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Errani/Paolini e una medaglia d’oro da urlare al mondo: il Career Golden Slam di Sara e la rivincita di Jas

Dopo un brutto primo set Errani e Paolini rimontano Andreeva e Shnaider e conquistano uno storico primo oro per il tennis italiano alle Olimpiadi

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Matteo Morace

Matteo Morace

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La multimedialità quale approccio personale e professionale. Ama raccontare lo sport focalizzando ogni attenzione sul tempo reale: la verità della dirette non sono opinioni ma fatti

Sara Errani e Jasmine Paolini esplodono di gioia dopo la vittoria in rimonta sulle giovani talentose atlete neutrali Mirra Andreeva e Diana Shnaider e urlano al mondo la loro conquista, quella medaglia d’oro che l’ìItalia mai era riuscita ad aggiudicarsi in un evento tennistico alle Olimpiadi e che permette a Sara di completare il Career Golden Slam in doppio.

Primo set Errani/Paolini-Andreeva/Shnaider: azzurre imballate

Nonostante la maggiore esperienza, sono Sara Errani e – soprattutto – Jasmine Paolini a partire più contratte per la normale tensione che una finale olimpica si porta dietro, mentre le giovani Mirra Andrea e Diana Shnaider sembrano non soffrire il peso del match, ma anzi essere esaltate da esso. Dopo tre game di studio, le azzurre si fanno rimontare da 40-15 e, complici alcuni errori banali da fondo di Jasmine, finiscono col perdere il turno di battuta in favore delle russe, che al servizio invece continuano a concedere ben poco.

Errani e Paolini sembrano trovare un moto di reazione nel quinto game, durante il quale escono da una situazione complicata annullando anche due palle break. Poi, però, dopo l’ennesimo turno di battuta tenuto agevolmente da Andreeva/Shnaider, le azzurre incappano in un altro brutto game al servizio, perdendolo a zero, e permettendo così alle russe di aggiudicarsi il primo parziale.

Secondo set Errani/Paolini-Andreeva/Shnaider: reazione azzurra

Errani e Paolini non possono certo essere soddisfatte del loro primo set e lo dimostrano subito a inizio secondo, recuperando da 40-0 in risposta e obbligando le russe ai vantaggi, dove alla prima chance di break in loro favore nel match strappano la battuta ad Andreeva/Shnaider. Il break regala fiducia alle azzurre, che nel terzo game falliscono altre tre chance di strappare la battuta alle avversarie, ma nel quinto e nel settimo sono invece infallibili e conquistano altri due break che le permettono di riequilibrare il computo dei set.

Super tie-break: Errani e Paolini esplodono di gioia

Al super tie-break Errani e Paolini si portano subito avanti di un mini break, che sono però costrette a cedere indietro immediatamente. Le azzurre poi ne conquistano altri due, che le portano sul 7-4 al turno di servizio di Sara, quello più a rischio dei due e durante il quale infatti finiscono col concedere indietro uno dei due mini break, con l’altro che viene mantenuto sino alla fine- anche grazie a uno scambio spettacolare -, quando un dritto in rete di Andreeva fa scoppiare di gioia loro e tutto il popolo azzurro!

L’urlo liberatorio: “È medaglia d’oro!”

Bellissimi i festeggiamenti di Sara e Jasmine, che con le bandiere tricolore addosso sono corse a salutare il loro angolo e poi, tornate in campo, si sono presi i meritati applausi del pubblico, urlando alla camera e al mondo intero “MEDAGLIA D’ORO!” il risultato della loro impresa, come per essere certe che non si tratti di un sogno, ma di una realtà che forse un anno fa nessuno avrebbe mai nemmeno osato sognare.

Il Career Golden Slam di Sara e la rivincita di Jas

Grazie a questo successo Errani completa anche il Career Golden Slam in doppio – giusto un paio d’ore dopo di Novak Djokovic, che grazie al successo su Carlos Alcaraz ci è riuscito in singolare -, visto che ha conquistato tutti i quattro major (Australian Open 2013 e 2014, Roland Garros 2012, Wimbledon 2014 e Us Open 2012) in coppia con la compagna storica Roberta Vinci e ora l’oro olimpico con Paolini.

Questo successo invece ha un po’ la sensazione di rivincita per Jasmine, che in questo incredibile 2024 ha raggiunto le finali del Roland Garros – in singolare e in doppio – e di Wimbledon prendendole tutte e tre, quella di Londra per un pelo tra l’altro, e qui alle Olimpiadi è incappata in una giornata no che le è costata un’eliminazione precoce dal torneo di singolare, dove avrebbe potuto dire la sua per una medaglia, soprattutto dopo la caduta di Iga Swiatek.

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