Crescere impone di abbandonare una parte di sé, quel rimasuglio di pensiero magico infantile che priva delle responsabilità.
Una dimensione sospesa che, da adulti e personaggi pubblici come lo è anche Gianluigi Donnarumma, sono da considerarsi superati anche se la crescita coincide con l’esercizio dell’autocritica che spesso e volentieri si maschera, si confonde, si traveste per non subire le conseguenze perverse dei propri errori.
- Il disorientamento della nuova Italia
- L'esplosione ingiustificata di Donnarumma
- La stagione complicata da escluso al PSG
- Il tempo della maturità: Donnarumma deve crescere
Il disorientamento della nuova Italia
L’Italia sperimentale di Roberto Mancini, costretto in parte a misurarsi con un cambio generazionale che ha disorientato e rallentato nella fase più delicata delle qualificazioni ai Mondiali non deve far perdere lucidità a chi, davanti ai microfoni, risponde per il proprio operato e per una disfatta che le statistiche rendono ancora più impietosa.
L’esplosione ingiustificata di Donnarumma
Donnarumma che replica malamente a Tiziana Alla, inviata Rai rea a suo dire di chiedere come se domandare fosse illecito, è la manifestazione di un disturbo più profondo che riguarda non solo la prestazione insufficiente di ieri sera contro la Germania, ma un’annata che per quanto si possa opinare non è all’altezza delle sue potenzialità.
La stagione complicata da escluso al PSG
Sono state forse dimenticate le papere che avevano fatto saltare la stampa francese, quando al PSg il giovane Donnarumma aveva dovuto giocarsi il posto da titolare contro Navas? Errori dettati dall’inesperienza, dalla confusione? Sicuramente il portiere azzurro continua a forzare le giocate di piede, esponendosi forse anche in attimi poco propizi a queste iniziative che in pochi hanno saputo gestire.
Ci sono state cose buone, anche da parte sua, in questa Germania-Italia ma di quel giocatore fantastico che a Euro 2020 aveva entusiasmato e spinto i tifosi del Milan a dubitare delle scelte di Paolo Maldini che cosa rimane oggi? In questo day after, in cui tutti nessuno escluso da Mancini a Bastoni sono finiti sul tavolo degli imputati sui social, che cosa rimane?
Il tempo della maturità: Donnarumma deve crescere
Di risposte eccelse, celebri ne abbiamo una carrellata, anche tra i portieri più celebri da Gigi Buffon a Walter Zenga a Stefano Tacconi: altro stile e altri tempi, certo. Ma anche per questi pilastri è giunto sempre il momento del confronto, schietto e sincero, prima di tutto con i propri limiti e le indubbie virtù che a 22 anni si potrebbe incominciare a fare.
Anche in privato, anche davanti a uno specchio senza i filtri social e di altro. Arriverà anche la capacità di verbalizzare la delusione senza scatenare polemiche pur affermando di non voler esporsi a strumentalizzazioni.