Domenica sera ci siamo addormentati con Igor Tudor nuovo allenatore del Napoli. Poi qualcosa deve essere successo nella notte per spingere Aurelio De Laurentiis ad un repentino ma deciso cambio di rotta che lo ha riportato nuovamente indietro nel tempo. Fino a Walter Mazzarri. Ma cosa è andato storto in una discussione ormai ben avviata tra il tecnico croato e il presidente del club partenopeo? Proviamo a ricostruirlo.
- La voglia di libertà di Tudor e la mania di controllo del presidente
- La via della prudenza: il sorpasso di Mazzarri
- A giugno comincia una nuova era
La voglia di libertà di Tudor e la mania di controllo del presidente
Cominciamo col dire che di fronte si sono trovati due personaggi diversi, ma dal carattere piuttosto fumantino e determinato. Si è parlato di questioni contrattuali, con Tudor che nel ruolo di mero traghettatore – alla Caronte – non è che si vedesse poi così bene. L’intento del croato era quello di aprire un nuovo ciclo, prendendo in mano una squadra forte. A farla rendere ci avrebbe poi pensato lui.
E lì arriva uno dei noccioli della questione. Perché invece Aurelio De Laurentiis avrebbe voluto sapere in anticipo a cosa sarebbe andato incontro. Perciò la domanda rivolta all’ex juventino è stata diretta: “Ma tu come intendi far giocare il Napoli?“. E Tudor, che non ama le intromissioni, si è limitato a spiegare al patron partenopeo che soltanto una volta presa in mano la squadra avrebbe potuto dare una risposta, come rivela il Corriere dello sport. Gelida la reazione del n.1 azzurro che non deroga dal 4-3-3. L’idea che Tudor potesse scegliere il modulo che ama di più, il 3-4-1-2, non gli ha fatto fare sogni sereni.
La via della prudenza: il sorpasso di Mazzarri
La verità è che la scintilla non è scattata. Ed il presidente del Napoli, come il tempo ha dimostrato, è uno che va anche a sensazione, a feeling, per la scelta degli uomini di cui circondarsi. Per questo, dopo un’accurata riflessione, la mattina dopo ha preferito virare nettamente su Walter Mazzarri, una persona che conosce e che soprattutto non vanta pretese oltre questi 7 mesi che mancano dalla fine della stagione. E che, particolare decisivo, gli avrebbe assicurato di aver studiato e digerito il 4-3-3 che praticava Spalletti.
A giugno comincia una nuova era
Il rischio sarebbe stato quello di ritrovarsi a fine stagione con in mano un allenatore sotto contratto nel quale la fiducia non era ai massimi livelli. Insomma, un secondo errore – dopo Rudi Garcia – per mettere riparo al primo. A giugno, a bocce ferme, Aurelio De Laurentiis deciderà a chi affidare le sorti del nuovo corso del Napoli. E lì l’elenco sarà certamente più nutrito, con una serie di opzioni che oggi non erano purtroppo possibili.