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Ricorso Lecco, il club a Roma per ritornare in B: ecco cosa potrebbe succedere

Una delegazione del Lecco andrà a Roma per presentare il ricorso contro l'esclusione dalla Serie B decisa per il caso dello stadio. Gli assi che potrebbe giocarsi la società e gli scenari

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

La vicenda del Lecco sta tenendo banco in questa estate calcistica, ribadendo un topos che spesso si ripete d’estate quando parliamo del mondo dei campionati delle serie cosiddette inferiori. Il club bluceleste ha pronto il ricorso per l’esclusione dalla B, con una delegazione della società che sta per approdare a Roma per far valere le proprie ragioni e depositare le sue carte.

La vicenda del Lecco, dalla promozione all’esclusione in Serie B

Quella del Lecco ha assunto i contorni del solito pasticciaccio calcistico, inguaiato tra cavilli e burocrazia soprattutto quando parliamo di competizioni che non sono la A. Anzitutto, la società presieduta dal patron Di Nunno, trascinata in campo da mister Foschi e dai suoi giocatori (in particolare Lepore) aveva conquistato sul campo la promozione in B battendo il Foggia nella finale dello spareggio per salire verso il campionato cadetto.

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto: dalla gioia di una intera città che attendeva da cinquant’anni il ritorno in B si è passati alla doccia fredda di chiara matrice kafkiana. Il club aveva i conti a posto per iscriversi al campionato superiore, ma è stato azzoppato dalla questione stadio, con il Rigamonti non a norma per giocare nella Serie B. Dalla società avevano rassicurato sul fatto che si sarebbero fatti carico dei lavori di adeguamento, adempiendo alle normative fissate dalla Lega per disputare il campionato cadetto (dall’ampliamento dei posti a sedere al rifacimento dei servizi igienici). Ma nel frattempo urgeva un piano B, se ci passate il calembour.

L’accordo con Padova e quella firma non arrivata in tempo

Di Nunno aveva trovato così un accordo per far disputare le partite in casa del Lecco all’Euganeo di Padova (anche perché, come ha spiegato il presidente, fare un impianto nuovo sarebbe stato impossibile “perché attorno ci sono solo montagne”). Ma la firma del via libera da parte del prefetto del comune veneto non è arrivata in tempo per la scadenza del 20 giugno, data limite in cui bisognava presentare tutta la documentazione necessaria per l’iscrizione in Serie B. Risultato: Lecco escluso dal campionato per decisione della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi della FIGC arrivata lo scorso 30 giugno.

Su cosa si baserà il ricorso del Lecco e cosa potrebbe succedere

La società non si è data per vinta ovviamente, annunciando un ricorso da presentare entro domani, 5 luglio. Detto fatto: il Lecco sarà a Roma per far valere le proprie ragioni, e sembrano alquanto solide. Il club infatti potrebbe giocarsi diversi assi, come il fatto che la scadenza perentoria del 20 giugno in realtà era legata ad un calendario diverso, con le finali playoff previste inizialmente l’11 giugno e non il 18, i tempi troppo stretti per la presentazione della domanda e la richiesta dello stesso Lecco, tramite PEC inviata alla Lega B, in cui si chiedeva un rinvio dei termini.

Nel malaugurato caso che il ricorso non venisse accettato, alla società rimarrebbe come ulteriore speranza il Consiglio Federale che si riunirà il prossimo 7 luglio e, male andando anche qui, l’ultima chance sarebbe data dal Collegio di Garanzia del CONI che si terrà verso la fine di luglio.

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