La prima volta da avversario anche se per una partita che dal punto di vista della classifica non era poi così importante. La data era segnata sul calendario da tempo con il ritorno di Luka Doncic a Dallas, in quella che è stata la sua casa per anni, e che ora invece lo vede da avversario con la casacca dei Los Angeles Lakers. E le aspettative non sono state tradite.
Le emozioni prima del match
Una scelta della franchigia, della proprietà e del gm Nico Harrison: l’addio di Luka Doncic dai Dallas Mavericks è stato deciso dall’alto. Non di certo dai tifosi che lo hanno accolto come sempre all’American Airlines Center. E prima del match c’è stato anche un video tributo della sua ex squadra con i suoi momenti migliori. Lo sloveno non è riuscito a contenere le emozioni, e da solo in panchina ha cominciato a piangere.
“Le emozioni erano fortissime – racconta poi dopo la partita – Non riesco neanche a spiegarlo. Non so come sono riuscito a fare quello che ho fatto. Quando ho visto il video ho pensato che non sarei mai riuscito a giocare. Ma i miei compagni di squadra mi hanno supportato. Ringrazio tutti i fan e i compagni di squadra che ho avuto, sono felice e amo questi fan. Ma ora è il momento di pensare al futuro”.
Una vendetta da 45 punti
Poi tocca al campo e sul parquet che lo ha visto protagonista tante volte, lo sloveno decide di dare spettacolo. Mette da parte le emozioni e gioca la sua migliore partita con la maglia dei Los Angeles Lakers: per Doncic una serata da 45 punti con 8 rimbalzi e 6 assist. La franchigia gialloviola passa sul campo dei Mavs con il punteggio di 112-97 prendendo il largo nel secondo tempo e conservando il terzo posto nella Western Conference.
Harrison costretto alla fuga
Una serata da ricordare per Luka Doncic, una da dimenticare per Nico Harrison. Non poteva essere altrimenti per il general manager autore di una delle trade più discusse nella storia della NBA. E per lui è stata una partita con emozioni decisamente diverse da quelle dello sloveno. Per tutta la gara i tifosi di Dallas hanno intonato dei cori contro di lui, si sprecano gli striscioni che ne chiedono il licenziamento e alla fine il dirigente della franchigia texana è costretto a lasciare l’edificio da una porta secondaria, mentre in campo si compie la vendetta di Doncic.