Una delle immagini cult della serata del Maradona, col Napoli che travolge la Juve con un rotondo 5-1 dal sapore dolce e inebriante dello scudetto, è quella in cui Spalletti rincorre Allegri al termine della partita. Il tecnico bianconero sembra volersi dileguare verso gli spogliatoi, quello del Napoli lo raggiunge e gli mostra la mano, “costringendolo” quasi al saluto. Un’istantanea che è sorta di passaggio di consegne: oggi come oggi il miglior allenatore italiano non è più Max, ma Lucianone. Buffo, ma vincente.
- La prima rivincita di Spalletti: su Allegri
- Così Spalletti ha reso più forte il Napoli
- Roma, Inter e... tutti rimpiangono Luciano
La prima rivincita di Spalletti: su Allegri
Era stato proprio Allegri ad appiccicare questo aggettivo – “buffo” – all’amico-nemico Spalletti, con cui aveva ravvivato la vigilia del big match con una serie di punzecchiature a distanza: “Ho grande stima di Luciano, è talmente buffo e divertente che ogni tanto litighiamo come l’anno scorso”. Nessun litigio, questa volta. La superiorità del Napoli è stata evidente, sotto ogni punto di vista: tecnico, tattico, persino fisico. Spalletti, toscano di campagna, ha battuto ancora Allegri, toscano di mare. E non di corto muso, ma di una spanna buona.
Così Spalletti ha reso più forte il Napoli
Lo straordinario cammino del Napoli in campionato e in Europa è il frutto del lavoro che Spalletti sta portando avanti sin dal suo arrivo in riva al Golfo. Gli azzurri, a differenza di altre big che si adattano agli avversari e cambiano assetto partita per partita, ha una sua fisionomia di gioco. È il Napoli a imporre i suoi ritmi a chiunque, in serie A come in Champions. Spalletti sta tirando fuori il meglio da tutti i calciatori a sua disposizione. Osimhen oggi è più maturo, Kvaratskhelia si è ambientato subito nel calcio italiano, talenti incostanti come Zielinski o Elmas oggi hanno continuità di rendimento. Soprattutto, la grandezza di Spalletti è nell’aver messo la squadra davanti a tutto. Chi non gioca, non fiata. Anzi, è il primo a celebrare i compagni.
Roma, Inter e… tutti rimpiangono Luciano
La rivincita del tecnico di Certaldo è anche e soprattutto nei rimpianti che adesso provano i suoi vecchi tifosi nel vederlo lassù, con una squadra che esprime il miglior calcio in assoluto. A Roma ce l’avevano con lui per la querelle con Totti, a Milano – sponda nerazzurra – lo hanno messo alla porta dopo due qualificazioni in Champions di fila, con squadre sicuramente meno forti di quella a disposizione di Inzaghi. E c’è anche chi, come la Juventus, più di una volta a Spalletti ha fatto un pensierino. Poi però ha puntato sull’usato sicuro, su Allegri. Forse a Torino hanno fatto male i conti.