Il taglio degli occhi e i lineamenti sono quelli del padre, addolciti dalle somiglianze anche con la mamma: ma da due giorni Louis Thomas Buffon è più figlio di Alena Seredova che di Gigi Buffon, nonostante ne abbia seguito le orme diventando calciatore. Il classe 2007 della Primavera del Pisa – in possesso di doppio passaporto – ha infatti accettato la corte della Repubblica Ceca ed è in ritiro con la nazionale Under 18.
Chi è Louis Thomas Buffon
Buffon jr i gol non li evita (benchè debba il nome a Thomas ‘Nkono, ex portiere del Camerun, di cui Gigi era tifosissimo), li fa. E ne ha fatti già parecchi da quando gioca in Primavera, ovvero dal 2024, nonostante fosse sotto età. Louis Thomas Buffon è cresciuto da bambino tra Juventus e Sisport, ma è nella Cbs – società torinese dove il ragazzo ha ripreso a giocare dopo aver momentaneamente interrotto la sua carriera a favore degli studi– che si mette in mostra.
“Era stato fermo per un anno, stava dando priorità alla scuola. Poi suo fratello David Lee venne da noi e ci informò che Louis avrebbe voluto riprendere a giocare”. Parole di casa Cbs, la società di Torino che ha visto (ri)nascere il classe 2007, come riportato da La Gazzetta dello Sport. Nell’estate del 2023 passa al Pisa.
Il suo sbarco in Primavera quasi immediato: l’allenatore Matteo Innocenti lo aggrega alla sua formazione e Buffon jr debutta (subentrando a gara in corso) con un gol dopo solo due minuti nel match perso 5-4 contro il Bari. Chi lo conosce bene si azzarda a parlare di somiglianza con Gonzalo Higuain e Harry Kane.
Il suo ruolo principale è quello di attaccante centrale ma in carriera è stato utilizzato anche come esterno sinistro offensivo. Dotato di un’ottima fisicità, è bravo anche a destreggiarsi con e rapidità e nel gioco aereo al punto che Pippo Inzaghi, tecnico del Pisa (lanciatissimo verso la promozione in A), lo ha già convocato in prima squadra. In attesa del debutto in B Buffon jr intanto si prende la sua fetta di gloria con la nazionale della mamma.
Buffon spiega la scelta del figlio
A La Repubblica e al Corriere della Sera è Gigi Buffon a spiegare la scelta del figlio avuto dalla prima moglie, Alena Seredova (che non ha mai digerito il tradimento del portiere): «Ne ho parlato con lui, ovviamente. La scelta è stata ponderata, anche se ovviamente fa strano vedere un Buffon con una maglia diversa da quella dell’Italia. Fa strano pure a me, però l’ho lasciato libero di scegliere. E credo che in questo momento abbia preso la direzione migliore per lui».
E’ un po’ come quando il fratello di uno studente modello sceglie una scuola diversa. I paragoni sarebbero immediati. E poi c’è sempre l’incubo che ben conoscono altri celebri figli d’arte, da Maldini in giù, ovvero quello di essere considerato un raccomandato. Di certo un Buffon calciatore che vesta la maglia di un’altra nazionale fa un po’ di effetto. Ma non è detta l’ultima parola.
Il regolamento sulla nazionalità
«Lì avrà modo di crescere da calciatore con più serenità. E quando avrà l’età, nel caso, nulla gli impedirà di vestire la maglia azzurra» spiega Buffon. Sì perchè negli anni il regolamento FIFA è cambiato diverse volte ed oggi è consentito il cambio di nazionalità ai calciatori che non hanno giocator più di tre partite con la prima nazionale che li ha convocati, amichevoli comprese, e prima di aver compiuto 21 anni. Buffon jr ha ancora quasi 4 anni per fare la sua scelta definitiva.
Come lo ha convinto la Repubblica Ceca lo racconta il padre: «Lui parla tre lingue, ceco incluso, ma non è questo il punto. Nedved e Poborsky, uno mio ex compagno e l’altro un ex collega che naturalmente conosco benissimo, sono stati molto carini e discreti nello stesso tempo. Per otto mesi hanno corteggiato Louis Thomas, senza assillarlo. Io gli ho detto che gli lasciavo la massima libertà. Lì può temprarsi. Guardate che cosa è successo a Tonali in Premier League. Io stesso, se potessi tornare indietro, farei quest’esperienza molto prima dei 40 anni. Il tempo che ho passato al Psg è stato preziosissimo. Perché mi ha dato la possibilità del confronto. In Italia credevo di sapere tutto del calcio mondiale. Non era così».