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Sinner-Alcaraz come Federer-Nadal secondo Ferrero: la crescita di Jannik aiuterà Carlos a uscire dalla crisi?

La rivalità tra Sinner e Alcaraz, paragonabile a quella tra Federer e Nadal secondo Juan Carlos Ferrero, intrattiene gli appassionati di oggi, lascia ben sperare per il futuro del tennis e fa bene ai due protagonisti

Pubblicato:

Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

La multimedialità quale approccio personale e professionale. Ama raccontare lo sport focalizzando ogni attenzione sul tempo reale: la verità della dirette non sono opinioni ma fatti

A parte rare eccezioni, le rivalità hanno sempre fatto bene al tennis, e in generale agli sport, e ai protagonisti in questione. Non fanno eccezione nemmeno Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, la cui rivalità secondo l’allenatore dell’iberico ed ex n°1 al mondo, Juan Carlos Ferrero, può essere paragonata a quella tra Roger Federer e Rafael Nadal.

Sinner-Alcaraz: una rivalità che fa bene al tennis

Inizialmente, anche per una banale motivazione anagrafica, era Carlos Alcaraz a seguire le orme di Jannik Sinner. Fino alla rapida e incredibile esplosione del murciano, diventato il più giovane di sempre a salire al n°1 del ranking ATP e a chiudere la stagione nella stessa posizione, l’altoatesino era il giovane seguito con maggiore attenzione nel circuito maschile. Poi i successi in serie del rivale lo avevano ridimensionato agli occhi della poco attenta opinione pubblica.

La presenza di Sinner è stata senza dubbio una delle cose migliori che siano capitate, sportivamente parlando, ad Alcaraz. Così come la repentina esplosione di Carlitos è stata una delle cose migliori che siano capitate a Jannik, che proprio contro lo spagnolo ha raccolto il primo successo contro un top 5 e contro il n°1 al mondo.

I due, amici fuori e rivali dentro il campo, si sono sempre spronati a mostrare la miglior versione di sé, come dimostrato a ogni spettacolare incontro a cui hanno dato vita quando si sono incontrati. Ognuno con dei punti di forza e dei punti deboli differenti, si sono aiutati a vicenda a capire dove avessero necessità di migliorare per raggiungere l’olimpo del tennis, luogo in cui risiedono con diritto dopo i rispettivi trionfi slam, e non solo, con tanti cari saluti a quella generazione di mezzo rimasta a bocca asciutta ai piedi del monte – vedi Alexander Zverev e Stefanos Tsitsipas.

La speranza è che questa rivalità duri a lungo, che si accenda sempre di più – magari con qualche finale slam – e che diventi in un certo senso il punto di partenza per il tennis di domani privo dei big 3 – al momento rappresentati dal solo Novak Djokovic, ma guai a dimenticarsi troppo in fretta di Rafael Nadal.

Le parole di Ferrero: Sinner-Alcaraz come Federer-Nadal

A proposito dell’innalzamento del livello avuto da Sinner nell’ultimo periodo e della rivalità con Alcaraz ha parlato anche il coach del murciano, Juan Carlos Ferrero, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano argentino La Nacion: “Da ormai due stagioni vediamo lavorare bene Sinner, eravamo consapevoli che questo momento sarebbe giunto. Già da tempo Jannik era vicino al livello dei più grandi. Si capiva che aveva il gioco per vincere i tornei dello Slam, gli mancava solo un po’ il fisico essendo molto magro. Ma una volta allenato e cresciuto, ci è riuscito. È un giocatore da tenere d’occhio in ogni torneo, uno dei maggiori pretendenti alla vittoria come Alcaraz”.

Fra loro è accaduto un po’ quanto successo con Rafa e Roger che si stimolavano a tirare fuori meglio, finché non è arrivato Novak, che ora sta spronando un po’ Carlos e Sinner. L’anno scorso, quando Djokovic ha vinto le ATP Finals, dicevo a Carlos: ‘Visto? Ora bisogna allenarci come animali per raggiungere il livello di Nole. Sinner lo farà e noi non possiamo essere da meno’. E lui ha risposto: ‘Sì, sì, sì, sì, ci impegneremo al massimo’. Insomma, è una grande motivazione”.

La crescita di Jannik aiuterà Alcaraz ad uscire dalla crisi?

Il miglior momento della carriera di Sinner è combaciato con quello che può essere considerato come il più difficile di Alcaraz. Dal sorprendente successo in finale su Djokovic a Wimbledon, Carlitos ha visto calare notevolmente il proprio livello, come testimoniano i risultati: una sola finale – a Cincinnati dove perse proprio contro il serbo – e solamente tre vittorie contro top 10.

Sia chiaro, a vent’anni avere dei momenti di flessione nel rendimento non deve assolutamente preoccupare. Soprattutto perché Alcaraz non è affatto sparito, come testimonia il n°2 in classifica, ma semplicemente sembra gli sia venuta meno quella brillantezza che in pochi altri tennisti si è vista, soprattutto a quest’età. Di sicuro il primo a soffrire di questo calo di rendimento è Carlitos stesso, che sfrutterà la crescita di Sinner come combustibile per le proprie motivazioni.

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