Un Europeo vissuto da comprimario, un’estate in attesa di capire quale sarebbe stato il suo futuro tra i diktat di Cairo che per mesi lo ha ritenuto incedibile e le sirene delle big, poi alla fine il via libera. Alessandro Buongiorno è stata una delle prime richieste di Conte per il suo Napoli. Il difensore ha debuttato ieri nel 4-0 in amichevole all’Egnatia ed oggi è stato presentato ufficialmente al teatro Tosti di Castel di Sangro.
- Buongiorno il difensore più costoso nella storia del Napoli
- Buongiorno spiega la scelta Napoli
- Buongiorno fa chiarezza sul suo ruolo
- Buongiorno spiega il no alla Juventus
Buongiorno il difensore più costoso nella storia del Napoli
Mai il Napoli aveva speso tanto per un difensore: il 25 enne ex granata ha firmato con gli azzurri un contratto quinquennale con ingaggio di base da 2,5 milioni a stagione e una clausola rescissoria da 70 milioni valida dal terzo anno. Al Torino, invece, sono andati 35 milioni più 5 di bonus.
Buongiorno spiega la scelta Napoli
Sul giocatore c’era l’attenzione di tante big: “Quest’anno ci sono state squadre che mi hanno voluto come l’anno scorso. Sono sempre legato al Torino però era il momento per me di compiere questo step per la mia crescita professionale: con il mister e il direttore abbiamo avuto modo durante gli Europei di parlare e di sentirci e tutto questo mi ha spinto a venire qua. L’incontro in un ristorante a Torino con Conte è stato davvero casuale. Era il giorno del mio compleanno, ero con amici, ho incontrato per caso il mister. Abbiamo un po’ parlato, mi ha spiegato le sue idee, quello che avrebbe voluto fare qui e dopo quell’incontro ci siamo sentiti un paio di volte quando ero in Germania. I discorsi con lui mi hanno gasato molto e mi hanno fatto sentire importante, mi hanno dato fiducia. Non vedo l’ora di ripagare questa fiducia in campo”.
Buongiorno fa chiarezza sul suo ruolo
Si candida anche lui a diventare uno dei leader del Napoli: “A Torino non ero proprio capitano ma cercavo di mostrare queste cose essendo di Torino. Tutto parte dagli atteggiamenti che uno ha, poi escono fuori le qualità che ognuno di noi ha e che deve mostrare in campo. Questo spirito e questa leadership deve venir fuori ma deve spiccare in ognuno di noi che deve sentirsi responsabile e deve voler aiutare gli altri sacrificandosi. Il mio ruolo? Ho giocato in tutte le posizioni in questi anni, negli ultimi anni soprattutto centrale a tre, ma posso fare anche il braccetto a sinistra o centrale mancino a quattro, non ho problemi. Forse adesso il centrale a tre è il ruolo che rispecchia meglio le mie caratteristiche“.
Buongiorno spiega il no alla Juventus
Dopo un passaggio sui suoi idoli (“Da piccolo guardavo tanti video su Youtube di Maldini e Nesta per replicare quello che facevano. Come idoli recenti mi sono ispirato a Sergio Ramos per la sua leadership in campo, questa sua ‘aura’ che ha dentro e fuori dal campo. L’ho sempre osservato per imitarne i comportamenti”) arriva la domanda sul no alla Juve: “Ci sono state tante squadre che mi hanno cercato e in questo momento per me ragazzo cresciuto e nato nel Torino che ha letto i nomi a Superga mi sembrava in questo momento della carriera di tradire anche me stesso. Poi lo ribadisco qui l’affetto della gente si fa sentire, sono stato 2-3 giorni a Napoli prima di venire in ritiro e si poteva toccare con mano la passione che la gente ha per il Napoli, per il calcio. Sono cose che si percepiscono. Sono contento della scelta che ho fatto. Io all’Inter? Io lascio fare al mio procuratore. Sono stato subito contetto di essere stato contattato dal Napoli, dal mister e con il direttore che è venuto spesso a Milano per venire a parlare con me e con il mio procuratore. Sono contento della scelta che ho fatto”.
Conte ha sempre avuto difensori che hanno segnato tanto: “Avere difensori che fanno gol è importante. Lo scorso anno ne ho fatti 3 e spero di migliorare. Soprattutto sui calci piazzati si può lavorare perché in alcune gare ti possono far vincere. Questo è un aspetto importantissimo su cui lavorare. Il mister è bravo e chiaro in quello che ci dice, certo stiamo lavorando duro”.
Infine un pensiero sull’attaccante con cui ha avuto più difficoltà: “Osimhen è stato ostico, conosciamo tutti la sua forza, la sua velocità, è stato difficile da marcare. Per il gioco che avevamo nel Torino, uomo contro uomo, contro Lukaku è stato molto difficile essendo lui grosso fisicamente e riusciva a coprire bene la palla e non è stato facile. Quello che mi aiuta è studiarli molto, osservo i loro movimenti ma anche il modo in cui i compagni gli servono i palloni”.