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Reginaldo svela: "Mou mi faceva seguire, mi voleva all'Inter"

L'attaccante brasiliano, attualmente al Picerno, in Serie C, si è raccontato tra passato, presente e futuro: "Ho ancora voglia di giocare".

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Reginaldo svela: "Mou mi faceva seguire, mi voleva all'Inter" Fonte: Getty

Si è sempre guadagnato tutto con sudore e fatica: e, soprattutto, goal. Reginaldo è sempre stato questo: trasparente, diretto, sincero.

Da diversi anni gioca in Serie C, e dopo le esperienze alla Reggina e al Catania dalla scorsa estate si è trasferito al Picerno, realtà del Girone C che, passo dopo passo, prova a portare avanti un progetto solido. Lui, intanto, non ha proprio voglia di smettere di giocare. “Noi che giochiamo a calcio siamo fortunati perché lavoriamo un’ora e mezza, un’ora e 45 al giorno e quindi dobbiamo andare a mille perché c’è gente che si sveglia alle 6 del mattino e forse riesce a tornare a casa per le 7, le 8 di sera per mangiare, stare con la famiglia e poi? Il giorno dopo alle 6 del mattino devi essere in piedi di nuovo. Finché starò bene giocherò perché sono nato per fare questo”.

Intervenuto ai microfoni di Fanpage, Reginaldo si è raccontato tra passato e futuro. “Alla Fiorentina alla quarta partita ho sentito un coro “Insacca la palla Reginaldo” e ho detto: “Ma veramente stanno chiamando me?”. Pensavo di non fare neanche un minuto perché c’erano dei fenomeni come Toni, Pazzini, Jorgensen, Montolivo e Liverani. E’ stata una delle stagioni più belle in Italia”.

Per lui anche un’esperienza sotto la guida di Antonio Conte, che ricorda per il suo carattere. “Al di là di essere un maestro trasmette questa cattiveria ai calciatori che se lo segui è impossibile non far bene. Un giocatore che vede un allenatore con questa cattiveria qui dice: “Eh, ma non posso essere molle io: è cattivo l’allenatore. La sua cattiveria e la voglia di lavorare ogni giorno al campo sono le cose che mi sono rimaste impresse”.

Non solo, però, le realtà passate: anche quelle che potevano essere e che non sono state, Inter compresa. “Sono stato vicino all’Inter perché mi ha fatto seguire José Mourinho per tre mesi: il problema mio è che ho sempre vissuto le cose con serenità, anche se mi dicevano che mi seguiva il Real Madrid, facevo le stesse cose. Non rimpiango nulla”.

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