Ambrosino e Zanotti

Primo giallo della gara per Ambrosino, condotta antisportiva. Giusto. Poi 7′ di recupero. Troppi? Il Mondiale Under 20 ci ha abituati a recuperi di una certa entità, identica cosa era accaduta nel corso della Coppa del Mondo.

L’interruzione per il consulto al Var è stata di 4′, nella seconda parte della prima frazione il gioco è stato frammentato per diversi falli. Nel recupero arriva la seconda ammonizione per l’Italia: Zanotti sanzionato per un’entrata dura. Anche qui, il cartellino ci sta.

Gol-no gol: il Var dice no a Prati

Minuto 57, altro intervento esterno, stavolta il check è necessario dopo la conclusione a rete di Prati che stacca di testa e costringe Kim al miracolo. La palla pare dentro al momento in cui l’estremo la respinge, interviene il Var ma il gol-check dice no, pallone non completamente oltre la linea di porta.

L’ammonizione di Kim Ji-Soo per fallo su Casadei

Al 68′ intervento scomposto di Kim Ji-Soo su Casadei in una fase di gioco in cui gli Azzurri hanno intensificato il forcing, alzato il baricentro e stabilito gli avanti costantemente nella metà campo avversaria. Falcón Pérez non ha dubbi, è giallo, il primo ai danni dei coreani: ha ragione lui.

Fonte:

Punizione meravigliosa, vantaggio Italia e gioia indescrivibile per Simone Pafundi

Giallo a Park Hyun-Bin e gol di Pafundi

Il minuto 39′ della ripresa è uno dei più importanti: ennesimo affondo dell’Italia, infaticabile, Park Hyun-Bin commette un fallo al limite della sua area su Ambrosino: ammonizione e punizione per gli Azzurri dai 20 metri da cui scaturisce il secondo gol dell’Italia in virtù della perla spettacolare di Panfundi direttamente da calcio da fermo. Anche in questo caso, la decisione di Falcón Pérez è corretta.

Giovani di belle speranze (e splendide certezze)

Quanto conta il trionfo degli Azzurrini? Per almeno tre generazioni, è il riscatto da divano che ci si è assicurati a cavallo di una notte che stava per finire – direbbe qualcuno – e un nuovo giorno che era in procinto di iniziare.

Perché la Corea del Sud non è più solo una delle pagine più amare del calcio nazionale ma diventa, adesso, un capitolo da ricordare con trasporto. Per molti di questi ragazzi, poi – da Casadei a Giovane passando per Baldanzi e compagnia dicendo – è l’ennesimo trampolino di lancio verso un futuro che sarà radioso, come lo sono stati i sorrisi, a fine partita, di un gruppo straordinario di giovani sbarbati (e nemmeno troppo tatuati, per la verità). Per inciso: non era facile contro un avversario ancora imbattuto.

Quell’Italia-Corea del Sud: adesso ci importa meno

Il 18 giugno 2002 Italia e Corea del Sud si affrontarono agli ottavi di finale del Mondiale 2002, ospitato proprio dai nostri avversari insieme al Giappone. Più che per la clamorosa eliminazione dell’Italia, quella partita è passata alla storia per la scandalosa direzione dell’arbitro equadoregno Byron Moreno, il quale favorì nettamente i padroni di casa.

Il fatto che non si tratterà di una partita di calcio qualunque, lo si intuisce già al 4’, quando l’arbitro concede un calcio di rigore – poi parato da Gianluigi Buffon – estremamente generoso ai coreani per una trattenuta di Panucci su Seol Ki-Hyeon.

Il gol di Bobo Vieri al 18’ porta in vantaggio gli Azzurri e la partita sembra proseguire in maniera lineare almeno fino al 50’, quando Moreno decide di graziare il già ammonito Kim Tae-Young dopo una gomitata rifilata ad Alessandro Del Piero.

Il doppio giallo a Totti per simulazione

Lo stesso Moreno torna protagonista all’88’, quando non concede un rigore plateale a Francesco Totti, ma il vero show dell’equadoregno avviene nel corso dei tempi supplementari quando, oltre a non fischiare un altro rigore evidente al capitano della Roma, estrae il cartellino giallo per simulazione obbligandolo a lasciare il campo per somma di ammonizioni.

Più tardi Moreno ferma Damiano Tommasi, solo davanti al portiere, per un fuorigioco inesistente, permettendo alla partita di continuare – ai tempi si applicava la regola del Golden Goal – con un’Italia sempre più stanca e sulle ginocchia per l’inferiorità numerica e l’arbitraggio a senso unico, e una Corea galvanizzata dall’andamento della partita.

Quando Jung-Hwan Ahn svetta di testa superando Paolo Maldini, per segnare la rete che sancisce la sconfitta dell’Italia, siamo già un popolo ampiamente rassegnato.

La lunga attesa, ventuno anni dopo

Una transumanza di più di due decenni ma fanno bene anche le attese. Dal 2002 al 2023. Da un insieme di individualità già affermate a un manipolo di ragazzini che li vedi divertirsi. Dagli Azzurri agli Azzurrini. Da Byron Moreno a Yael Falcón Pérez. Dal fuorigioco inesistente di Tommasi solo davanti al portiere al fallo, sacrosanto, fischiato a Park Hyun-Bin al limite della sua area. Quella batosta, adesso, vale meno di questa meraviglia.

Moviola Italia-Corea del Sud 2-1 Mondiali U20: Falcon Perez, un 6 risicato. Ma non è quella sciagura di Byron Moreno

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