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Napoli, Raspadori e il nuovo modulo: ecco come Garcia si smarca da Spalletti

Gli azzurri provano a cambiare vestito, cercando un ruolo più centrale per l'ex Sassuolo. Provato sia da mezzala che da sottopunta dietro Osimhen

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Il Napoli riparte, con lo scudetto sul petto ma senza Luciano Spalletti e Kim Min-Jae. Se il difensore non ha ancora trovato il suo erede, l’allenatore è stato rimpiazzato da Rudi Garcia che sta lavorando alacremente per dare forma alla sua nuova creatura. E chissà che la quadra non possa essere diversa da quella, pur vincente, del suo predecessore. In fondo il materiale a disposizione del tecnico francese è multitasking oltre che di qualità. Un esempio? Giacomo Raspadori, il cui ruolo in campo è ancora da definire e dalla sua posizione potrebbe dipendere molto di ciò che offrirà in campo il team partenopeo.

Il Napoli cambia pelle, le idee su Raspadori

Una delle domande che vennero poste a Rudi Garcia in sede di presentazione da nuovo tecnico del Napoli fu proprio sul ruolo di Jack Raspadori. “Lasciatemelo allenare” fu il commento del francese che precisò, però, di avere delle idee che avrebbero dovuto poi trovare il conforto del campo. D’altro canto la preparazione estiva e le amichevoli servono proprio a questo: a trovare la condizione, certo, ma anche il miglior vestito ad una squadra in relazione ai calciatori a disposizione.

L’ex allenatore della Roma, poi, non è un dogmatico ma anzi è uno che ama variare molto dal punto di vista tattico sperimentando e cambiando pelle a seconda delle esigenze del momento e dell’avversario. Quella di Raspadori è una storia ancora tutta da definire, in questa calda estate da scudettati.

Jack in versione mezzala: ipotesi già bocciata?

Raspadori è una prima punta, ma no è un esterno, ma quando mai è un sottopunta. Ognuno si è divertito nel tempo ad attribuire una posizione in campo all’ex giocatore del Sassuolo. Indubbiamente bravo e tecnicamente valido, ma ancora giovane e anarchico, motivo che ha acceso ulteriormente la discussione. Anche Rudi Garcia ci si è fiondato a capofitto costruendo per lui un ruolo completamente diverso da quello interpretato finora in carriera.

Jack è infatti stato provato da mezzala, con licenza di attaccare ovviamente, e in una squadra a chiara trazione anteriore. Un esperimento che qualcuno ha già bollato come fallito, ma che potremmo rivedere se non spesso in qualche circostanza nella quale la sua qualità potrebbe essere utile a metà campo.

Jack in versione trequartista: squadra troppo offensiva?

La seconda possibilità, decisamente meno traumatica, è quella che lo vedrebbe agire alle spalle di Victor Osimhen. Il modulo a quel punto cambierebbe, virando dal 4-3-3 di Spalletti a un più offensivo 4-2-3-1 con quattro giocatori che sono praticamente attaccanti. A centrocampo, pertanto, ci sarebbe tanto lavoro e tanti metri da percorrere per Lobotka e soprattutto per Zambo Anguissa.

Dubbi legittimi che queste settimane serviranno a dissipare, per far prendere al nuovo Napoli di Garcia una piega un po’ più decisa. Ma sempre tenendo fermo il principio di una squadra camaleontica, che dovrà essere in grado di cambiare pelle. Possibilmente restando vincente. E facendo diventare più centrale la figura di Raspadori, stella del calcio italiano che ha tanta voglia di brillare.

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