Prosegue a marce spedite il recupero di Leonardo Spinazzola. L’esterno giallorosso, infortunatosi nel corso degli ultimi Europei giocati con la maglia dell’Italia, è stato operato al tendine d’Achille e dopo lunghi mesi di riabilitazione ora finalmente inizia a intravedere la luce in fondo al tunnel.
“Non mi sarei mai aspettato un infortunio del genere anche perché stavo da dio, volavo: mi sentivo volare in campo” ha dichiarato il giocatore ai microfoni del programma tv “Ti Sento” in onda questa sera su Rai 1 dalle 23.10.
“A fine novembre torno in gruppo, questo non significa giocare ma respirare la squadra. È già una grande cosa, una cosa mia, è una scaletta mentale, l’equilibrio. Mi auguro accada, perché vorrebbe dire che va tutto alla grande, che corro, prendo la palla e scatto”.
Il suo ritorno in rosa sarebbe una bella notizia non solo per Josè Mourinho ma anche per il c.t. della Nazionale Roberto Mancini, uno che in lui ha sempre creduto molto.
“Penso che mi voglia tanto bene. Mi stuzzicava sempre: non fare questo, non fare quello. È un bene quando una persona ti sta sempre addosso, significa che prova qualcosa no? E quello me l’ha fatto sempre capire ma anche prima degli Europei. Mi sono sempre sentito parte di quella squadra e ho sempre sentito la stima che Mancini ha nei miei confronti” ha affermato Spinazzola che poi ha raccontato la sua esperienza riguardo ad un tema delicato come il bullismo.
“Mi prendevano un pochino in giro, mi dicevano ‘castoro’ perché avevo i denti grandi all’infuori. Ero piccolo, andavo alle medie. È continuato sino ai 14 anni. `Siamo tre papà castoro´ mi cantavano. Mi arrabbiavo, però crescendo penso che il mio sorriso sia la cosa più bella che ho. A chi viene bullizzato dico: siete migliori di loro, senza dubbio. Perché chi parla tanto degli altri non è molto sicuro di sé stesso”.