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Sinner passa dall'horror al thriller: il gelo sul Centrale, la paura per l’infortunio e il gesto di mamma Siglinde

Il numero 1 del mondo conquista la vittoria contro Tommy Paul solo al terzo set dopo un match carico di tensione. Domenica la sfida ad Alcaraz con il rebus “vesciche” che preoccupa

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Una notte surreale: la semifinale contro Tommy Paul diventa un film thriller per Jannik Sinner. Un thriller che rischia anche di diventare un horror e in diversi momenti del match ma alla fine il numero 1 del mondo riesce a trovare le risorse per conquistare la vittoria e la finale contro Alcaraz. Un italiano torna in finale a Roma, l’ultima volta era stato Adriano Panatta nel 1978.

Le parole di Jannik

A fine partita Jannik Sinner commenta la serata difficile contro Paul e comincia a pensare anche alla finale con Alcaraz: “E’ stata una partita difficile, in una giornata ti senti benissimo e in quella dopo no. Primo torneo e far finale vuol dire davvero tanto, ma se voglio giocare alla pari devo alzare il livello. Poi quello che succede domenica vediamo”.

Poi la spiegazione sul piccolo problema fisico che ha affrontato: “La gamba è connessa un po’ con la vescica ma non ci sono preoccupazioni, domani sarà un giorno di riposo. Mi allenerò solo per sentire un po’ il campo. Ho giocato contro un tennista molto solido che a Roma ha sempre giocato bene. Alcaraz ha aggiunto ancora in questo periodo, io penso che stia servendo molto meglio. Sa fare le cose che ha con più sicurezza, gestisce tutti i momenti benissimo. Per me però è un risultato incredibile, fare finale a Roma è qualcosa di speciale”.

Il gesto di mamma Siglinde

Un primo set che ha gelato il pubblico del Centrale, dopo lo show contro Ruud, i primi 28 minuti della semifinale sono una doccia fredda per i tifosi dell’azzurro. Paul gioca alla perfezione, Jannik è un lontano parente di quello ammirato contro il norvegese. E mamma Siglinde non regge la tensione, la Gazzetta dello Sport la intercetta a qualche centinaio di metri dal Foro Italico mentre è intenta a passeggiare: “Sono uscita alla fine del primo set. Faccio un giro e aspetto che finisca la partita, non seguo mai le gare di Jannik tutte intere dal vivo, succede raramente. Preferisco stare davanti alla tv. Mio marito è rimasto, lui non si fa problemi”.

La doppia “grande paura”

E’ stata una serata decisamente complicata quella che è andata in scena al Foro Italico. Chi si aspettava uno show di Jannik Sinner deve fare invece i conti con un momento di tensione altissima, nei primi 28 minuti di match scende il gelo: quello metaforico per una vittoria schiacciante di Paul nel primo parziale e quello reale perché le temperature a Roma calano in maniera sostanziale come testimonia l’abbigliamento che si nota sugli spalti. Il numero uno del mondo però riesce a ribaltare una partita che sembrava stregata.

Ma la seconda paura è quella che i tifosi vivono nel corso del terzo set. Jannik parte fortissimo poi qualcosa si inceppa nuovamente e l’azzurro non sembra in condizioni perfette. Comincia a tenersi la gamba destra a ripetizione e si muove in maniera poco sciolta. C’è chi teme un infortunio muscolare magari dovuto proprio al freddo solo alla fine Jannik rassicura tutti sulle sue condizioni.

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