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Olimpiadi: Sinner e l’Italia del tennis a Parigi. La coincidenza che fa sognare. Oro e terra: sembra il Roland Garros

Il palmares dell'Italtennis ai Giochi? Solo un bronzo. Ma stavolta possiamo crederci: la squadra, trascinata da Jannik e Paolini, ha le carte in regola. E, forse, c'è anche la mano del destino

Pubblicato:

Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

L’Italia del tennis alle Olimpiadi di Parigi per puntare in alto: Jannik Sinner e Jasmine Paolini ci arrivano con la consacrazione del ranking (rispettivamente, numero 1 Atp e numero 5 Wta) ma sono in ottima compagnia. Puntare al record di medaglie della disciplina è tutt’altro che sognare: non solo perché il tennis è stata finora disciplina avara con gli Azzurri ma anche per il fatto che il potenziale apre il campo a uno scenario di sicuro appeal.

È un’Italia che può ambire a una medaglia d’oro? Anche a qualcosa di più, senza essere eccessivamente ottimisti, perché oltre a quelle dei singolari maschili e femminili abbiamo almeno un altro paio di cartucce nei rispettivi doppi, con le coppie Vavassori Bolelli e Paolini Errani che non arrivano sotto la Tour Eiffel da comprimari.

I Giochi dell’Italtennis cominceranno subito: il primo turno di singolari e doppio è in calendario sabato 27 luglio. È dal 1924 che la disciplina non regala all’Italia una medaglia: di tempo ne è passato abbastanza. La coincidenza? Anche allora si gareggiò a Parigi.

Parigi 2024, i qualificati del tennis: singolare uomini

Sinner da leader del ranking, poi Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Luciano Darderi: sono i quattro singolaristi uomini sui quali l’Italia ripone ogni speranza. I campi da gioco sono gli stessi del Roland Garros – l’oro della Coppa dei Moschettieri così tanto richiama quello della medaglia di maggior valore – e sulla terra rossa non è soltanto Jannik a cercare l’ennesima conferma: c’è tutto il potenziale ancora inesplorato dei tre che seguono, con Musetti capofila, cui potrebbe riuscire anche l’impresa.

I numeri e i colpi ci sono tutti, l’inesperienza olimpica è certamente un fattore anche quello ma neppure Jannik, finora, ha preso parte a una edizione Olimpica ed è al debutto assoluto. Sul rosso parigino, l’altoatesino – giusto un mese e mezzo fa – s’è fermato in semifinale, battuto da Carlos Alcaraz. Terzo turno per Musetti, che pure è riuscito a portare Nole Djokovic al quinto set; secondo turno per Arnaldi – liquidato da Tsitsipas in quattro set – e Darderi, out contro Griekspoor.

Parigi 2024, i qualificati del tennis: singolare donne

Traslando tutto in ambito femminile, e con le dovute proporzioni, Jasmine sta a Jannik: Paolini guida la compagine di singolariste azzurre cui si aggiungono Elisabetta Cocciaretto, Lucia Bronzetti, rispettivamente 46 e 70 del ranking.

A medaglia con la toscana? Fattibile, senza ombra di dubbio, specie per la condizione di forma – fisica e mentale – che sta vivendo Paolini, la cui striscia nel 2024 è di 30 vittorie e 13 sconfitte: è reduce, Jasmine, dalla finale persa al Roland Garros contro Swiatek, dalla semifinale di Eastbourne persa contro Kasatkina e dalla finale di Wimbledon, dove a trionfare è stata Krejcikova.

Il filo conduttore, se escludiamo il match contro l’ingiocabile Swiatek, è che l’azzurra ha sprecato due match alla sua portata.

Parigi 2024, i qualificati del tennis nel doppio

Iniziamo dagli uomini solo perché Andrea Vavassori e Simone Bolelli – due che a dispetto dei risultati viaggiano spesso in sordina e non vivono l’assillo dei proclami – sono forse la certezza più grande. Più di Sinner? In qualche modo sì, se è vero che dalla sua, la coppia, ha anche un valore aggiunto: Simone alle Olimpiadi c’è già stato e se è vero che i detagli fanno tuta la differenza del mondo, avere un po’ di esperienza non guasta proprio. Entrambi non si sono nascosti mai: puntano alla medaglia, restare giù dal podio sarebbe una delusione.

L’altra coppia, composta da Sinner e Musetti, stupirebbe tutti laddove dovesse riuscire a scrivere un percorso netto. Entrambi singolaristi, punteranno con decisione all’individuale. Versante femminile: la coppia ben assortita e affiatata composta da Paolini e Sara Errani può puntare in alto. Altissimo? Anche, sulla carta hanno ottime possibilità ma i due fattori da valutare restano l’individuale di Jasmine e la condizione di Errani.

Discorso inverso a quello fatto per Sinner e Musetti, invece, riguardo Cocciaretto e Bronzetti: entrambe singolariste, potrebbero puntare con decisione al doppio per sfruttare la specialità che gli mette a disposizione maggiori chances.

Umberto De Morpurgo: il tabù e la coincidenza

1924, una data. Oppure: 100 anni, ovvero un lasso temporale. Entrambe le cifre sono indicative di quanto il tennis olimpico sia tutt’altro che disciplina amica: va precisato che il tennis è stata disciplina olimpica dal 1896 al 1924 per tornare esserlo solo nel 1988. L’Italia ha conquistato con la racchetta una sola medaglia, nel 1924, con Umberto De Morpurgo. Che ha una storia particolarissima a leggerla adesso, figlia degli scenari della Grande Guerra.

Nato a Trieste, gareggiò prima per l’Austria-Ungheria poi, dal 1920, divenne italiano a tutti gli effetti, come la città. 37 titoli vinti in carriera, best ranking il sesto posto, non conquistò nessuno Slam e il risultato migliore nei grandi tornei fu la semifinale del Roland Garros.

Nel ’24 prese parte ai Giochi di Parigi: perse la semifinale contro l’americano Vinnie Richards che si aggiudicò l’oro ma fece sua la finalina per il terzo posto ai danni di Jean Borotra, mica un signor nessuno: fresco vincitore di Wimbledon. Che si torni in Francia a distanza di un secolo per i Giochi olimpici pare una coincidenza messa lì per alimentare ancora di più le aspettative di Sinner, Paolini e dell’Italia del tennis. Mai come stavolta le carte in regola ci sono tutte e la sensazione è che, a modo suo, anche il destino ci possa mettere mano.

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