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La morte di Ventrone: la dedica più importante che la Juventus poteva tributargli

I ricordi, i comunicati e le sensazioni da parte di clib, giocatori e amici che hanno condiviso la carriera e il calcio con Ventrone, il miglior preparatore atletico sul mercato scomparso a 62 anni

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

La sua scomparsa ha emozionato, forse per questo congedo inaspettato, improvviso, che ha scosso quel calcio fatto di incontri, colleghi e anche amici: Gian Piero Ventrone, napoletano, classe 1960 aveva saputo tessere una rete che, a decenni di distanza, si comprende e si apprezza maggiormente adesso che è tempo di salutare.

Non ha solo aiutato i successi di Marcello Lippi, che lo volle con sé alla Juventus, ma sostenuto una fase importante della carriera da allenatore (tentata e poi messa un po’ da parte) di Fabrizio Ravanelli, Fabio Cannavaro e anche di Antonio Conte.

Pierluigi Gollini, che lo ha incontrato al Tottenham, lo ricorda definendolo “uomo vero e autentico in un calcio di uomini finti”.

I successi di Ventrone e il suo metodo

Nomi di una Juventus passata, ma indimenticabile per quanti hanno apprezzato le qualità tecniche e atletiche di quei giocatori resi ancora più spettacolari e indimenticabili dai successi raccolti: titoli di club, personali e quel Mondiale vinto a Berlino nonostante le premesse.

Sono state tante, sentite le testimonianze d’affetto nei confronti di Ventrone e della sua famiglia.

Il post dei suoi figli su Instagram

Su Instagram, sul suo profilo ufficiale, è comparso un post pubblicato dai suoi cari per ringraziare quanto hanno dimostrato loro affetto e vicinanza nei loro riguardi dopo la morte di Gian Piero Ventrone:

“Per chi volesse dare a papà un ultimo saluto, verrà allestita la Camera Ardente presso l’ospedale Fatebenefratelli di Napoli (via Alessandro Manzoni 220) da oggi fino a sabato nei seguenti orari: dalle 8:30 alle 18:30. I funerali si terranno presso la Chiesa di San Luigi Gonzaga alle ore 19 domenica 9 ottobre in via Petrarca 115, Napoli.

Vi stringiamo tutti in un caldo abbraccio.

Cinzia, Ivan e Martina”

Il comunicato ufficiale del Tottenham

L’annuncio ufficiale, dopo le prime notizie trapelate al mattino, è arrivato dal suo club attuale, il Tottenham di Conte, che lo aveva fortemente voluto, e Fabio Paratici:

“Siamo devastati nel dover annunciare la morte di Gian Piero Ventrone, il nostro preparatore atletico. Fuori dal campo sapeva farsi voler bene, in campo era molto esigente: Gian Piero era diventato rapidamente una figura immensamente popolare tra giocatori e staff. Mancherà molto a tutti: i nostri pensieri sono con la sua famiglia e i suoi amici in questo momento così difficile”.

Antonio Conte è sconvolto a tal punto da aver deciso di annullare la conferenza stampa in programma per rendere omaggio a Ventrone e alla loro amicizia, costruita su rispetto e stima reciproca. Questa stima che ha spinto l’allenatore salentino a chiamarlo, quando il preparatore e allenatore aveva chiuso la sua esperienza in Cina.

Fonte: IPA

Ventrone con Conte e Paratici

La dedica più bella che la Juventus poteva fare

Articolato e più partecipe, il ricordo che la Juventus deve a uno dei protagonisti di un’età dell’oro che i tifosi stentano a vedere riflessa nell’attuale fase affrontata dalla squadra e dalla società. Con quella sua Juventus, Ventrone ha vinto e contribuito a vincere tanto, se non tutto quel che si poteva raggiungere in un decennio di cammino comune. A prescindere dallo stesso Lippi:

“Se n’è andato uno dei nomi ‘storici’ della Juve a cavallo dei due secoli. Gian Piero Ventrone ci ha lasciato all’età di soli 62 anni: ha lavorato per tante stagioni come preparatore atletico bianconero, dal 1994 al 1999, contribuendo, insieme a Mister Lippi, a costruire e a prendersi cura di una Juve che ha vinto di tutto, in Italia e in Europa. Ventrone è tornato a Torino poi dal 2001 al 2004, arricchendo il suo (e nostro) palmares di altre vittorie.

