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Ranking ATP, l'Italia del tennis domina la top 150: meglio solo Francia e USA

L’Italia posiziona ben 12 tennisti nei primi 150 al mondo, un risultato superato solo dalla Francia e dagli Stati Uniti che testimonia la crescita del nostro movimento

Pubblicato:

Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

La multimedialità quale approccio personale e professionale. Ama raccontare lo sport focalizzando ogni attenzione sul tempo reale: la verità della dirette non sono opinioni ma fatti

Terminati ieri, 26 settembre, i tornei di Chengdu e Zhuhai, vinti rispettivamente da Zverev e Kachanov, è uscita la classifica settimanale Pepperstone ATP Rankings. Una classifica che dimostra la salute del movimento tennistico italiano, capace di posizionare ben 12 tennisti in top 150, meno solo di Francia e Stati Uniti.

Gli italiani in top 150: guida Sinner

A guidare i 12 azzurri in top 150 è ovviamente Jannik Sinner (n° 7 ATP), unico rappresentate del Bel Paese nei primi dieci, alle cui spalle si posiziona Lorenzo Musetti (n°18). In top 100 sono presenti anche Matteo Arnaldi (n°48), Lorenzo Sonego (n°56) e Matteo Berrettini (n°65), seguiti da Marco Cecchinato (n°115), Flavio Cobolli (n°122, suo best ranking), Fabio Fognini (n°129), Giulio Zeppieri (n°132), Luca Nardi (n°135), Mattia Bellucci (n°144) e Andrea Vavassori (n°145).

Questa folta densità di rappresentanti del tricolore rende l’Italia la terza nazione con più tennisti in top 150 dietro alla Francia, che guarda tutti dall’alto al basso con ben 18 tennisti nei primi 150, e Stati Uniti, che invece ne posiziona 14.

Questi i migliori italiani con i cambiamenti in classifica rispetto alla settimana passata:

  • 1 Jannik Sinner 4.465 punti, n° 7 ATP
  • 2 Lorenzo Musetti 1.970, n° 18
  • 3 Matteo Arnaldi 980, n° 48
  • 4 Lorenzo Sonego 900, n° 56, -18
  • 5 Matteo Berrettini 832, n° 65, +1
  • 6 Marco Cecchinato 523, n° 115, -6
  • 7 Flavio Cobolli 497, n° 122, +7
  • 8 Fabio Fognini 474, n° 129, +3
  • 9 Giulio Zeppieri 472, n° 132, +7
  • 10 Luca Nardi 446, n° 135, +5
  • 11 Mattia Bellucci 427, n° 144, +2
  • 12 Andrea Vavassori 424, n° 145, -4
  • 13 Luciano Darderi 380, n° 169, +7
  • 14 Matteo Gigante 333, n° 185, -12
  • 15 Andrea Pellegrino 321, n° 190, +40

L’aspetto anagrafico, sintomo di un movimento in grande salute

La miglior notizia non è però quella dei dodici italiani in top 150, bensì l’età di questi giocatori. Infatti ben sette di questi non hanno ancora compiuto 23 anni, compresi i tre meglio classificati, ovvero Sinner, Musetti e Arnaldi. Facendo un paragone con le uniche due nazioni con più tennisti nei primi 150 si nota come sui 18 tennisti francesi solo 5 siano nati dal 2000 in poi, con Fils n°43 ATP come migliore classificato, mentre negli USA su 14 sono 4 gli U-23, Shelton (n°20) è quello con il ranking migliore.

Questo aspetto testimonia gli enormi passi avanti fatti dal movimento maschile, con l’impressione che i veri frutti di quanto fatto si debbano ancora raccogliere. Difficile infatti pensare che questi sette giovani talenti, Sinner compreso, abbiano raggiunto il loro massimo potenziale. Il futuro del tennis maschile italiano appare florido come non mai e sembra proprio che nel prossimo futuro ne vedremo delle belle.

Il tutto tenendo conto che degli altri tennisti presi in considerazione, solo Cecchinato e Fognini hanno superato la soglia dei 30 anni, al contrario ad esempio di quelli francesi che sono ben 6, ovvero un terzo dei totali presenti in top 150.

La crescita del movimento

Ma a cosa è dovuta questa crescita? Le motivazioni sono tante e varie, ma molte risiedono negli innegabili passi avanti fatti dalla FITP (federazione Italiana Tennis e Padel), capace di attrarre sempre più eventi nel Bel Paese, dalle ATP Finals di Torino alle Next Gen Finals di Milano, passando per i tantissimi tornei Challenger.

Questi ultimi sono fondamentali per crescere i giovani talenti, che nei Challenger hanno modo di misurarsi con giocatori ben più esperti, apprendere il prima possibile i trucchi del mestiere e migliorare la propria classifica per provare il salto di qualità necessario per competere con i migliori nel circuito maggiore.

Anche l’investimento fatto per aprire un proprio canale televisivo in chiaro, sostenuto anche da una piattaforma streaming, sono fattori da non sottovalutare. Permettere a tutti di guardare il tennis è il primo modo per attrarre i più giovani e aumentare la visibilità di uno sport. Lo si è visto anche con l’ultimo US Open, trasmesso in esclusiva e in chiaro proprio su Supertennis (il canale della federazione) e che, secondo i dati da loro riportati, hanno praticamente doppiato gli ascolti dell’anno precedente quando era esclusiva delle pay tv, nonostante gli italiani siano usciti tutti prima dei quarti di finale.

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