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Boxe, Irma Testa eliminata tra rabbia e polemiche: il verdetto contestato non cancella la prova sottotono

La sconfitta di Irma Testa continua a far discutere: il DT Renzini se la prende con gli arbitri, ma al di là della delusione è evidente che la capitana non s'è espressa al top

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non doveva andare così, e forse anche per questo fa un male cane. Perché quando è scesa dal ring, Irma Testa ha avuto la sensazione che qualcosa gli fosse stato tolto indebitamente. Non una novità, dirà qualcuno, visto che a Parigi arbitri e giudici sono finiti da giorni nell’occhio del ciclone. Ma l’eliminazione al primo turno della medaglia di bronzo di Tokyo 2020 è destinata a fare rumore: per come è arrivata, per quello che doveva essere e non è stato, soprattutto per la consapevolezza che al netto delle colpe altrui (quindi dei giudici) qualcosa non ha comunque funzionato.

Renzini tuona: “L’olimpiade peggiore dal punto di vista arbitrale”

Emanuele Renzini, il direttore tecnico del settore femminile, in coda a una serata intrisa di rabbia non le ha mandate a dire al comitato organizzatore. “È palese quanto questa sia la peggior olimpiade di sempre dal punto di vista arbitrale. E buona parte degli errori hanno finito per gravare sulle spalle dei nostri atleti”, ha tuonato senza girarci troppo intorno.

“Ci hanno rimesso due potenziali atleti da medaglia, e questo è inaccettabile. Il match di Irma era stato preparato allo scopo di partire forte e poi controllare nella terza ripresa il ritorno della cinese, che sapevamo essere una ottima combattente. Magari un po’ di stanchezza è affiorata prima del tempo, ma al netto dell’ultima ripresa assegnata all’avversaria, non ha ragione di esistere il fatto che nelle prime due riprese sia stata accreditata di un vantaggio tanto risicato. È questo che fa rabbia. Il verdetto finale non ha senso e per questo ci sentiamo presi in giro”.

Testa sconfortata: “Tutto questo fa male alla boxe”

Testa, alla terza olimpiade, deve così ingoiare un boccone amarissimo. Lei che dopo la vittoria al mondiale, e dunque con i gradi della grande favorita. A 27 anni sentiva che questa sarebbe stata la sua olimpiade, invece è durata appena 9 minuti. E la rabbia e la frustrazione accumulate a fine match l’hanno convinta a non fermarsi nemmeno a parlare con la stampa, limitandosi a pronunciare poche parole. “Ero convinta di aver vinto con più margine la prima ripresa, per questo poi non ho voluto forzare eccessivamente. Quanto è successo è assurdo e fa male a tutto il movimento della boxe”.

Testimoni raccontano di una Irma disperata, in lacrime e sconsolata per un verdetto che ha mandato all’aria il lavoro di interi mesi. Dopo l’eliminazione di Mouhiidine, per la spedizione italiana le prospettive di medaglia si fanno un po’ più cupe: Diego Lenzi rimane la carta migliore da giocare, aspettando Angela Carini (domani sfiderà la discussa algerina Imane Khelif) e auspicando che qualche altra atleta possa andare oltre quello che è il pronostico.

Perché i giudici si sono lasciati “ingannare”

Al netto delle lamentele (sacrosante) di Renzini, e al netto anche della delusione cocente provata da Irma Testa, è comunque giusto affermare che la prova dell’atleta di Torre Annunziata non è stata all’altezza del compito che la storia recente le aveva assegnato.

Irma non è riuscita a mettere alle corde una rivale (la cinese Xu Zichun) che si sapeva essere una combattente, certo un’avversaria tosta per un primo turno di un torneo olimpico, che ha puntato forte sul fattore agonistico cercando sempre di tenere alto il livello dello scontro. Qualche volta la cinese ha persino esagerato con le provocazioni (è stata richiamata due volte dall’arbitro, seppur in modo abbastanza blando), quindi nel finale ha sfruttato l’evidente stanchezza di una Testa che è sembrata non avere la forza per riuscire a contrastarla.

Ed è questo che ha finito per “ingannare” i giudici: il fatto che abbiano attributo tutti e 5 la vittoria netta all’asiatica nella terza ripresa testimonia il calo evidente di Irma, che negli ultimi 3’ (ma già nel finale della seconda ripresa c’erano state avvisaglie) non ha trovato più la misura dei colpi e ha finito per lasciare troppo spazio all’iniziativa di Xu.

Mea culpa Testa: non è stata la prova sperata

Per quanto sia legittimo avanzare dubbi sulla decisione di non assegnarle un verdetto unanime al termine della prima ripresa (se Zichun ha vinto 5-0 la terza, altrettanto sarebbe dovuto accadere con Testa nella prima, dove invece i giudici l’hanno “premiata” con un modesto 3-2), certo la prova generale della capitana del pugilato femminile non è sembrata priva di sbavature. E in una olimpiade non essere al top a volte equivale già a una mezza sconfitta.

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