Continua la bufera legata all’indagine della Procura di Milano sulle scommesse illegali da parte di 12 giocatori di Serie A. Al centro dell’inchiesta c’è anche Ángel Di María, ex Juventus, attaccante del Benfica, che però ha prontamente smentito ogni accusa attraverso una dichiarazione rilasciata al quotidiano portoghese O Jogo.
- Di Maria prova a difendersi sul caso scommesse illegali
- Le accuse: poker su piattaforme non autorizzate
- L'inchiesta della FIGC: 60 giorni per decidere
- Possibili sconti di pena con il patteggiamento
Di Maria prova a difendersi sul caso scommesse illegali
A parlare, per tentare di difendere Angel Di Maria sull’indagine scommesse, è una fonte vicina al calciatore che al quotidiano portoghese O Jogo ha dichiarato: “Voglio chiarire che non ho mai fatto alcun tipo di scommessa illegale.”
L’argentino, seppur non in prima persona, ha cercato dunque di ribadire la sua estraneità ai fatti. Anche il Benfica ha espresso pubblicamente il proprio sostegno al calciatore, difendendo il suo nome e la sua reputazione, sia a livello personale che attraverso il supporto legale.
Le accuse: poker su piattaforme non autorizzate
L’inchiesta riguarda presunte attività di gioco su piattaforme di poker prive di licenza, ovvero illegali secondo la normativa vigente. Di María, in particolare, sarebbe sospettato di aver partecipato a queste attività.
L’inchiesta della FIGC: 60 giorni per decidere
L’indagine è coordinata dal procuratore federale della FIGC, Giuseppe Chinè, che ha richiesto documenti alla Procura di Milano, già coinvolta nelle indagini. La FIGC ha 60 giorni di tempo per completare l’inchiesta, con la possibilità di una proroga qualora necessario.
Nel caso in cui venisse accertato che i calciatori si siano limitati a giocare a poker su piattaforme illegali, ma non abbiano scommesso sul calcio, la giurisdizione sportiva potrebbe non applicare sanzioni. In caso contrario, il regolamento prevede una sospensione minima di tre anni e una multa di almeno 25.000 euro.
Possibili sconti di pena con il patteggiamento
Come già avvenuto in casi precedenti, tra cui quelli di Sandro Tonali e Nicolò Fagioli, i calciatori coinvolti potrebbero beneficiare di una riduzione della pena fino alla metà qualora decidano di collaborare e raggiungere un accordo prima dell’incriminazione formale. L’inchiesta è ancora in fase preliminare e non è escluso che emergano ulteriori sviluppi nelle prossime settimane.