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Sinner studia il rientro, intanto squalifica e caso Clostebol hanno cambiato la Wada in modo irreversibile: il parere

Quanto accaduto al numero 1 della classifica ATP ha smosso l'opinione pubblica e accelerato un cambiamento inevitabile dopo quanto accaduto: come sono cambiate le norme. L'opinione dell'avvocato

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Ettore Traini

Ettore Traini

Avvocato

Avvocato penalista ed esperto di diritto dello Sport. Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Milano; è stato anche sostituto procuratore federale Figc

La vicenda che ha riguardato l’attuale numero uno al mondo del tennis Jannik Sinner ha contribuito ad accelerare le modifiche che la Wada, l’Agenzia Mondiale Antidoping, ha ritenuto di apportare ad alcuni aspetti della normativa di contrasto al doping. Segnatamente, il Comitato esecutivo e il Consiglio di Fondazione della Wada hanno approvato alcuni cambiamenti del regolamento antidoping che entreranno in vigore il 1° gennaio del 2027.

Wada nell’occhio del ciclone prima del caso Sinner

La Wada era già, prima del caso Sinner e della tennista Swiatek, nell’occhio del ciclone per via di alcune decisioni assunte in altre vicende.

Ci si riferisce al caso dei 23 nuotatori cinesi nei confronti dei quali, nonostante fossero stati trovati positivi, non era stata adottata alcuna sanzione disciplinare ed era stato loro consentito di gareggiare.

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La vicenda aveva suscitato aspre polemiche, alimentate in particolare dai media americani, che aveva indotto l’amministrazione Biden a sospendere il pagamento di 3,6 milioni di dollari, corrispondente al loro contributo annuale a favore della Wada.

Assenza di trasparenza nell’assunzione delle decisioni, assenza di uniformità nella valutazione dei casi rilevati, queste in sostanza le accuse mosse nei confronti della Wada da parte della USADA (l’Agenzia americana antidoping); il che, sempre secondo le autorità americane deputate al contrasto al fenomeno del doping, si risolve in una violazione dei diritti di tutti gli atleti di gareggiare in competizioni regolari.

Le principali modifiche

In questo contesto si inseriscono e si aggiungono le polemiche nate dai casi Swiatek e Sinner. Difficile, infatti, comprendere per quali ragioni i nuotatori cinesi l’abbiano fatta franca a fronte invece dei due tennisti accusati e sottoposti a procedimenti disciplinari per fatti a loro non direttamente addebitabili.

Da tutto ciò è nata l’esigenza di intervenire, mediante la modifica del regolamento della Wada, per renderlo più equo, più trasparente e più rispettoso degli atleti.

Infatti, le correzioni, che entreranno in vigore nel 2027, renderanno l’approccio alle questioni relative all’assunzione di sostanze dopanti da parte degli atleti più flessibile, equilibrato e quindi più giusto.

“I laboratori rilevano quantità infinitesimali di sostanza proibita, priva quindi di effetto dopante, e che possono derivare anche contaminazioni del tutto involontarie”.

Così si è espresso in proposito il direttore generale della Wada, Olivier Niggli. In tal senso va evidenziato che proprio grazie, o per colpa, del progresso tecnologico le criticità sottolineate sono accentuate; ciò in quanto i laboratori di analisi sono ora in grado di accertare la presenza di quantità davvero microscopiche di sostanza proibita.

Da queste osservazioni è derivata quindi la necessità di adottare correttivi idonei ad evitare procedimenti di carattere disciplinare nei confronti di atleti incolpevoli, come accaduto nei casi di Sinner o della tennista Iga Swiatek.

L’individuazione delle soglie minime e comportamenti incolpevoli

La modifica più rilevante riguarda l’introduzione di soglie per alcune sostanze vietate per cui, se il quantitativo rilevato è al di sotto dei minimi indicati, non sarà considerata una positività.

In particolare, verrà predisposto un elenco di quantità minime per ciascuna sostanza vietata entro le quali non si procederebbe in sede disciplinare nei confronti dell’atleta.

Altro aspetto interessante che verrà introdotto è relativo alla distinzione fra prodotto contaminato e fonte contaminata come potrebbe essere la contaminazione attraverso il cibo, bevande oppure ambientale o attraverso il contatto con un’altra persona.

Le fattispecie indicate in particolare dalla Wada sono:

“…consumo di un farmaco contenente una sostanza proibita che non è elencata sull’etichetta o la cui presenza non può essere identificata tramite una ricerca su Internet; consumo di cibi o bevande, come carne o acqua contaminate, contenenti una sostanza vietata senza preavviso; l’esposizione alla sostanza proibita utilizzata da una terza persona, attraverso il contatto diretto tra l’atleta e la terza persona attraverso il contatto con oggetti toccati o detenuti dalla terza persona; ovvero attraverso l’inquinamento ambientale”.

Rientrerebbe nella definizione di “contatto diretto tra l’atleta e la terza persona” proprio il caso di Sinner, in cui l’assunzione involontaria di Clostebol è avvenuta attraverso il suo fisioterapista, che si era spalmato in precedenza una pomata contenente il Clostebol, durante un massaggio.

La conclusione inevitabile

Vedremo, alla prova dei fatti, se le modifiche di cui sopra saranno in grado di evitare casi clamorosi come quello di Sinner, sottoposto a procedimento disciplinare seppur senza colpa; una vicenda, quella del numero uno del tennis mondiale che, al netto delle reazioni sguaiate di alcuni tennisti frustrati e dei soliti hater di professione, si è conclusa in modo tutto sommato equo, considerando le norme attualmente in vigore.

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