Se n’è andata la “signora del volley”: un arresto cardiaco s’è portato via Simonetta Avalle, che ad aprile avrebbe compiuto 75 anni, gran parte dei quali passati su un campo di pallavolo. Perché nessun’altra donna ha saputo incidere in maniera profonda come fatto dall’allenatrice capitolina, che a Tor Sapienza ha creato un’autentica fucina di talenti, ma che soprattutto nel cuore e nella mente delle persone che hanno avuto la fortuna di incontrarla lungo il cammino ha saputo lasciare in dote un’eredità enorme, dettata in particolar modo dalla grande capacità di coinvolgere e rendere ognuno artefice del proprio destino.
- Avalle la pioniera, ma con una visione fuori dal comune
- Coppa Cev e i talenti
- L'impegno per il settore giovanile, i tanti messaggi di affetto
Avalle la pioniera, ma con una visione fuori dal comune
Il mondo del volley laziale (ma non solo) piange una delle sue figlie predilette. Capace di creare dal nulla un movimento che ha dato tanto alla causa nazionale, con la punta più alta toccata nella stagione 1992-93, quando con la Canottieri Aniene conquistò la vittoria nella Coppa CEV battendo in finale le turche dell’Eczacibasi. E di quella squadra Simonetta Avalle era il coach, anzi, “la” coach, come amava ripetere davanti ad amici e conoscenti. Ed è stata la seconda donna a sedere su una panchina di un club di Serie A1 dopo Liliana Pizzo a Catania.
Un mito per intere generazioni di famiglie dedite alla pallavolo: al Tor Sapienza ha creato qualcosa di unico, iniziando l’attività a metà degli anni ’70 in ambito giovanile e portando la società a crescere di anno in anno, trasformandola in una delle colonne portanti del movimento nazionale.
Coppa Cev e i talenti
E al netto della gioia vissuta per la conquista della Coppa CEV, il suo nome è rimasto legato a tante giocatrici che sono passate sotto la sua guida, tra le quali anche Manuela Leggeri, il capitano della selezione azzurra 2002 che vinse il mondiale a Berlino.
La ricordano con particolare affetto da una parte all’altra dello Stivale. Da Reggio Calabria, in cui ha allenato in due circostanze, a Napoli – sponda Centro Ester – dove ha guidato tra le altre Keba Phipps e Monique Adams, passando per Vicenza, Arzano, Rossano. Ovunque ha lasciato un segno indelebile, dal punto di vista agonistico, tecnico, ma soprattutto umano. Una maestra di vita, oltre che di volley.
L’impegno per il settore giovanile, i tanti messaggi di affetto
Negli ultimi 20 anni di carriera, Simonetta Avalle è tornata al suo “primo amore”, cioè all’ambito giovanile. Prima creando dal nulla la VolleyRò di Casal de’ Pazzi, poi portando avanti il progetto VolleyFriends e infine partecipando attivamente all’organizzazione dell’attività del Comitato FIPAV del Lazio, tanto da diventare selezionatrice delle squadre per il Torneo delle Regioni.
In tanti nelle ultime ore hanno espresso cordoglio per la scomparsa di una delle figure più note e conosciute al pubblico romano, e non solo. Messaggi carichi di bei ricordi e di gratitudine per un personaggio che ha contribuito a rendere migliore la vita di tante persone. Il suo comitato l’ha ricordata con un post sui propri canali social: “Oggi è un giorno tristissimo per tutta la pallavolo italiana. Ci ha lasciati Simonetta Avalle, una delle più grandi figure simbolo del volley femminile italiano, il cui contributo ha segnato la storia del nostro sport. Simonetta resterà sempre nel cuore di tutti noi, un esempio indelebile di passione, talento e amore per la pallavolo”.