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Errani piange l'irreale. Paolini sorriso sole. Il tuffo sulla terra rossa: atelier Italtennis, oro o argento

Italia di nuovo a medaglia nel tennis: a cento anni di distanza dall'ultimo podio olimpico, Paolini ed Errani hanno già ipotecato il finale. Primo o secondo posto: resta da capire solo questo

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Auden Bavaro

Auden Bavaro

Giornalista

Lo sporco lavoro del coordinamento: qualcuno lo deve pur fare. Eppure, quando ha modo di pigiare le dita sulla tastiera, restituisce storie e racconti di sport che valgono il biglietto

Più di così c’è solo la medaglia d’oro. Argento già sicuro. Jasmine Paolini e Sara Errani impiegano un’ora e sette minuti a stravolgere le aperture dei siti italiani. L’incontro di boxe tra Angela Carini e Imane Khelif adesso slitta giù, strillo quattro o cinque. Posso dirlo? Era ora.

Atelier Italtennis in primo piano: Parigi non s’era dimenticata della griffe azzurra per eccellenza, Jasmine e Sara un paio di mesi fa avevano sistemato le racchette nelle borse per imboccare il corridoio del court Philippe-Chatrier e giocarsi la finale del Roland Garros. Persa in due set. La terra è sempre quella: un rosso ambrato che conserva tonalità bronzo. Dejavù.

Spagnole o indipendenti: le avversarie dell’Italia

Errani e Paolini ripartono da qui: le prove generali di giugno serviranno eccome. Non si butta nulla, figuriamoci un secondo posto a Parigi. Stavolta né GauffSiniakova: l’ultimo atto è contro la Spagna oppure il duo indipendente che ha detto sì ai Giochi dismettendo la bandiera russa.

Le iberiche Bucsa e Sorribes Tormo o Andreeva-Shnaider.

Le lacrime irreali di Errani

Dopo vale tutto: uno può anche dire che poteva essere molto più complicato di così. 2-0 in scioltezza e rapidità: 6-3, 6-2. Roba facile. Jasmine si portava dietro la delusione del singolare, fuori ai quarti.

Il commiato di Sara dal torneo del doppio misto è stato d’impatto soprattutto perché a lei – un fuscello – era toccato l’abbraccio roccioso ad Andrea Vavassori quando non è riuscito a trattenere le lacrime. Stavolta ha pianto Errani: quel bagno di lacrime che ha seguito le rugosità di un viso deformato dagli stati d’animo, però, è stata una doccia diversa.

Fonte:

Sara Errani e Jasmine Paolini: manifestazioni diverse della stessa, infinita gioia per la finale olimpica appena conquistata

C’era intorno gioia, va da sé, ma più che altro rabbia positiva. Nessuna cattiva reputazione in una rabbia così, avercene. Piangeva l’irreale che si palesa. Sembrava dicesse a Jasmine qualcosa che potesse capire anche solo così. Senza aprire bocca.

Paolini sorriso sole

Paolini ha spalancato il miglior sorriso: qualche nuvola di passaggio, nella tarda mattinata parigina. Non si è andati sopra i 30 gradi. Due soli: uno a irradiare in cielo, l’altro a picchiare da sotto.

Quando Jasmine ride guardando Sara, è un sorriso che diventa estensione del corpo. Da lì a pochi secondi l’abbraccerà.

Sara si tuffa nella rossa

Errani non s’è tenuta: quella piscina tutta rossa è valsa un tuffo nella terra. Schiena giù, braccia prima aperte a ventaglio e poi rannicchiate verso il corpo, le mani si stringono a pugno. Paolini le afferra la sinistra con la destra, è il primo contatto post vittoria.

Fonte:

Sara sdraiata sulla terra rossa di Parigi, Jasmine le prende il pugno e le regala il miglior sorriso

Il secondo è un abbraccio. Si aggrappano per tutto il tempo che gli occorre. In fondo abbiamo atteso cent’anni per dare un corso all’unico bronzo olimpico azzurro, quello del “bipolare” Uberto De Morpurgo cui è toccato in sorte di competere per metà della carriera con l’Austria-Ungheria e per l’altra metà con l’Italia. Allora possiamo aspettare ancora e lasciare che l’abbraccio tra Jasmine e Sara duri tutto il tempo che occorre.

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