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Sinner, scende in campo Abodi: "La Wada farebbe bene ad anticipare subito le nuove regole"

Anche il Ministro per lo Sport, Andrea Abodi, si schiera al fianco di Sinner e rilancia: chiede alla Wada di anticipare di due anni l'adozione del nuovo regolamento sulle quantità.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Hanno scoperto il vaso di Pandora: la Wada s’è accorta che per evitare uno stillicidio di mini casi doping (che doping non sono) è necessario alzare la soglia al di sotto della quale non ha alcun senso rilevare le sostanze e avviare procedimenti disciplinari, ma a quanto pare queste “nuove regole” entreranno in vigore soltanto a partire dal 2027. Pertanto anche chi oggi sa perfettamente di essere innocente rischia comunque di dover pagare colpe non sue. È il caso di Jannik Sinner, che potrebbe incorrere tra due mesi esatti in una squalifica di un anno (o forse due), tanto che il Ministro per lo Sport Andrea Abodi ha voluto dire la sua e far arrivare alla Wada un messaggio forte e chiaro.

Il Ministro sprona la Wada a fare presto

“Perché non anticipare sin d’ora l’adozione del nuovo regolamento?”, si domanda Abodi, intervenuto nel corso di una tavola rotonda dal titolo “Alleniamoci al rispetto”.Mi viene da dire, da un lato, che non è mai troppo tardi, nel senso che finalmente i casi recenti di Sinner e anche della tennista Swiatek in una certa misura hanno smosso le coscienze di chi governa i palazzi della Wada.

Però è altrettanto innegabile che, arrivati a una precisa conclusione, non ha senso attendere altre due anni prima di vedere le nuove direttive attuate nella loro interezza. Insomma, se ormai i fatti sono accertati, significa che siamo in una zona di frontiera e pertanto sarebbe forse il caso di attuare subito il nuovo regolamento”. Abodi insomma invoca un immediato “aggiornamento” delle linee guida antidoping, e chissà se tutto ciò non potrebbe finire per favorire Sinner, sul quale pende la classica spada di Damocle in vista del pronunciamento del TAS di Losanna, atteso per l’11 febbraio.

Il caso Sinner e la necessità di non creare precedenti

Nelle urine di Sinner, vale la pena ricordarlo, a Indian Wells lo scorso 10 marzo vennero riscontrati appena 85 picogrammi per millilitro di una metabolita del Clostebol, trasmessi da una piccola ferita dell’allora fisioterapista Giacomo Naldi (che aveva assunto una pomata chiamata Trofodermin, acquistata dal preparatore atletico Umberto Ferrara in una farmacia di Bologna prima di salpare alla volta degli Stati Uniti).

Abodi in qualche modo ha voluto lanciare un assist all’indirizzo del numero uno del tennis mondiale, da un lato certo con spirito campanilistico, ma dall’altro anche con la consapevolezza che un’eventuale decisione rapida presa dalla Wada gioverebbe in primis proprio al movimento della racchetta, e non certo soltanto a quello italiano.

Nel ricorso presentato al TAS di Losanna, la Wada si è appellata contro l’indagine indipendente condotta dall’ITIA, l’organismo che regola i casi doping all’interno del circuito ATP, chiedendo che il giocatore altoatesino venga fermato per 12 o 24 mesi. Il rischio che ciò possa accadere esiste, ma Sinner ogni giorno che passa ha nuovi alleati al suo fianco.

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