La storia dell’ultimo decennio della Reggina non è stata di sicuro banale, tra cadute, rinascite sotto nuove ragioni sociali e una delicata permanenza in Serie B. Ma mentre i patimenti per gli amaranto non sembrano essere finiti, il club è passato di mano con un nuovo proprietario, Manuele Ilari, che ha messo in chiaro la volontà della società di ritornare nella serie cadetta (vedremo perché).
- Il tribolato anno della Reggina: dalla gestione Gallo a quella Saladini
- Nuovi guai per la Reggina, e il cambio di proprietà
- La Reggina lotta per essere riammessa in Serie B
- Ilari: "La situazione è surreale"
- Le promesse di Ilari: "Un modello di crescita sostenibile"
Il tribolato anno della Reggina: dalla gestione Gallo a quella Saladini
Cominciamo anzitutto dai nuovi equilibri societari. Eravamo rimasti alla gestione di Felice Saladini, imprenditore che rilevò il club lo scorso anno da Luca Gallo, precedente presidente della società che sino a febbraio 2022 aveva rispettato le scadenze fiscali e giuridiche. Successivamente la situazione era precipitata, con la scoperta (annunciata dallo stesso Gallo in una conferenza stampa) di un debito di circa 14 milioni, tra quelli con l’erario e i fondi per completare la stagione.
Con la Reggina che si salvava sul campo, la battaglia vera e propria si consumava fuori: il 5 maggio Gallo viene arrestato con le accuse di riciclaggio e impiego di denaro. Mentre l’ex presidente iniziava il suo percorso per difendersi nelle sedi competenti dalle accuse di presunti illeciti, la società il 17 giugno 2022 passa nelle mani di Felice Saladini, imprenditore lametino che nomina come presidente l’ex arbitro e già questore di Milano e prefetto di Lodi Marcello Cardona.
La Reggina si iscrive al campionato successivo, la squadra guidata da Pippo Inzaghi fa il suo con i tifosi finalmente tranquillizzati anche dall’annuncio di Saladini a dicembre dello stesso anno, ovvero la ristrutturazione del debito accumulato negli esercizi precedenti, tra un cambio di ragione sociale e l’altro.
Nuovi guai per la Reggina, e il cambio di proprietà
La carrozza però ad inizio 2023 sembra trasformarsi in zucca: i risultati sul campo iniziano a latitare, ed aleggia una questione relativa al presunto mancato rispetto della scadenze delle ritenute Irpef per il 16 febbraio. Intanto arrivano i deferimenti e tre punti di penalizzazione in classifica, giacché secondo la Procura Federale non risultavano tra le altre cose i contributi per i suoi tesserati da aprile 2022 a febbraio 2023 e gli stipendi di sette giocatori tesserati a gennaio.
E arriviamo quindi al nuovo passaggio di consegne. È subentrato Manuele Ilari, imprenditore romano impegnato nel settore cinematografico con la MMR Cinema, una società che gestisce diverse sale in Italia, oltre ad essere presidente dell’Unione Esercenti Cinematografici Italiani. Ilari, tra l’altro, aveva in passato fatto dei tentativi per acquisire club come il Catania, l’Alessandria ed infine il Messina.
Il nuovo patron amaranto, che ha acquisito il 100% delle quote ed assunto il ruolo di amministratore unico della Reggina come stabilito dall’Assemblea dei Soci, si è così presentato: “A dispetto delle difficoltà oggettive, ci faremo trovare pronti qualora la Reggina, così come merita, sarà riammessa al prossimo campionato di serie B”.
La Reggina lotta per essere riammessa in Serie B
Già perché nel frattempo la squadra è stata esclusa dalla serie cadetta per via della documentazione giudicata “carente” riguardante i pagamenti. Inadempimenti finanziari legati alla precedente gestione, a quanto pare: la società ha fatto ricorso al Collegio di Garanzia del Coni, vedendosi però rigettata la richiesta di ottenere la licenza nazionale perché “in parte inammissibile ed in parte infondata“.
Per la Reggina, attualmente fuori dalla Serie B (settima nella stagione regolare 2022-2023, arrivata ad un passo dalle semifinali di playoff venendo però battuta dal Sudtirol) restano i ricorsi al TAR, con pronunciamento previsto il 2 agosto, e al Consiglio di Stato per il 29 agosto.
Ilari: “La situazione è surreale”
Torniamo ad Ilari, che ha definito “surreale” la situazione che si è venuta a creare. “Ci troviamo in una situazione nella quale, non sapendo in quale campionato giocheremo e quindi chi sarà il proprietario della società tra un mese, non possiamo fare una campagna acquisti e nessuna attività di seria programmazione. Questa situazione sta danneggiando una città, una squadra, una storia ultracentenaria ma anche tutti quei ragazzi e ragazze che credono nel calcio e nei valori ad esso collegati”.
Le promesse di Ilari: “Un modello di crescita sostenibile”
Il neopatron amaranto ha continuato: “Qualora la Reggina venisse riammessa in serie B è nostra ferma intenzione dar vita ad un progetto in grado di segnare un cambio di passo e di crescere attraverso alcuni punti cardine già individuati, primo fra tutti la valorizzazione dei giovani. […] Reggio Calabria e la Reggina avrebbero la possibilità di adottare un modello di crescita sostenibile, che possa svilupparsi anche attraverso un dialogo ed un confronto costruttivo con le Istituzioni e la Federazione”.
Riguardo le traversie giudiziarie, nella nota ufficiale di presentazione della nuova proprietà si è spiegato di aver concordato con i venditori affinché si occupino del “delicato contenzioso che si svolgerà nei prossimi giorni, sia perché non volevamo subentrare in corsa in un’attività difensiva già avviata, sia perché anche i venditori stessi hanno un interesse diretto alla permanenza in serie B della squadra, per rendere definitiva la cessione”. L’imprenditore ha assicurato di voler proseguire il lavoro per definire un riassetto societario stabile, con la collaborazione del fondo Guild Capital Partners.
Ilari ha quindi concluso: “Chiediamo all’ambiente tutto di stare vicino alla Reggina, così come del resto ha sempre fatto. Solo così possiamo difendere un patrimonio che appartiene ai calabresi ed a tutti i reggini e che deve continuare ad appartenere anche a questo meraviglioso sport. Forza Reggina“.