Chiusa la stagione rispettivamente con un meritato secondo posto in classifica e con un salvezza più che agevole, Lazio e Salernitana incrociano nuovamente i loro destini. Comun denominatore è, ovviamente, l’attuale patron biancoceleste, ed ex presidente della squadra granata, Claudio Lotito, finito sotto la lente della Procura di Tivoli per alcune operazioni sospette che, via Formello, avrebbero portato qualcosa come circa 30 milioni di euro nelle casse della società campana.
- Sette indagati e 30 milioni di euro in quattro anni
- Exploit e cessione della Salernitana
- Le sette operazioni sospette
- La mossa dei legali della Lazio e i sospetti dei Pm
Sette indagati e 30 milioni di euro in quattro anni
La Procura di Tivoli indaga per fatture false o inesistenti su alcune operazioni giudicate sospette tra la Lazio e la Salernitana ai tempi in cui le due società, di fatto, condividevano lo stesso presidente, Claudio Lotito. Le indagini partono due anni fa, esattamente il 3 novembre 2021, dopo una segnalazione di operazioni sospette (Sos) inviata dall’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (Uif) di Banca D’Italia al Nucleo Polizia economico finanziaria (Pef) della Guardia di Finanza di Roma.
Sette, in tutto, gli acquisti ritenuti meritevoli di approfondimento da parte della Procura, con consistenti movimenti di denaro. Una cifra di poco inferiore ai 30 milioni di euro, corrisposta tra il 2017 e il 2021, dalla Lazio alla Salernitana per giocatori che, di fatto, in biancoceleste, non hanno mai trovato spazio. Sul registro degli indagati finiscono, così, Lotito e altri sei dirigenti, ed ex, di Lazio e Salernitana, tra cui il fresco dimissionario dall’incarico di direttore generale biancoceleste, Igli Tare.
Exploit e cessione della Salernitana
All’epoca dei fatti, la gestione della Salernitana era nelle mani di due società riconducibili alla famiglia Lotito, con il figlio Enrico, la moglie Cristina e i cognati Marco e Gianni Mezzaroma direttamente coinvolti. I granata si erano resi protagonisti di un miracolo sportivo, che aveva permesso di fare un salto importante dalla D alla Serie A.
La famiglia Lotito e i Mezzaroma costituirono, così, Salernitana 2021, trust che convogliava le partecipazioni delle due società in vista della cessione del club entro fine 2021 all’attuale presidente granata, Danilo Iervolino, per rispondere al regolamento della FIGC non permetteva alla stessa proprietà di avere due società in una stessa categoria.
Come riportato da Il Fatto Quotidiano, a insospettire la Banca d’Italia furono i precedenti penali a cui erano sottoposti proprio Lotito e Marco Mezzaroma. Da vagliare, il fatto che in Salernitana 2021 non fossero confluite somme di denaro “frutto di illeciti”. Operazione che porta alla valutazione delle operazioni legate alla compravendita di giocatori e l’eventuale realizzazione di possibili plusvalenze capaci di avere un impatto sui bilanci.
Le sette operazioni sospette
Al termine della valutazione, come riportato dall’informativa del 28 aprile 2022, vengono isolate sette operazioni “sensibili”, a partire dalle cessioni di Mattia Sprocati e Tiago Casasola, acquistati dalla Salernitana rispettivamente da Pro Vercelli e Alessandra per 110mila euro il primo e 100mila euro il secondo, e rivenduti entrambe per circa tre milioni di euro alla Lazio.
A questi si sommano quattro giovani Under 20 Andrea Marino, Emanuele Cicerelli, Mattia Novella e Biagio Morrone, che portano nelle casse dei granata quasi 10 milioni di euro, ma anche il cartellino di Jean-Daniel Akpa-Akpro, acquistato dai biancocelesti per circa 13,5 milioni di euro. Un totale di 29,2 milioni di euro in quattro anni.
La mossa dei legali della Lazio e i sospetti dei Pm
I legali del club capitolino puntano a dimostrare la regolarità delle operazioni e hanno depositato in Procura i relativi bonifici. Lo scorso 15 maggio, però, i Pm replicando a un’istanza tecnica delle difese hanno sottolineato come “ancora nessuna documentazione relativa alle ipotesi di emissione e utilizzazione di false fatture […] è stata trasmessa nelle successive informative”.
I sospetti restano, visto che i Pm rilevano come “le assemblee e le approvazioni dei bilanci della società sportiva campana si siano tenute presso la sede della Ss Lazio senza alcuna apparente necessità”. Sospetti che portano gli inquirenti a non escludere che i documenti fiscali della Salernitana possano essere stati redatti proprio in quel di Formello.