Era successo anche un anno fa, al punto da far pensare che non può trattarsi soltanto di una coincidenza: Fabio Fognini che vince un titolo Challenger nel giorno stesso in cui l’Italia di Davis conquista l’insalatiera d’argento. Quasi un modo per testimoniare l’attaccamento viscerale del ligure nei confronti della Nazionale, lui che un anno fa non ebbe paura di polemizzare con Filippo Volandri per la mancata convocazione nel corso della competizione, a differenza di quest’anno dove oggettivamente le porte erano sbarrate a doppia mandata. E con Fognini esulta pure Luca Nardi, vincitore del Challenger di Rovereto.
- Fognini intramontabile: 17 annate con almeno un titolo
- Nardi s'è ritrovato e adesso vuol tornare a sorridere
Fognini intramontabile: 17 annate con almeno un titolo
Sono due vittorie minori, ma che danno il senso dell’estensione totale della scuola italiana sul tennis mondiale. Fognini a Montemar, non molto distante da Malaga, ha centrato un successo di valore, perché per la 17esima volta sulle 20 stagioni disputate nel circuito è riuscito a conquistare almeno un torneo (dal 2005 ad oggi restano “vacanti” solo il 2011, il 2020 e il 2022).
Lo scorso anno la vittoria arrivò a Valencia, questa volta un po’ più a sud, ma la sostanza poco cambia: Fognini ha avuto ragione in finale dell’austriaco Lukas Neumayer, numero 254 del mondo (scalerà 30 posizioni grazie ai punti ottenuti in questa settimana), piegato al terzo set dopo una battaglia di nervi e di tecnica.
Grazie a questo successo, Fabio riesce a rinsaldare una volta di più la propria posizione nella top 100 mondiale, scalando alla posizione 90 (quest’anno i punti vinti a Montemar sono inferiori rispetto a quelli conquistati lo scorso anno a Valencia, complice la riforma dell’assegnazione nei torneo Challenger) in attesa di capire se prendere o parte meno al torneo di Maia, in terra portoghese, per rimpinguare il bottino. Nota non di poco valore: chiudere l’anno tra i primi 100 consentirebbe al ligure di entrare direttamente nel tabellone principale negli Australian Open.
Nardi s’è ritrovato e adesso vuol tornare a sorridere
Un obiettivo che Fognini condivide con Luca Nardi, che a sua volta il suo l’ha fatto vincendo il torneo di Rovereto: netto il 6-1 6-3 rifilato in finale al connazionale Francesco Maestrelli, scivolato alla 240 mondiale, ma pur sempre temibile e desideroso di provare ad alzare l’asticella.
Nardi in Trentino s’è ritrovato dopo una stagione complicata, che al netto del clamoroso successo ottenuto su Djokovic a Indian Wells e dopo una primavera favolosa (spicca anche la vittoria nel Challenger di Napoli, battendo in finale Musetti) ha poi vissuto una seconda parte negativa, anche se a novembre qualcosa è cambiato come dimostra anche la finale ottenuta a Helsinki, battuto dal redivivo Kei Nishikori.
Anche Nardi è rientrato tra i primi 100 al mondo, e li spera di rimanere fino alla fine dell’anno. Con 9 italiani già dentro e un decimo (Mattia Bellucci) a un passo dal diventare il decimo, completando una striscia clamorosa che vedrebbe il 10% dei migliori 100 tennisti al mondo battere tutti bandiera italiana (Sinner, Musetti, Arnaldi, Cobolli, Berrettini, Sonego e Darderi)