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Nazionale, Spalletti rivela come risolverà grana Napoli e spiega esclusioni illustri

Il neo-ct ricerca in Nazionale quella felicità che ha vissuto a Napoli e chiede senso di appartenenza, Gravina spiega i motivi della scelta

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Avrebbe dovuto starsene nelle sue terre in Toscana, a curare i campi e a star vicino alla famiglia – come aveva detto per spiegare il suo addio al Napoli – ma Luciano Spalletti, appena due mesi dopo la festa-scudetto, è qui, nella sala di Coverciano. A parlare per la prima volta da ct della nazionale italiana.

Spalletti ieri ha ufficializzato i suoi primi convocati

Ieri l’erede di Mancini ha diramato la sua prima lista dei convocati, senza grandissime sorprese ma con qualche novità, oggi si presenta ufficialmente dopo settimane di polemiche e ripicche con il suo ex presidente Aurelio De Laurentiis ma prima a parlare è Gravina.

Gravina spiega la scelta di Spalletti

Il presidente della Figc torna sull’addio di Mancini parlando di delusione ma non di rabbia e aggiunge: “Apriamo un nuovo capitolo con Spalletti. Mi hanno chiesto in tanti perchè lui: sul piano tecnico la storia parla per lui, il gioco che ha espresso e la maturità acquisita negli ultimi anni ma mi ha colpito il suo lato umano. Lui si sacrifica totalmente a tutto ciò che ama, alla famiglia, alle persone cui vuol bene, alla sua terra e al gioco del calcio cui dedica gran parte della sua vita. La sua identità è la sua cifra distintiva”

Gravina prosegue: “Il giorno di Ferragosto abbiamo fatto una scelta importante, volevamo un tecnico di grande prestigio e ci siamo riusciti. Quando ci siamo visti a tavola ha esordito dicendo: non perdiamo tempo, faccia le sue riflessioni ma non approfitti di me. Io voglio allenare la nazionale italiana. E’ un biglietto da visita che dice tutto”.

Spalletti si presenta così: “Ho passato tanto tempo a Coverciano, l’università del calcio, ma essere qui come ct è un’emozione indescrivibile, è un sogno che parte da lontano, da quando nel 1970 ai Mondiali in Messico chiesi a mia madre la bandiera più grande possibile per festeggiare quel 4-3 alla Germania. Dobbiamo far rinascere questo sogno in tutti i bambini”.

Spalletti fa chiarezza sulla clausola col Napoli

“Ho subito accettato l’incarico mentre per quanto riguarda il Napoli è stata un’esperienza bellissima, qualcosa di travolgente e resta un ricordo bellissimo. La clausola? Niente mi farà retrocedere dalla convinzione di aver fatto la decisione corretta. Stanno lavorando gli avvocati e spero si possa arrivare alla miglior soluzione possibile per tutte e due le parti”.

Allenare la nazionale è diverso rispetto a un club ma Spalletti intende riproporre alcuni concetti chiave che hanno fatto la sua fortuna a Napoli: “Nella Nazionale cerco la felicità, è quello di cui abbiamo bisogno. Io non riesco ad essere felice da solo, io mi rifletto nella felicità altrui e Napoli per esempio è stata la mia felicità. Li ho visti così contenti e partecipi ed è questo che mi dà felicità. Va chiarito anche ai calciatori che verranno, devono essere felici di vestire questa maglia. Voglio vedere l’appartenenza, non tutti la possono vestire. Abbiamo avuto tanti campioni da Buffon a Vialli che sarà comunque sempre con noi, sarà il nostro spirito guida”.

Spalletti spiega le scelte dei convocati e il no a Verratti e Jorginho

Sulle scelte dei convocati Spalletti spiega: “Dobbiamo giocare due partite fondamentali, ci servono spessore internazionale, esperienza. Ho preso il doppio ruolo ovunque, poi ora è fondamentale il minutaggio, a inizio preparazione chi come Verratti e Jorginho non ha fatto preparazione non potevo metterli dentro. Ho anche chiamato al telefono alcuni che meritavano magari la chiamata per avvisarli perchè non li avevo convocati. Da Mancini eredito una buona nazionale, che ha vinto gli Europei, ha fatto una striscia record di risultati positivi e ha fatto esordire tanti giovani però dobbiamo cancellare le ultime delusioni ed andare a proporre un calcio che piaccia a tutti”.

Alla domanda su chi potrà essere il leader Spalletti risponde: “Non ne serve uno solo, ci saranno quelli che hanno meno timidezza e più esperienza. Questo è un incarico della massima responsabilità per me, ho intravisto che la Nazionale è davvero importante per tutti e a me piace così: senza responsabilità non so dare il meglio di me e i calciatori devono agire allo stesso modo. Bisogna essere veri, pratici e giusti per dare battaglia a tutti. Chi sarà il regista? Ne ho più di uno, può farlo anche Cristante. Noi giocheremo con la difesa a quattro, qualche difensore è stato scelto proprio perché non gioca a tre (il riferimento è a Casale della Lazio ndr). Nel calcio contanto pressione e costruzione, tutto il resto viene di conseguenza”.

Spalletti non è preoccupato per l’attacco

Capitolo centravanti, il vero neo dell’Italia, Spalletti chiude così: “Ce ne sono che sono nelle condizioni di poter vestire la maglia azzurra, non ho chiamato Kean e Scamacca perché avevano uno scarso minutaggio. Ho chiamato Raspadori che è meno fisico ma che è più bravo a partecipare al gioco di squadra. C’è anche qualcuno che gioca in altri ruoli ma che può fare il centravanti”.

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