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Scommesse, lo sfogo di Caressa e la difesa dei calciatori: “Potevano farlo, c'è un solo errore”

Il giornalista spiega perché sia sbagliato tirare nuovamente in ballo il calcioscommesse per i giocatori indagati. Chiarimento sulla bufera mediatica

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Dario Santoro

Dario Santoro

Giornalista

Scrive, commenta, racconta lo sport in tutte le sfaccettature. Tocca l'apice quando ha modo di concentrarsi sulle interviste ai grandi protagonisti

“È una caccia alle streghe. E poi a poker si può giocare”. Parte così la disamina di Fabio Caressa durante la trasmissione dei post gara domenicali ‘Sky Calcio Club’. Il noto commentatore sportivo ha provato a spiegare – andando controcorrente – perché i calciatori di Serie A indagati per scommesse vadano comunque tutelati. Non mancano però le critiche ed anche attacchi al resto della stampa su come abbia trattato il tema scommesse illegali.

Caressa fa il punto sul caso scommesse

Il telecronista sportivo di SkySport ha spiegato la differenza tra scommesse e calcioscommesse: “In Italia calcioscommesse vuol dire una cosa importante, vuol dire giocatori che scommettevano sulle partite e se le vendevano. Se si utilizza questo termine e ci sono dei ragazzi che, invece, non si sono neanche sognati, da quello che emerge, di giocarle le partite, e sicuramente non di cambiarne il risultato, allora stiamo attenti. Sicuramente hanno sbagliato e hanno pagato per quello che hanno fatto e non hanno dato un bell’esempio”.

Caressa ‘difende’ i ragazzi scommettitori

A quel punto Fabio Caressa ci va giù pesante contro l’attenzione mediatica del caso: “Ho letto delle cose incredibili, scommesse sul poker. Ma sul poker si scommette! Si parla dello scandalo del calcioscommesse, che non è uno scandalo del calcioscommesse. Poi bisogna chiedersi perché escono queste intercettazioni, perché se non ci sono identificazioni di un reato non dovrebbero uscire, come nel caso del figlio di Andrea (Pirlo).”

Aggiunge il giornalista sportivo: “Alcuni giocatori hanno già pagato per queste cose che sono uscite, hanno subito una lunga squalifica, sono andati perché sono considerati malati, la ludopatia è una malattia a tutti gli effetti, hanno iniziato a fare dei percorsi di recupero, hanno preso consapevolezza dei loro errori, hanno sbagliato, hanno pagato e hanno chiesto scusa. E hanno fatto un percorso diverso, quindi già secondo me che si ritrovino un’altra volta sui giornali per le stesse cose non è una cosa molto giusta”.

Caressa spiega su cosa non si possa scommettere

A quel punto, poi, il conduttore di SkySport ci ha tenuto a precisare ulteriormente sul caso scommesse:Ovviamente i calciatori non possono scommettere su partite che sono sotto l’organizzazione di FIGC, UEFA e FIFA, perché hanno conoscenze. E questo merita una punizione, così come merita una punizione andare a giocare sui siti illegali, però io mi chiedo: la battaglia che si fa sui siti legali non è che favorisce poi i siti illegali? Perché è sempre stato così e questa sarebbe un’altra cosa che bisogna domandarsi. Aperta parentesi, c’è una multa che non raggiunge i 600 euro, perché se la paghi subito ammonta alla metà, poi se fai il collettore per i siti illegali, come qualcuno ha fatto, è peggio e c’è una reclusione possibile fino a 3 mesi. Alcuni però giocavano a poker, a poker c’è una cosa che si chiama skill game. E tu a poker non giochi contro il banco, ma contro degli altri”.

Ed infine ha chiarito Caressa: “A quanto si è capito loro si facevano fare una stanza da siti illegali – cosa sbagliatissima, ma lo fanno anche i siti legali – e giocavano tra loro, in sei amici online. Quindi i soldi passano di meno qua, non è che vanno un collettore. I soldi sono qui, poi io posso rimanere senza soldi e devo andare in gioielleria a fare quelle brutte operazioni che hanno fatto perché il mio conto gioco si è azzerato e quindi io devo rimettere i soldi sul mio conto gioco”.

Caressa spiega perché scommettitori utilizzavano siti illegali

Perché lo facevano sui siti illegali cadendo così in un reato? Spiega ancora Caressa: “Sui siti legali giustamente ti devi iscrivere con una carta d’identità, poi devi inserire i tuoi limiti di spesa – autolimitazione – e poi c’è una limitazione generale di spesa proprio per contrastare la ludopatia. E di questo non hanno scritto sui giornali. Hanno parlato di scommesse sul poker, ma quella sul poker non è una scommessa! È un gioco! Giocavano tra di loro, probabilmente con altri, sbagliando, giocando delle cifre immorali, ma è questa la cosa!”

A quel punto prova a spiegare Caressa dove potrebbe essere il problema per il caso scommesse: “Se fatta su un sito legale, è legale e lo possono fare anche loro! Non hanno commesso un reato da questo punto di vista, lo hanno commesso se hanno fatto i collettori per un sito illegale e hanno giocato su un sito illegale. Io sono sempre stato durissimo su queste cose, ma stavolta mi è sembrata un po’ una caccia alle streghe e alla risonanza dell’inchiesta”.

Ed infine conclude l’intervento il noto telecronista: “Secondo me non si può giocare con la vita delle persone in questa maniera! Sono indignato perché ho letto delle cose imprecise. È sbagliato dire calcioscommesse come se si fossero venduti le partite in cui giocavano, come se si fossero venduti le rimesse laterali calci d’angolo o perché giocavano a poker tra di loro. Bisogna essere precisi”

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