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Qualificazioni Euro 2024, il pagellone delle nazionali: promossi, bocciati e rimandati

Promossi, bocciati e rimandati: le prestazioni delle nazionali nelle qualificazioni a Euro 2024, da cui sono emersi buoni spunti, sorprese e gol importanti.

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

Ai titoli di coda anche la prima sosta dedicata alle nazionali nella stagione sportiva 2023/24. Dalle prime due uscite dell’Italia di Luciano Spalletti alle prestazioni delle big del Vecchio Continente, impegnate nelle qualificazioni ad Euro 2024: promossi, bocciati e rimandati, tra risultati a sorpresa e conferme importanti.

Qualificazioni Euro 2024: Francia, Portogallo e Scozia a punteggio pieno

Partiamo con ordine, entrando nel dettaglio delle situazioni dei singoli gironi. Continua a volare la Scozia nel girone A, stradominato finora nonostante la presenza di una Spagna che sta completando un evidente ricambio generazionale. Insegue la Norvegia di Haaland, che ha ben figurato nel corso di questa sosta nazionali, portando a casa l’intero bottino e restando a due lunghezze dalle Furie Rosse, che hanno attualmente una partita in meno. Nessun problema per Morata e compagni, che hanno divertito il pubblico iberico in queste sfide d’avvicinamento ad Euro 2024.

A punteggio pieno, proprio come la compagine scozzese, la Francia di Didier Deschamps, vicecampione del mondo e già tra le candidate alla vittoria del prossimo Europeo, per valori tecnici ed esperienza dell’undici titolare. Al di là dell’amichevole con la Germania, il secco 2-0 rifilato all’Irlanda nelle qualificazioni ha confermato il cinismo e la solidità difensiva della squadra transalpina.

È una certezza anche il Portogallo di Cristiano Ronaldo, tornato protagonista in nazionale grazie al neo CT Martinez, che lo ha rimesso al centro del progetto tecnico, senza dare particolare rilevanza ad una carta d’identità non più giovanissima e al campionato in cui milita. Dopo lo stentato 0-1 in Slovacchia, al termine di una gara non facile, per i lusitani è arrivato un roboante 9-0 contro il Lussemburgo, terza forza del raggruppamento ora a -8 da Leao e compagni.

Italia ok a metà, la Serbia non convince

La nuova Italia di Luciano Spalletti ha mosso finalmente i primi passi, dopo il terremoto provocato dalle improvvise dimissioni di Roberto Mancini, da giorni neo Commissario Tecnico dell’Arabia Saudita. Azzurri che non hanno convinto a Skopje contro la Macedonia del Nord, brava a sfruttare l’imprecisione di Tonali e compagni e un terreno di gioco che non ha certo incrementato la differenza tecnica tra le due selezioni.

Buonissima, invece, la successiva risposta italiana contro l’Ucraina, in una partita già decisiva in chiave qualificazione: alcune rotazioni di Spalletti e la scelta di puntare su due mezzali di inserimento come Barella e Frattesi hanno regalato tre punti di platino all’Italia, in un San Siro tutto esaurito. Ora, il destino è nuovamente nelle mani degli Azzurri.

Alti e bassi anche in casa Serbia, dove non è stata digerita la sconfitta interna con l’Ungheria, che ha preceduto il successo esterno in Lituania. Un amaro sorriso per Mitrovic e soci, incalzati in classifica proprio dal Montenegro di Jovetic e ancora alla ricerca di una precisa identità, pur avendo un potenziale davvero importante.

Sorpresa Albania, male Svezia e Polonia

Una delle piacevoli sorprese di queste qualificazioni ad Euro 2024 è senza dubbio l’Albania, allenata dal tandem Sylvinho-Zabaleta, che sta provando a seguire le orme del maestro Pep Guardiola. In un girone equilibratissimo, con Repubblica Ceca e Moldavia in piena corsa per i primi due posti, Asllani e compagni continuano a giocare un calcio divertente, andando anche oltre presunti limiti tecnici. La strada è tracciata.

Irriconoscibili, invece, Polonia e Svezia, che faticano a trovare nuove risorse da due anni a questa parte. La qualificazione è quasi un miraggio e ad oggi non sembrano esserci i presupposti per un autentico ricambio generazionale.

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