Un metodo innovativo, una cura della condizione fisica ispirata a criteri moderni, che ha fatto scuola in Italia e all’estero: Ventrone era, sempre con Lippi, nello staff dell’Italia Campione del Mondo 2006, e ha continuato ad arricchire la sua carriera di esperienze importanti, in Francia, in Cina e in Inghilterra, dove ha vissuto le ultime sue avventure. Ricorderemo sempre la sua figura discreta, la sua cura dei dettagli, la sua filosofia del lavoro, e soprattutto quello che forse è stato il suo talento più grande: capire come il calcio (e quindi una delle sue componenti fondamentali, la tenuta fisica e atletica) stesse gradualmente entrando in una nuova era.

Una nuova era che, in parte, ha contribuito a scrivere. Ciao, Gian Piero”.

Fonte:

Ravanelli e sullo sfondo Ventrone

Il ricordo dell’Associazione allenatori

Tra i primi a esprimere il proprio dolore per la notizia l’Associazione italiana Allenatori Calcio, in virtù del ruolo ricoperto in passato dal marine che non tutti ricordano anche per i suoi trascorsi da vice allenatore o in seconda:

“Una notizia che ci sconvolge, inaspettata e tremenda”. “Una grande perdita per il nostro mondo e anche mia personale, in quanto mio grande amico – le parole del vicepresidente della componente preparatori atletici, Francesco Perondi -. È stato uno dei personaggi importanti per affermare la nostra figura all’interno del mondo del calcio. Ci mancherà”.

I primi ricordi dei giocatori e dei suoi calciatori

Gollini è stato tra i primi a dedicargli un ricordo, una testimonianza su Instagram, altri seguiranno per offrire una testimonianza pubblica del suo spessore.

Per ora non hanno ancora espresso le loro sensazioni, forse perché troppo scossi o per preservare queste sensazioni palesandole solo in forma privata, le figure a lui più vicine come Antonio Conte, Fabio Cannavaro, lo stesso Lippi e quanti hanno condiviso la carriera di un marine che conosceva il pallone.

Il ricordo del Prof. Castellacci, medico della Nazionale

“Ho saputo questa mattina della scomparsa di Gian Piero Ventrone: si è sentito male e se n’è andato in un attimo. Purtroppo, la leucemia fulminante non lascia scampo. Ho un bel ricordo di lui. Quando viene a mancare qualcuno si dice sempre: ‘ci mancherà’. Lui, però, ci mancherà veramente, non per modo di dire”, ha detto all’agenzia ANSA, il professore Enrico Castellacci, capo dello staff sanitario della Nazionale azzurra di calcio campione del mondo nel 2006, che ha ricordato Ventrone.

“Lo chiamavano il ‘marine’, in Cina abbiamo trascorso tanto tempo assieme, soprattutto durante il periodo del Covid – aggiunge -. Lo conoscevo molto bene e lo apprezzavo tanto, per la sua meticolosità e la grande professionalità. Portava con sé valori militari, come un innato senso dell’onore e della disciplina. Del resto, militare lo era stato veramente. A tavola si scherzava e lui ci faceva sentire sempre l’inno dei berretti verdi. Era all’avanguardia, studiava sempre: gli chiedevo ‘cosa fai?’, magari avevamo la mattinata libera, e lui ‘devo studiare’. Però, alla fine, dava gli imput giusti. I calciatori lo sentivano, con quel piglio particolare da marine. Antonio Conte ha sempre visto in lui la figura del grande preparatore. La sua figura ci mancherà realmente. Mi sembra talmente strano che non ci sia più, con quel suo sorriso. E poi, era uno che ci teneva alla dieta e al fisico; non fumava, mi diceva spesso di controllarlo. Era un fanatico della propria salute. Ma, di fronte a una leucemia così cattiva e invasiva, c’è nulla da fare”.

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