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Sebino Nela, confessione sul cancro: "La mia famiglia distrutta"

L'ex calciatore della Roma, Sebino Nela, ha confidato i momenti difficili della sua personale esperienza da malato di tumore e ha svelato il dramma della sua famiglia

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Nessuno può definire la propria lotta contro la malattia, se non chi la vive e la affronta ogni giorno. Anche Sebino Nela, che ne ha condiviso gli aspetti più sgradevoli e spaventosi, ne ha piena e vissuta consapevolezza: in una toccante intervista rilasciata a Oggi è un altro giorno, ha ribadito come il tumore sia un nemico che conosce davvero solo chi la combatte ogni secondo della propria esistenza.

Una famiglia distrutta dal cancro

“Non è semplice, è chiaro che l’aiuto ti serve ma lo sai tu quello che stai vivendo. Sono stato arrabbiato, spaventato, la domanda che mi facevo più spesso era: perché? Mio padre, mio zio e mia sorella se ne sono andati per questo brutto male e l’altra mia sorella sono anni che lotta. E allora guardi verso l’alto e ti chiedi: perché? La nostra è stata una famiglia praticamente distrutta dal tumore”, ha detto l’ex campione della Roma.

Sebino Nela: la scoperta del tumore

“Nove anni fa ho scoperto questo male grazie a mia moglie non mangiavo niente, mi si gonfiava sempre lo stomaco. Come tutti gli uomini non abbiamo rapporto straordinari con i medici. Le ho detto: ‘In settimana lo chiamo’, ma lei ha insistito. Così ho chiamato il dottore e alla visita purtroppo è venuto fuori tutto”, ha tenuto a far sapere Nela in diretta in questa intervista che è anche un appello per quanti lo hanno seguito su Rai Uno.

Nel corso dell’intervista, ha ripercorso la sua lunga battaglia contro il cancro, fatta di 4 interventi chirurgici, l’ultimo solo lo scorso ottobre, e due anni e mezzo di chemioterapia. Lo sconforto non è mancato, in questo sofferto percorso: “Mi sono salvato per un pelo – ha ammesso l’ex giocatore giallorosso -. Guarisci da una cosa e peggiori in un’altra, è stato difficile ma non ho mai perso il coraggio. Anzi ho dovuto avere coraggio anche per la mia famiglia. Mia moglie piangeva in una stanza, mia figlia in un’altra: gli ho detto ‘ragazze in realtà voi dovreste aiutare me'”.

Nella sua famiglia, devastata dal cancro e profondamente segnata dal dolore, il campione ha riposto fiducia e sofferenza, ogni patema e la condivisione di un’esperienza lacerante, eppure è riuscito a sostenerne le implicazioni a viso aperto, senza cedere.

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