Si presenta ai tifosi sanniti Fabio Cannavaro, che finalmente può mettere alla prova le sue capacità in Italia: “Ho girato il mondo per fare altre esperienze, specie in Asia, e ora torno a casa. Ho la fortuna di lavorare con un presidente che trasmette tranquillità e questo fa la differenza. Tante squadre puntano alla Serie A: tengo per me il nostro obiettivo. Stamattina mi ha chiamato Inzaghi: eguagliare Pippo non sarà facile, ma ce la metteremo tutta”.
Aver conosciuto altri tipi di calcio non è stato, a dire del Pallone d’Oro 2006, solo un fattore di crescita culturale: “Da calciatore sono cresciuto tanto quando sono stato in Spagna. Faccio un esempio: ero spiazzato dalla musica negli spogliatoi, poi mi sono accorto che aumentavano adrenalina e concentrazione”.
Le idee su come risollevare il Benevento in crisi sono chiare, ma il classe 1973 chiede tempo: “In attacco ci sono calciatori in ritardo di condizione e per questo Caserta ha provato un sistema di gioco differente. Dobbiamo arrivare in area con più di due giocatori e prenderci qualche rischio: ora dobbiamo sistemare la condizione fisica e rialzare il morale che è sotto i tacchi. La crescita dei singoli aiuta il collettivo: ogni ragazzo andrà gestito in modo diverso. Quando vedremo il Benevento di Cannavaro? Capello diceva che per essere al meglio servono dieci partite. Giocavo in difesa, ma non voglio una squadra che attenda per ripartire”.