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Rugby, Samoa rimonta un'Italia troppo sprecona: comincia male il tour nel Pacifico

Il primo test match delle Summer Nations Series va di traverso all'Italia: avanti fino a 20' dalla fine, gli azzurri pasticciano troppo nel finale

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non è la migliore delle mattinate per le nazionali italiane: dopo la brutta sconfitta del basket nel preolimpico di Porto Rico, dall’altra parte del mondo non arrivano notizie di diverso tenore, con l’Italrugby di Gonzalo Quesada battuta in rimonta da Samoa nel primo test match delle Summer Nations Series. Il 33-25 finale matura nell’ultimo quarto di partita, dopo che azzurri avevano tenuto in mano le redini di un match complicato, segnato dall’alto tasso di umidità e da qualche errore di troppo dovuto (questo va detto) anche al poco tempo avuto per preparare la sfida, al netto poi di viaggi intercontinentali ai quali nessuno è abituato. Alla fine però conta soprattutto il risultato, e per Quesada è un brusco risveglio.

Ioane e Lynagh, le note più positive di giornata

L’Italia puntava decisa a centrare la terza vittoria di fila dopo le due ottenute al 6 Nazioni con Scozia e Galles. Proposito spazzato via nei 20’ finali dalla maggiore propensione alla battaglia dei samoani, ma anche da qualche errore di troppo degli azzurri, risultato decisivo oltre ogni ragionevole dubbio. All’Apia Park è Samoa a trovare per prima la via della meta: Aiono dopo 7’ sfrutta una touche ben orchestrata, trovando il pertugio per passare in mezzo alla difesa italiana.

La fisicità degli oceanici era ben nota a Quesada, ma la sveglia per l’Italia suona in fretta: Paolo Garbisi rimette i compagni in carreggiata con un calcio preciso in mezzo ai pali, poi però appena la trequarti si accende arriva la meta di Monty Ioane (bell’azione al largo con spazio decisamente ristretto) e a breve distanza quella dell’altra ala, vale a dire Louis Lynagh, che duetta proprio con Ioane e trova campo aperto, con Samoa peraltro ridotta in inferiorità numerica per il giallo rimediato da Paia’aua. Segnali che lasciano intendere che l’Italia abbia tutte le carte in regola per comandare la partita, ma un po’ per il caldo e un po’ per la fatica il match non entra mai davvero nelle “grazie” degli italiani, che subiscono la seconda meta di giornata da Ah Wong prima del piazzato col quale Garbisi manda le squadre al riposo sul 18-12.

Quanti errori: troppi regali e Samoa ne approfitta

La ripresa si apre sulla falsariga di quanto visto a inizio gara: Samoa aggressiva e propositiva, Italia costretta sulla difensiva. Leuila dalla piazzola accorcia a 3 lunghezze il ritardo dei locali, ma un errore abbastanza inopinato nel tentativo di rilanciare l’ovale lontano finisce per diventare oro colato per Garbisi, che s’impossessa dello stesso e lo va a schiacciare in meta per il 25-15 (anche la conversione va a segno) con 30’ sul cronometro.

Il più sembrerebbe fatto, ma la partita dell’Italia di colpo s’inceppa. E inizia la lenta ma inesorabile risalita dei samoani, che mostrano di avere più fiato e idee. Soprattutto però sono gli errori degli azzurri a rimettere in carreggiata Samoa: palloni persi inavanti, touche storte, problemi al piede, e chi più ne ha, più ne metta. Leuila accorcia tornando sottobreak, poi ci pensa Toala (dopo un salvataggio miracoloso di Izekor) a punire una difesa troppo blanda, ristabilendo la parità con 20’ da giocare.

Sciagurata è poi la scelta di non piazzare al 23’: Quesada vuole la meta, ma una rimessa storta del debuttante Zarantonello regala nuovamente l’ovale ai samoani, che la scampano bella (dopo aver rischiato invero a più riprese di essere puniti per indisciplina: arbitro magnanimo). Quando Samoa torna dalla parte opposta, ecco che arriva la punizione del sorpasso, sempre realizzata da Leuila.

Il controsorpasso mancato e la beffa finale

Quell’80% di umidità diventa il primo vero ostacolo per gli azzurri. Che commettono ancora errori banali, pur pregustando la quarta meta di giornata sull’accelerazione di Lynagh al 28’ (miracolosa “francesina” di Toala e addio controsorpasso). La quarta meta alla fine la trova Samoa, con Moleli che s’invola dopo un altro ovale recuperato in mezzo al campo.

L’Italia prova a segnare fino alla fine, ma il piazzato sbagliato da Garbisi suona come una sentenza: finisce 33-25, a riprova del fatto che i test nel Pacifico sono di una difficoltà estrema (l’Italia è sotto 6-2 nei precedenti con Samoa). E tra una settimana a Tonga i pericoli saranno più o meno gli stessi.

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